Notizie Locali


SEZIONI
Catania 17°

Il personaggio

La catanese Chiara Messineo: «Con il cibo racconto l’Italia di oggi»

Produttrice e regista di documentari, da 25 anni vive e lavora a Londra. Ha sviluppato con  Stanley Tucci “Searching for Italy” da oggi su Cnn international che fa tappa anche in Sicilia. Ora è impegnata con una serie "crime" per Netflix

Di Ombretta Grasso |

Si definisce «una cantastorie»: il racconto è il suo  strumento «per capire il mondo».  L’ha capito fin da bambina: «La prima volta che  sono andata a teatro: quando una persona si mette a disposizione di un’altra c’è la potenzialità che qualcosa di magico accada».  Chiara Messineo, catanese, quarantenne, da 25 anni a Londra, brillante senior producer e regista di documentari, narra  tra piatti “stellati” e ricette di casa,  l’Italia dei nostri giorni, ma soprattutto racconta storie di uomini e donne che cercano le radici nel futuro e non smettono di sognare.   “Searching for Italy”  è il progetto televisivo che ha sviluppato con Stanley Tucci, attore e regista vincitore di due Golden Globe (tra poco nelle sale con “Supernova”), ideatore, produttore esecutivo e conduttore  della serie di grande successo (in cantiere la seconda stagione) che dopo gli Usa da oggi va in onda su Cnn International (canale 526 della piattaforma Sky) e celebra la cucina regionale italiana. 

«Tantissimi programmi hanno sposato cultura e cibo e anche io ne ho fatti in passato, come “Sicily Unpacked” con Andrew Graham-Dixon e lo chef Giorgio Locatelli – spiega Chiara -Ma in questo caso ho cercato di dare la temperatura di quello che accade nel nostro Paese. Anche sfatando alcuni miti che conservano le famiglie di immigrati negli Usa. Per esempio, abbiamo mostrato l’apertura sui diritti per gli omosessuali. Cnn è una tv di news, il taglio è politico sociale».  La puntata sulla Sicilia fugge stereotipi e cerca un’altra Isola. Tucci incontra  lo chef Tony Coco del ristorante “I pupi” di Bagheria, Roberta Capizzi di “Me Cumpari Turiddu” a Catania, Arianna Occhipinti, icona dei vini naturali,   gli attori catanesi Emanuela Pistone e Domenico Gennaro con la loro “modern family”, simboli di una Sicilia accogliente e generosa. «Volevamo mostrare  storie di chi ritorna in Sicilia. Come la Occhipinti che racconta quell’alchimia della terra che le consente di fare il suo vino». Con Tucci inseguono i segreti del timballo: «Un piatto che ha inserito anche nel suo grande film “Big Night”». Chiara ha anche diretto le puntate dedicate alla Sicilia e alla Lombardia nel segno dell’accoglienza: «A Lampedusa si parla della crisi dei migranti con un pescatore. La visita al cimitero dei barconi sull’isola  è forse il momento più toccante – spiega –  In Lombardia siamo entrati nella cucina di un imprenditore, un leghista amico di Salvini. Mentre cucinava riso al pesce persico  c’è stata una vivace conversazione con Tucci sull’aver bloccato i migranti  in mezzo al mare e punito  quelli che li avevano salvati. Con le parole di Stanley: non sarei qui se l’America non mi avesse accolto».

Messineo si è laureata in Teatro all’Università di Canterbury, si è specializzata in scrittura e regia. Dal teatro di avanguardia è passata presto alla tv, «volevo raggiungere più persone», iniziando «in quei format che andavano di moda anni fa in cui si cercava di comprare case all’estero, facevo la ricercatrice. È  stato il modo per entrare in un mondo difficile», ma presto si è specializzata  nei programmi di storia e cultura per Bbc, Netflix, Amazon Prime, Discovery e National Geographic. Da “La storia di Dio” con Morgan Freeman a “Brilliant ideas”, sui protagonisti dell’arte. «Tornare in Italia? Nel nostro Paese ci sono tra le persone più creative e preparate del mondo però mancano le strutture, non c’è innovazione, non ci sono spazi – commenta – ma la situazione sta cambiando con le piattaforme. Nelle fiction c’è stato un grande salto, la serie “Gomorra” è straordinaria.   Nel “factual”,  il mio settore, cioè tutto quello che non è fiction, la serie “SanPa” è andata molto bene». 

Chiara lavora  a un progetto come produttore  con il regista britannico Orlando von Einsiedel  (vincitore di un Oscar come miglior corto documentario), ed è impegnata in questi mesi  come producer di  una serie “crime”  di Netflix diretta da Mark Lewis. «Uscirà l’anno prossimo – anticipa – una storia molto conosciuta di un mistero italiano che viene raccontata per la prima volta a un pubblico internazionale. C’è una commistione di lingua, di culture, sono produttivamente due mondi che si uniscono». Il futuro? «Andiamo verso il più autentico possibile. Spero di far presto il mio lavoro con una produzione italiana.  È il momento di fare emergere il nostro talento, di raccontare con la nostra visione, con la nostra sensibilità.  Di capire quali sono le storie  di cui noi abbiamo  bisogno, adesso, in Italia». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA