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L’amore di Maria Grazia Cucinotta per la Sicilia: «Il mio legame con l’isola non si spezzerà mai»

Protagonista di tanti film di successo, uno su tutti "Il Postino", adesso sarà impegnata in un programma di cucina su La 7

Di Ombretta Grasso |

Da Messina a Hollywood, passando da “Indietro tutta!”, programma cult di Renzo Arbore, a  James Bond. Bruna bellezza mediterranea, splendidi 54 anni, Maria Grazia Cucinotta, indimenticabile protagonista de “Il postino” con Massimo Troisi, si divide tra il set e il piccolo schermo, ai fornelli de “L’ingrediente perfetto”. 

«Con questa trasmissione abbiamo vinto il premio del Moige, il movimento dei genitori, è stata la conferma che al pubblico piace. Io mi diverto molto, adoro a cucinare», racconta al telefono alle 9 del mattino. Intanto sta girando in Basilicata “Il meglio di te”, di Fabrizio Marica Cortese, «una storia romantica», anticipa, poi, sarà diretta da Beppe Cino: «Regista siciliano che adoro con cui ho recitato in “Miracolo a Palermo”. È una storia di rapporti tra famiglie, una favola meravigliosa». In uscita c’è “Goffredo e l’Italia chiamò”, «un’esperienza bellissima, racconta la vita di Mameli e la nostra storia. Io sono la mamma di Goffredo, Vincent Riotta il papà. Stefania Sandrelli la nonna. Ho girato anche un film in Kosovo con William Baldwin e  Depardieu  “Me and Milosevic”… Mi scusi un attimo…». Una lunga pausa. «Siamo in fase di trasloco, facciamo avanti e indietro con Roma, io cucino e poi porto il cibo giù la mattina…». 

Cucina per la famiglia la mattina?  «Anche la sera! Da buona siciliana sono abituata a farlo. La cucina è la mia passione».

Piatti forti? «Parmigiana e pasta alla norma che preparo a modo mio, faccio i rotolini con le melanzane fritte con dentro la scamorza. E poi i calzoni, i cosiddetti “pidoni” messinesi, la pasta…  mi diverto  a fare un po’ tutto». 

L’ingrediente perfetto ? «L’amore che devi mettere in quello che cucini, perché il vero lusso è cucinare e mangiare bene». 

I programmi di cucina in tv sono un’abbuffata. «Io lo faccio da Maria Grazia, non da chef, imparo tutti i giorni. Ho accanto Michela, una chef meravigliosa con cui scegliamo e proviamo le ricette. Cuciniamo come tra amici, come a casa, si spiegano i passaggi, i piccoli segreti. Cerchiamo di scovare tutte quelle piccole eccellenze che rendono speciali i nostri piatti».

Una stagione fitta di impegni. «Sono curiosa, parto, mi butto. Sono stata tanti anni in Cina. Ammiro la grande capacità dei cinesi di cambiare le cose, sono grandissimi lavoratori». 

Per dieci anni ha vissuto negli Usa. «Ho lavorato tanto, sono stata felice. Sono grata all’America perché mi ha insegnato cos’è il cinema, cos’è la comunicazione. Ora però non condivido questa voglia di guerra a tutti i costi. Trovo immorale spendere miliardi per gli armamenti». 

E’ vero che voleva rifiutare “007 – Il mondo non basta”? «Stavo girando un film a San Francisco molto, molto, faticoso e mi è venuta la voglia di tornare a casa! – racconta ridendo -. E’ stata brava la mia agente americana che ha capito la mia stanchezza ed è andata avanti con il contratto e mi ha regalato un’esperienza incredibile. Ho conosciuto la produttrice Barbara Broccoli, con la quale siamo rimaste amiche. E le devo dire grazie perché mi ha fatto entrare in una leggenda: per tutta la vita sarò una Bond girl, anche a 80 anni. È la cosa divertente del nostro lavoro, puoi aver fatto mille altre cose, ma Bond resta sempre, non c’è niente da fare. Io li chiamo i miei 14 minuti di gloria». 

Ha fatto altri film negli Stati Uniti. «Ho lavorato con Woody Allen, con tanti personaggi che mi hanno insegnato che cos’è fare cinema e farlo senza pregiudizi. L’America è meritocratica. Io sono stata sempre una outsider, non sono una da clan. L’unico gruppo che ho è quello teatrale con le mie amiche Vittoria Belvedere e Michela Andreozzi con cui portiamo in scena “Figlie di Eva”. Lavoriamo e ci divertiamo insieme».  

È stata da poco la madrina del Festival di Procida. «Dove non ero più tornata in questi anni, lì girammo parte de “Il postino”, c’era la trattoria di Beatrice, il mio personaggio. Da siciliana torno sempre a Salina perché c’è anche il Marefestival con il Premio dedicato a  Troisi. E c’è Clara Rametta, sindaco di Malfa, che ha il Signum, l’albergo dove stavamo durante le riprese. Per me è come tornare a casa. Adesso c’è una raccolta  di fondi per realizzare  un cinema a Salina». 

“Il postino” è rimasto nella memoria collettiva.  «È un bel film a prescindere da fatto che l’indomani Massimo non ci fosse più. Un film che continua a emozionare, visto e amato in tutto il mondo. Qualcosa che vale anche più dell’Oscar, un fatto unico. Sono stata molto fortunata». 

Ha iniziato con un boom.

«Non è stato facile. Restare 28 anni “a galla” non è facile. Mantenere il livello, non sbagliare… anche se poi sbagli ne fai tanti. Non ho sfruttato fino in fondo il mio successo, ma non sono una che deve arrivare a tutti i costi. Dovevo capire prima cosa mi stava capitando». 

Che ricordi ha del set? «Una grande emozione, la paura, il cuore che batteva  a tremila. Ero incantata dal  trovarmi  a lavorare con grandi del cinema».

C’è ancora un  legame con la Sicilia?  «Non si spezzerà mai, è nel dna. Vengo spesso a Messina perché c’è la mia mamma che ha 93 anni, ci sono mia sorella, mia nipote. E poi io sono la Sicilia – ride – non potrei essere diversa, non sarei così. Io amo la mia terra, e mi si spezza il cuore quando arrivo e vedo tante cose che non funzionano. Tutti se ne accorgono e se ne lamentano, poi però la bellezza ti fa dimenticare i disagi che invece non dovrebbero essere dimenticati. Oltre al mare abbiamo la cultura, l’arte, le bellezze che nessun altro ha, siamo veramente nati in un paradiso terrestre che purtroppo l’uomo trasforma in un inferno.  È come se  la Sicilia dovesse restare a un piano inferiore».

La prima cosa da cambiare? «La mentalità. Bisogna insegnare ai ragazzi che vivono in una terra meravigliosa che va rispettata da tutti i punti di vista. Nascere in Sicilia è un regalo che ti fa la vita,   ti giri intorno e hai tutto quello che ci vuole per essere felice. Potremmo essere ricchissimi, e invece non ci sono infrastrutture, strade, autostrade, aeroporti. Siamo noi siciliani a non lottare tutti i giorni perché ci sia il cambiamento. Solo quando vai via ti rendi conto di tutto quello che hai lasciato e fa molta rabbia. La politica deve essere al servizio del cittadino». 

Un luogo del cuore? «La mamma, la mia casa. E poi ho dei punti di riferimento, da Clara Rametta a Salina, a Vulcano da Gilberto amico carissimo dove vado a raccogliere i gelsi come facevo da piccola con mio papà. Ora lo faccio con mia figlia. Un momento magico. Poi prepariamo la granita, le marmellate». 

Il segreto della sua bellezza over 50? «La mia sicilianità. E, poi, guardarsi poco allo specchio, non vedere le magagne, ma sentirsi fortunati di quello che si ha».

È impegnata nella campagna di prevenzione dei tumori con l’Associazione Komen.   «Mi ha insegnato che la vita non è scontata, bisogna curarsi, coccolarsi, volersi bene ed essere sempre positivi. Anche quando qualcosa è andato male e ci si abbatte  bisogna pensare che in 5 minuti si può cambiare, se si vuole. Tante volte ci si dimentica che diventare vecchi non è un regalo che viene concesso a tutti. Sono fortunata del tempo che passa».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA