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Luisa Pappalardo, un’acese innamorata del canto e della musica applaudita nel mondo

Soprano e pianista, la Pappalardo si è esibita anche in Cina, Stati Uniti, e Inghilterra. Il consigli che dà ai giovani: «A loro raccomando sempre di capire le proprie potenzialità»

Di Redazione |

Nasce ad Acireale e fin dall’età di quattro anni dimostra una spiccata attitudine per lo studio del pianoforte, a cui, successivamente, affiancherà quella per il canto lirico, esercitandosi nella grande casa di famiglia di via Cavour. Luisa Pappalardo, primogenita di Sebastiano e Tanina Gaglio entrambi docenti, e che la stessa Luisa descrive come due “compagni di viaggio”, riceve un’educazione improntata sull’amore per la pedagogia e per l’arte nei suoi vari aspetti: «Mio padre era un uomo di grande cultura e, ogni giovedì pomeriggio ci leggeva le favole accompagnandole con l’ascolto della musica classica. Quei momenti mi sono rimasti nel cuore e, penso, che i giovani dovrebbero essere educati allo studio della nostra stessa cultura, quella per cui siamo conosciuti e apprezzati all’estero.  Io ho avuto la fortuna di ricevere in ambito famigliare gli stimoli giusti che puntano all’apprendimento come piacere della conoscenza».

Piacere della conoscenza che in Luisa diviene anche amore per la città, con una sorta di “legame” con alcuni protagonisti della stessa che fin da piccola coltiva, grazie ai genitori ma anche al nonno paterno Pietro, che redasse una biografia del vescovo Gian Battista Arista, di cui fu maggiordomo, e che venne pubblicata postuma. Completati gli studi magistrali, si diploma in “Canto ramo cantanti” al Conservatorio di Musica di Messina, in “Pianoforte” a Reggio Calabria e in “Canto didattico” a Mantova e, nel 1986, viene premiata al Quirinale dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, per esser stata nell’Anno Europeo della Musica (1985), la più giovane diplomata d’Italia in Canto con il massimo dei voti e la lode. L’amore per la musica, la porta a continuare gli studi in giro per il Paese, alla scuola di docenti illustri: a Roma con Paolo Silveri, a Milano con Gina Cigna e Franco Corelli, a Padova con Iris Adami Corradetti, a Mantova con Ettore Campogalliani e a Bari con Gino Lo Russo.

Soprano e pianista pluripremiata, Pappalardo inizia le sue tournée all’estero: Cina, Stati Uniti, e Inghilterra sono alcuni dei luoghi dove è invitata e applaudita: «Ho avuto modo di constatare la grande cultura del popolo inglese, come di quello tedesco. Gli statunitensi, pur apprezzando l’esibizione delle aree dei classici, a fine concerto ci chiedevano anche “O sole mio”. Modi diversi di approcciarsi alla musica, ma da tutti abbiamo imparato qualcosa, ricevendo anche una bellissima accoglienza». Nel 1988, a Parma, nell’abitazione del maestro Alain Billard che ha avuto come discepoli  artisti del calibro di Andrea Boccelli, Luisa incontra il baritono Alessandro Maccari con cui inizialmente instaura un rapporto di amicizia. 

Ma dall’amicizia all’amore il passo è breve e nel 1990 i due convolano a giuste nozze: «E’ il mio compagno di vita e di studio, il mio ultimo maestro di canto. Da quando ci siamo conosciuti condividiamo la passione per la musica e lo studio della tecnica vocale. La nostra giornata tipo è fatta di quattro ore di esercizio quotidiano, durante le quali lo accompagno e mi  accompagno al pianoforte». Una disciplina che li porta, sodalizio perfetto, in giro per i teatri d’Italia con esecuzioni, tra l’altro,  de “La Bohème”, “Il Trovatore”, “La forza del destino”, “La Traviata”: «Nei concerti, a volte, ci affiancano le mie sorelle: Lella anche lei pianista e Gemma, violinista. Mio fratello Piero pur avendo studiato violino,  ha preferito seguire la carriera forense».

Intanto, rientra definitivamente nella città natale perché il richiamo della sua terra è forte. E, oggi, docente al Conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina, autrice di numerosi saggi relativi alla didattica del canto, interprete di arie di Vincenzo Bellini, di Giuseppe Verdi, di Schubert, regolarmente incise su cd prodotti da importanti case discografiche, Luisa, mamma di Maria Cecilia, guarda con un occhio particolarmente attento ai giovani acesi e non: «Ai miei studenti consiglio sempre, anche se hanno una bella voce, di non avere fretta e di individuare il proprio insegnante. Perché, bisogna capire le potenzialità di ciascuno di loro e, nel rispetto delle singole capacità, tirarne fuori il meglio. E, soprattutto, indirizzarli a un impegno costante accompagnato da rigore e disciplina».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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