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Sylla e Barbolini e quel legame con la Sicilia che resiste nel tempo

La schiacciatrice è nata a Palermo e Mattarella l'ha definita "mia concittadina" e il secondo di Velasco ha cominciato ad allenare ad Agrigento

Fabio Russello

07 Settembre 2025, 18:02

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C’è pure un po’ di Sicilia nell’Italia del Volley femminile che ha appena conquistato il titolo mondiale entrando nella leggenda dello sport italiano dopo l’oro olimpico di Parigi nel 2024.

Il primo link è quello con Myriam Sylla, una delle protagoniste in Thailandia come a Parigi, che è nata a Palermo da genitori ivoriani, Salimata e Abdoulaye Sylla. Ma il suo legame con Palermo non è solo anagrafico e casuale. Myriam ha trascorso la sua infanzia nel quartiere di Ballarò, cuore multietnico di Palermo. Anche perché qui la famiglia Sylla è stata circondata dall’affetto di Paolo Genduso e Maria Rosaria Esposito, i due palermitani che Myriam considera i suoi nonni. La coppia palermitana gestiva un bar all’angolo tra via Maqueda e via Torino a Palermo e non è un caso ad esempio se prima di partire per Parigi per le Olimpiade Myriam è stata vista a Palermo, dove è tornata per salutare i suoi “nonni”, ribadendo anche il suo legame speciale con la città. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, palermitano, quando ha invitato le ragazze dell’oro olimpico al Quirinale l’ha definita “la mia concittadina”. E Paolo e Maria sono l’inizio di tutto, da quando aiutarono il padre di Myriam al quale trovarono un lavoro permettendogli così di far venire a Palermo la moglie, Salimata. Anche se Myriam si è trasferita a Lecco in Lombardia a cinque anni non ha mai reciso i suoi legami con Palermo e con la Sicilia e fino a 14 anni è sempre tornata per le vacanze. Ed è proprio a Mondello ad esempio che Myriam cominciò a praticare la pallavolo.

Massimo Barbolini, il vice di Julio Velasco, oggi ha 61 anni, è invece modenese ma ha cominciato ad Agrigento la sua carriera da allenatore di volley portando nel 1990 l’allora Sanyo Agrigento alla promozione in serie A1. Fu chiamato sulla panchina grazie all’intuizione di un grande dirigente siciliano della pallavolo come Nino Di Giacomo che ad agrigentonotizie intervistato da Federica Barbadoro qualche tempo fa raccontò: «Sono stato io il primo a credere in lui, gli diedi la prima panchina». Barbolini poi ricordava: «Io vivevo a San Leone, avevo il mare davanti. Si stava veramente bene. Giocavamo molto spesso quindi viaggiavamo tantissimo. Ho un ricordo felice della città, è un posto dove poi sono anche tornato in vacanza. Agrigento è bellissima, ho fatto vedere a mia moglie ed alle mie figlie la città da dove ho iniziato la mia carriera».