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Arresto Pippo Gennuso, “50 euro a voto”: così clan di Avola “spostava” consensi per lui

Di Redazione |

CATANIA – Scambio elettorale politico-mafioso: è l’accusa contestata dalla Dda di Catania al deputato regionale Giuseppe ‘Pippò Gennuso, 65 anni, eletto alle elezioni dello scorso 5 novembre all’Ars. Gennuso è stato arrestato e posto ai domiciliari. Ai domiciliari è finito anche Massimo Rubino, 48 anni, mentre in carcere Francesco Giamblanco, 31 anni, ritenuto affiliato al clan Crapula, attivo nella zona di Avola e genero del capo clan Michele Crapula. Le indagini sono state avviate a ottobre 2017 attraverso servizi tecnici di intercettazione e pedinamenti. Secondo l’accusa Giamblanco avrebbe promesso di procurare voti in cambio di denaro e altre utilità, Gennuso avrebbe accettato e Rubino avrebbe fatto da intermediario. 

Dalle intercettazioni relative alle indagini emerge come la promessa (voti in cambio di soldi) fatta in campagna elettorale dal clan Crapula al politico sia stata mantenuta. E’ durante un comizio di ringraziamento (del 19 gennaio 2018) che uno degli indagati, Massimo Rubino, intercettato dice: “ora na dari i soddi” (Adesso devi pagare). Dalle indagini emerge anche come ci sarebbe da parte del deputato eletto “la consapevolezza di avere a che fare con esponenti del clan”. Il clan Crapula, ricostruiscono gli investigatori, era nelle condizioni di “spostare” voti a favore del candidato: un voto “costava” 50 euro. E sono 10 mila gli euro sborsati da Gennuso in campagna elettorale. Solo ad Avola il parlamentare ha raccolto 424 preferenze (su 6567 voti). Complessivamente sono quattro gli indagati: la quarta persona, per cui il Gip non ha emesso ordinanza di custodia cautelare, è un altro esponente del clan. 

“E ora a’nesciri i soldi”: le intercettazioni

“Puntavano su candidato forte”: la conferenza stampa VD

«Il dato oggettivo è che sul territorio di Avola, che è diverso da quello di provenienza del deputato Pippo Gennuso, ha riportato un numero di preferenze, 424, che è di gran lunga superiore a quello del terzo candidato che ne ha avute 65, mentre il primo, originario di Avola, ne ha raccolti un pò più di mille. Dalle indagini sappiamo che certamente l’onorevole Gennuso aveva contezza della caratura criminale dei soggetti con cui stava dialogando e da cui aveva accettato la promessa di voti». Lo ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, in conferenza stampa, sull’inchiesta per voto di scambio che ha portato agli arresti domiciliari il deputato regionale Pippo Gennuso, alla sua quarta rielezione all’Ars.  

Al posto di Gennuso all’Ars c’è Daniela Ternullo

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