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Il caso

Con l’emendamento “salva-sorella” finiscono ad Avola tutti i 5 milioni per le Isole

La “coincidenza”. Grazie a Cannata (FdI) il Comune si accaparra il fondo nazionale anti default

Di Mario Barresi |

E fu così che, nel consueto clima di suk di fine anno in commissione Bilancio, a Montecitorio spuntò un emendamento alla finanziaria. Nome in codice: “proposta emendativa 100.14” al comma 2112-bis della manovra nazionale. Si trattava di una sostanziale modifica ai criteri di attribuzione dei 5 milioni destinati ai Comuni di Sicilia e Sardegna in base a una misura della precedente legge di bilancio «per favorire il risanamento finanziario» degli enti locali in «procedura di riequilibrio finanziario». Ebbene, quell’emendamento alla fine è stato approvato in commissione ed è diventato legge. Tant’è che Giancarlo Giorgetti (Economia) e Matteo Piantedosi lo scorso 12 marzo hanno firmato il decreto interministeriale per attribuire le risorse agli enti che rispondono a quei requisiti. Cioè: uno solo, il Comune di Avola, che si accaparra tutto il malloppo in palio, mettendo in sicurezza i conti.

Il firmatario dell’emendamento

Chi è il firmatario dell’emendamento con cui la città della mandorla, fra le centinaia di enti in dissesto di Sicilia e Sardegna, ha vinto al Superenalotto dell’ultima finanziaria nazionale? Luca Cannata, deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della commissione Bilancio alla Camera. Incidentalmente ex primo cittadino di Avola, di cui oggi è sindaca la sorella Rossana. La strana coincidenza non è passata inosservata nel Siracusano. E anche a Roma: Antonio Nicita è il primo firmatario di un’interrogazione presentata ieri a Palazzo Madama dal Pd ai ministri Giorgetti e Piantedosi.

L’interrogazione a Giorgetti

Sul filo dell’ironia il senatore definisce il decreto di finanziamento «una buona notizia per i cittadini di Avola, nei confronti dei quali ci rallegriamo», eppure annota che «tale singolare, in tutti i sensi, disposizione» deriva dal famigerato emendamento Cannata, grazie al quale «solo la città di Avola, infatti, tra tutti i comuni sardi e siciliani, risulta soddisfare il combinato disposto dei nuovi vincoli», grazie al cambio in corsa delle regole di un Fondo che prima «non prevedeva alcun vincolo di popolazione per i comuni destinatari». Dagli atti parlamentari si ricava che, come scrive Nicita, l’emendamento del deputato di FdI «ha ristretto chirurgicamente le condizioni di eleggibilità ai soli comuni sardi e siciliani che risultassero avere – non si sa perché – una popolazione compresa tra i 20.000 e i 35.000 abitanti (sfortunati i comuni con 19 mila e 36 mila abitanti) nonché avere il piano di riequilibrio finanziario, con durata dall’anno 2014 all’anno 2023, approvato dalla Corte dei conti nell’anno 2015 e tuttora soggetto al controllo della Corte dei conti». E adesso, per quella che il senatore dem definisce una «fortunata coincidenza» tutti i 5 milioni destinati a Sicilia e Sardegna sono andati al comune della sorella sindaca, il quale «risulta essere fortemente indebitato ed è riuscito ad evitare il commissariamento grazie all’approvazione del Bilancio nei giorni successivi all’emanazione del decreto interministeriale».Nicita chiede infine al governo «quali misure intende intraprendere per modificare le decisioni assunte», estendendo la platea dei beneficiari per «soddisfare le urgenti esigenze di tutti quei comuni sardi e siciliani, in gravi difficoltà finanziarie per l’erogazione di servizi ai cittadini, i cui sindaci non abbiano la stessa fortuna della sindaca di Avola». Curiosità a margine: nella vicina Noto (come raccontiamo nell’edizione di Siracusa) il sindaco Corrado Figura e il suo predecessore Corrado Bonfanti litigano sui fondi persi. Andati ai “cugini” avolesi.

Cannata che dice?

Sulla vicenda La Sicilia ha interpellato il protagonista. «La solita polemica inutile del Pd, che non conosce le leggi», taglia corto al telefono Cannata, in aeroporto in ansioso (da interista che non può guardare la partita di Champions) rientro da Roma. Il deputato ricorda che «il ddl in commissione è stato votato da tutti» e soprattutto che «ogni anno cambiano le caratteristiche dei comuni e i parametri». A prova di ciò sbandiera il contributo di 1,8 milioni che, grazie a un suo emendamento, l’anno scorso finirono a Venafro, in Molise (che «non sapevo manco dove fosse, ma mi chiamò il sindaco che voleva farmi una statua»), con qualche spicciolo anche a Caccamo. «Io sono stato sindaco e consigliere nazionale dell’Anci e so bene – scandisce Cannata – cosa significa salvare un ente sull’orlo del default». Come è successo ad Avola. «Vabbe’, Avola quest’anno è stata fortunatissima», ammette il deputato. Ma l’amministrazione comunale, rivendica la sorella sindaca, ha lavorato «con serietà, visione e dedizione». E con l’aiutino della norma “salva-sorella”.

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