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La storia

Il richiamo del sangue fa ritrovare i fratelli Gianò: «Manca solo Paolo, ti stiamo cercando»

Vivono ad Avola e sono troppo poveri per tenere 13 figli così Amalia e Salvatore Gianò li affidano bambini a diverse strutture da dove negli anni intraprendono strade diverse finché non si ritrovano

Di Mary Sottile |

Il richiamo del sangue. Quante volte abbiamo sentito questo modo di dire, per indicare quel legame indissolubile tra familiari, più forte delle distanze, più forte del trascorrere del tempo. È il caso della famiglia Gianò, 13 tra fratelli e sorelle, nati tra gli anni ’60 e ’70, ad Avola, in provincia di Siracusa. Una famiglia umile e povera, tanto che i giovani genitori, Amalia e Salvatore, furono costretti a lasciare tutti i figli in un brefotrofio. Alcuni di loro finirono nella stessa struttura a Lentini, altri in città diverse.

I destini diversi

Per loro anche destini diversi: qualcuno venne adottato, qualcun altro uscì dal brefotrofio da maggiorenne. Per decenni ognuno di loro ha vissuto nella consapevolezza di avere una famiglia d’origine, diversa da quella che, in alcuni casi, li aveva accolti in casa, donandogli affetto, stabilità e un destino nuovo. Vite e destini differenti che sono tornati a incrociarsi per volontà di uno di loro: Nino, che oggi ha 47 anni, adottato quando ne aveva 7 da una coppia di Paternò, Barbara e Giuseppe Leonardi. «Da bambino mi chiedeva che fine avesse fatto la sua famiglia – racconta mamma Barbara -. Per lui era importante sapere di quegli affetti persi, sapere che tutti stavano bene. Con mio marito abbiamo voluto esaudire questo suo desiderio. Grazie al nostro legale, l’avvocato Battiati, abbiamo cominciato le ricerche. Abbiamo trovato i documenti della sua storia al Comune di Avola».

Nino con i genitori adottivi

Il desiderio di Nino

Assecondano i desideri di Nino, figlio unico e amato infinitamente, nonostante un leggero deficit che nel lontano 1983 non impedì a Barbara e Giuseppe di prenderlo con loro. «Con mio marito volevamo adottare un figlio – dice ancora mamma Barbara – così abbiamo cominciato l’iter. A quel tempo non potevamo scegliere chi adottare, mi dissero che c’era un bambino di 7 anni, mi spiegarono anche i suoi problemi, ma non mi tirai indietro. Cosa dovevo fare, rifiutarlo? Così come gli era già capitato nella vita? I bambini non sono bambole che possiamo scegliere. L’ho accettato, così come si accetta un dono dal cielo». Nino, all’arrivo in casa Leonardi, comincia a fare quella incessante richiesta ai genitori: ricordava di avere dei fratelli e delle sorelle e da qui quel desiderio, cresciuto con gli anni, di volerli ritrovare.Mamma Barbara e papà Giuseppe, con l’aiuto dell’avvocato Battiati quei fratelli e quelle sorelle, li trovano, con gli anni, quasi tutti. Nino e i suoi genitori adottivi non hanno mai mollato ed eccoli che uno alla volta, quei nomi dei fratelli e delle sorelle Gianò, hanno trovato anche un volto che si è trasformato, poi, anche in un caldo abbraccio. All’appello ne mancano due: uno è deceduto da bambino, lasciando i fratelli in 12; l’altro invece, è stato adottato: il suo nome è Paolo e oggi ha 49 anni.

La grande reunion

Intanto, qualche anno fa tutti i fratelli e le sorelle si sono pian piano ritrovati e da allora non si sono più persi di vista. Giovanni, che vive a Palermo e oggi ha 51 anni; Ninfa, la più grande, riabbracciata e persa perché deceduta qualche anno fa; Graziella, residente ad Avola così come il fratello Angelo; Maria che abita a Noto; Sonia, che vive a Piacenza; Roberto a Modica; Lucia a Pachino; Vera, purtroppo morta prima di riabbracciare tutti i fratelli e le sorelle. L’ultima, tre anni fa, a essere ritrovata è Daniela che vive a Siracusa. Qualcuno di loro, negli anni, è anche riuscito a recuperare e mantenere i rapporti con i genitori naturali, entrambi scomparsi.

Il messaggio rivolto a Paolo

All’appello manca solo Paolo. Di lui sappiamo che era stato portato in un brefotrofio prima a Siracusa e poi a Lentini, nella stessa struttura c’erano i fratelli Giovanni e Nino. Paolo è nato nel 1974, oggi ha 49 anni, ed è stato adottato all’età di 9 anni da una famiglia di Catania. I genitori naturali sono mamma Amalia e papà Salvatore Gianò, scomparsi entrambi qualche anno fa, con la loro vita trascorsa sempre ad Avola. «Ho questo grande desiderio – ci dice Nino – di riabbracciare mio fratello Paolo -. Non ricordo più nulla di lui. Per me è importante. Ho trovato tutti i miei fratelli e le mie sorelle». Un legame particolare quello di Nino, con Paolo e Giovanni, anche perché tutti e tre sono cresciuti, fino all’adozione, nello stesso brefotrofio anche se, chissà perché, a Nino non avevano mai detto che due dei suoi fratelli erano in quella stessa struttura dove lui ha trascorso i suoi primi 7 anni di vita fino all’adozione, convinto di essere solo.Ora tocca a Paolo. A cui va il messaggio di Nino: «Se ci sei e stai leggendo questa storia, sappi che c’è un fratello che ti cerca e vuole riabbracciarti e da lì chissà, riunire tutta la famiglia Gianò che potrà incontrarsi un giorno per appropriarsi di ciò che il destino ha voluto loro sottrarre». Perché nonostante si possa avere tutto l’affetto del mondo che arriva da una famiglia adottante, l’adottato cresce con un vuoto dentro che solo l’abbraccio con i propri familiari può sciogliere e cancellare per sempre.

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