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Le Zes stanno per partire: una scommessa per la rinascita del territorio siciliano

Di Tony Zermo |

C’è grande interesse per le Zes (zone economiche speciali) da parte dei Comuni siciliani. Gli ettari impegnati in rapporto alla popolazione dovrebbero essere 5.700 per l’intera portualità siciliana e invece ci sono richieste per 15mila ettari. L’assessorato regionale alle Infrastrutture sta facendo un lavoro di selezione delle richieste ed entro questo mese dovrebbe dare la mappa definitiva delle Zes, visto che in altre zone del paese funzionano già e che nel mondo ce ne sono 2.700. Le Zes sono sostanzialmente la rivisitazione moderna di quello che era una volta il porto franco, dove le merci arrivavano senza pagare nulla, venivano lavorate in loco senza pagare e poi venivano smistate senza pagare nulla.

In altri Paesi sono già avanti, noi dobbiamo ancora cominciare. «Imprenditori di tutto il mondo ci dicono di fare presto perché vorrebbero venire da noi, ma ancora non è stato possibile dare il via», ha detto il presidente dell’Autorità di sistema del Mare Jonio, Andrea Annunziata, nel corso di un dibattito sulle Zes alla Jonica. Erano presenti autorità e imprenditori particolarmente interessati all’avvio delle Zes.

«Con il raddoppio del Canale di Suez – ha aggiunto Annunziata – la Sicilia è diventata ancora più interessante essendo praticamente frontaliera. E noi ci stiamo attrezzando nei due porti di Catania ed Augusta che sono nella nostra gestione e dove i lavori vanno avanti bene». E senza rivalità di campanile. Ricorderete le burrascose vicenda legate al porto di Augusta e nello stesso tempo lo scontro per avere la leadership con l’Unione europea che ha definito il porto di Augusta “core”, cioè di interesse comunitario, e con Catania che rivendicava la centralità della sua posizione con una piattaforma logistica tra le più importanti d’Europa: porto, aeroporto, ferrovia, autostrade nel giro di un paio di chilometri. Posizione richiamata con forza dall’ex commissario al Porto, Cosimo Indaco, nel corso della discussione. Diciamo che uno degli indiscussi meriti del presidente Annunziata è stato quello di mettere fine alle diatribe territoriali. Ora bisogna lavorare tutti insieme per sciogliere i tanti nodi.

Facciamo un breve elenco: il completamento dei lavori al porto di Augusta per la realizzazione del cantiere navale e per il raccordo ferroviario con la linea Siracusa-Catania. E, per quanto riguarda Catania, la ripresa dei lavori nella darsena bloccati da tempo dopo il fallimento della società Tecnis, che aveva l’appalto e l’affidamento a un curatore nominato dal Tribunale. Infine, l’eliminazione ambientalmente necessaria del vecchio cementificio inutilizzato da anni. Il porto di Catania sta scoppiando, ha bisogno di allargarsi, ma senza pretendere di andare a toccare gli stabilimenti della Plaia.

I porti di Catania e di Augusta sono una risorsa preziosa per il rilancio del territorio. I territori inerenti alle Zes saranno al 70% nella Sicilia orientale e al 30% nella Sicilia occidentale, dato che sul versante orientale c’è una maggiore densità portuale. Si tratta adesso di partire, perché abbiamo atteso troppo tempo le norme di attuazione, facendo sorgere il sospetto che, essendo stata varata dal precedente governo, non sia molto gradita al ministro grillino Toninelli, che non perde battuta nella polemica con il governatore Nello Musumeci.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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