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Presentati i Piani d’azione per le Aree a rischio: incompleto quello di Siracusa

Nel piano aretuseo mancano tutti i dati richiesti alle aziende della zona industriale di quell’area

Di Massimiliano Torneo |

Certo, il problema più pressante, al momento, per le aziende della zona industriale del Siracusano non è quello delle emissioni convogliate o non convogliate, degli eventuali superamenti di quantità di inquinanti in atmosfera, dei Codici di autoregolamentazione da aggiornare, quanto piuttosto la stessa sopravvivenza da una crisi che potrebbe essere acuita dall’eventuale stop di Isab-Lukoil con l’imminente embargo al greggio russo. Epperò il dato è rilevante. Sono state presentate da Arpa Sicilia le proposte di Piani di azione a breve termine per le tre Aerca (Aree ad elevato rischio di crisi ambientale: Comprensorio del Mela, Caltanissetta e Siracusa) e solo il Piano di Siracusa risulta incompleto: mancano, cioè, tutti i dati richiesti alle aziende della zona industriale di quell’area.

A sottolinearlo è Anna Abita, responsabile dell’unità Monitoraggi ambientali di Arpa Sicilia. I Piani, ancora in forma di proposte perché dovranno essere successivamente adottati dal dipartimento regionale Territorio e ambiente, sono stati presentati a Palermo. Quello di Siracusa mostra alcune vecchie criticità della qualità dell’aria del Siracusano registrate dalle centraline pubbliche: picchi orari di benzene molto alti e superamenti delle medie orarie e giornaliere di idrocarburi non metanici; mentre di tanto in tanto i superamenti riguardano l’h2s. Alla voce “Effetti della contaminazione dei comparti ambientali sulla popolazione”, il Piano di Siracusa parla di “”Effetti non sempre noti e facili da mettere in evidenza in termini eziologici”, ma anche di “tasso standardizzato di mortalità per tutte le cause in entrambi i sessi risulta più elevato rispetto al valore nazionale” e “riguardo alle singole cause, valori superiori rispetto al contesto nazionale si riscontrano in entrambi i sessi per il tumore del colon-retto, per il diabete, per le malattie del sistema circolatorio con particolare riferimento ai disturbi circolatori dell’encefalo”. Tutto ciò attingendo alla letteratura scientifica e epidemiologica prodotta in questi anni. Ma come detto, il Piano è stato presentato incompleto. “Il Piano d’azione proposto per l’Aerca di Siracusa non è completo perché non tutte le aziende hanno fornito i dettagli richiesti”, dice Anna Abita. Che aggiunge: “Quindi al contrario di quelli della Valle del Mela e di Gela, che sono completi e ora potranno essere adottati dalla Regione, quello di Siracusa è solo a una prima bozza: non tutti i dati che sono stati richiesti alle aziende sono stati forniti”. Si tratta, fuori dai tecnicismi, dei vecchi Codici di autoregolamentazione: “Questi Piani sostituiscono – spiega Abita – quei Codici di autoregolamentazione presenti e ancora vigenti sul territorio, che però sono datati”.

Al contrario del Piano di Tutela della qualità dell’aria, in sintesi, che individua misure di contrasto a lungo termine, questo strumento vorrebbe individuare le misure immediate: “L’obiettivo del Piano d’azione a breve termine è quello di individuare delle soglie di sostanze che possano essere critiche per il territorio – spiega ancora Abita – al seguito dei cui superamenti le aziende, automaticamente, devono porre in essere alcune misure per ridurre il carico emissivo”. L’obiettivo è questo, insomma, se si vuole semplificare: azioni a breve termine per avere una risposta immediata in momenti di emergenza. “Per fare questa elaborazione – spiega ancora la responsabile dei Monitoraggi Arpa Sicilia – oltre ai dati di qualità dell’aria, chiediamo alle aziende i dati degli Sme, ossia i Sistemi di monitoraggio in continuo che ci sono in alcuni camini degli impianti: non tutte le aziende ci hanno fornito questi dati. Il Piano non è completo per questo”. Dai dati raccolti dall’Arpa, si evince che nel territorio le concentrazioni più elevate registrate sono gli idrocarburi non metanici e i picchi orari di benzene. E di tanto in tanto anche i superamenti di h2s. Quest’ultima con una frequenza meno importante. “Speriamo che questa presentazione pubblica – ha concluso la dirigente Arpa Sicilia – possa sollecitare le aziende a fornire i dati”. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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