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IL CASO

Ias Priolo, revocata autorizzazione a scaricare nel depuratore: a rischio l’attività del polo industriale

Versalis, Isab sud, Air liquide e Erg power potrebbero essere costrette a fermare gli impianti

Di Massimiliano Torneo |

Stavolta non sembrano esserci alternative al peggiore degli scenari dal punto di vista produttivo: fermata degli impianti di alcune tra le maggiori aziende dalla zona industriale e ricadute su tutto il polo. L’Irsap, che è l’ente pubblico attraverso cui la Regione controlla Ias, ha revocato a Priolo servizi l’autorizzazione allo scarico nel depuratore. Per effetto di questa revoca, dunque, tutte le aziende che attualmente scaricano nell’impianto consortile tramite Priolo servizi non potranno più farlo e, di conseguenza, saranno costrette a fermare le loro attività.

E sono Versalis, Isab sud, Air liquide e Erg power. La revoca dà seguito a provvedimenti emessi dalla Procura della Repubblica e dal gip del tribunale, su richiesta dei consulenti tecnici nominati dall’autorità inquirente nell’ambito dell’inchiesta che lo scorso giugno ha portato al sequestro preventivo del depuratore, delle quote e dell’intero patrimonio aziendale della società. E alla disposizione secondo cui il depuratore avrebbe potuto continuare a ricevere e trattare solo i reflui domestici dei due comuni (Priolo e Melilli), ma non più i reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale. Eventualità che, di fatto, sta per accadere adesso, evidentemente a conclusione dell’attività di consulenza dei periti nominati dal tribunale.

È un provvedimento inquietante per la produzione dell’intera area, ma non va dimenticato che arriva a seguito di accuse gravi. Con 26 persone (19 fisiche e 7 giuridiche) cui è stato contestato il reato di disastro ambientale aggravato in relazione all’inquinamento atmosferico e marino. Inchiesta che coinvolge, oltre ai vertici della società Ias, anche quelli di Versalis, Sonatrach, Raffineria Italiana, Esso, Sasol, Isab e Priolo servizi.

Secondo le conclusioni della Procura, avallate dal gip, la gestione “abusiva” del depuratore avrebbe prodotto negli anni l’immissione illegale in atmosfera di circa 77 tonnellate all’anno di sostanze nocive e di oltre 2.500 tonnellate di idrocarburi in mare, tra il 2016 e il 2020. Alla novità della revoca dell’autorizzazione a scaricare nel depuratore, si aggiunge anche l’allargamento della lista di indagati a un’altra decina di persone.

Indiscrezioni identificherebbero tra questi altri indagati anche membri delle commissioni che, per conto della Regione, hanno rilasciato le recenti Autorizzazioni integrate ambientali a Ias.

Giovedì prossimo, su convocazione dell’amministratore giudiziario, Piero Capitini, le aziende coinvolte si riuniranno insieme alla struttura commissariale per individuare i tempi necessari per l’interruzione del conferimento dei reflui nelle condizioni di sicurezza per gli impianti: insomma, un modo per stabilire un cronoprogramma per l’arresto delle operazioni. E quello, conseguente, degli impianti. Solo dettagli tecnici, dunque: la sostanza è scandita nei provvedimenti della Procura e del gip, che non danno alternative.

L’allarme è già arrivato ai sindacati dei Chimici: “Come se non fosse sufficiente l’incertezza sul destino dell’area industriale siracusana, legato a come i prossimi governi regionale e nazionale intendono affrontare la partita dell’imminente embargo del petrolio russo, un’altra tegola si abbatte sul futuro dell’occupazione dell’area industriale e di tutto il territorio”, lo dicono i segretari regionali e territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil Giacomo Rota e Fiorenzo Amato, Stefano Trimboli e Alessandro Tripoli, Giuseppe Di Natale e Sebastiano Accolla. Le tre sigle ritengono “necessario un immediato e serrato confronto tra aziende, sindacato e istituzioni per mettere in evidenza problemi e possibili soluzioni che consentano di poter proseguire con le attività industriali in piena sicurezza e sostenibilità”. Aggiungendo di riconoscere “il ruolo e l’autorevolezza delle attività condotte della magistratura”, annunciano pure una mobilitazione nei prossimi giorni. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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