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Sciopero petrolchimico, il tavolo del governo manda in tilt l’unità sindacale: Uil si sfila

“Di fronte a un tavolo aperto non si è mai sentito che si scioperi – dice - Perché c’è un’apertura, un confronto. Noi abbiamo sempre fatto così", ha spiegato la segretaria generale Uil Sicilia, Luisella Lionti

Di Massimiliano Torneo |

Si rompe il fronte sindacale sullo sciopero proclamato per venerdì prossimo per le emergenze del polo industriale siracusano: Cgil e Cisl lo confermano, la Uil si sfila. È bastato che il governo nazionale convocasse un tavolo – peraltro lo stesso giorno: venerdì 18 – per mandare in tilt l’unità sindacale. Le ragioni, secondo chi si è sfilato, sarebbero lapalissiane. Le ha spiegate la segretaria generale Uil Sicilia, Luisella Lionti: “Di fronte a un tavolo aperto non si è mai sentito che si scioperi – dice – Perché c’è un’apertura, un confronto. Noi abbiamo sempre fatto così. Non è la prima volta. Il senso dello sciopero – spiega – era quello di chiedere un tavolo, un confronto: ora c’è”. Lo sciopero era stato proclamato unitariamente per “la gravissima crisi che investe l’intera area industriale, con la preoccupazione crescente per il blocco delle attività (di Isab.Lukoil ndr) a seguito dell’annunciato embargo sul petrolio russo, che rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema economico del nostro territorio”. Con l’aggiunta delle preoccupazioni per un clima generale che avrebbe dovuto favorire “opportunità e riscatto con gli obiettivi della transizione energetica” e che invece “rischia di trasformarsi in una vera tragedia sociale”. Dal governo, nel frattempo, per scongiurare la questione più pressante del polo, ossia il rischio chiusura delle raffinerie Isab-Lukoil, sono arrivati in due settimane: l’emissione di una comfort letter, per rassicurare le banche; le garanzie Sace per permetterne i finanziamenti; la convocazione di un tavolo con ministri, parti sociali, sindaci del territorio e azienda. Quest’ultima iniziativa, convocata per venerdì dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha aperto un dibattito tra le forze sindacali sull’opportunità di confermare lo sciopero, che si è tradotto in una riunione fiume sfociata sabato mattina nella scelta Uil di defilarsi: “Rispettiamo la decisione delle strutture territoriali di Cgil e Cisl – ha sottolineato la segretaria generale della Uil Sicilia, Lionti, insieme con i segretari generali siracusani delle organizzazioni di categoria Uiltec, Uilm, Feneal, Uiltucs e Uiltrasporti Seby Accolla, Giorgio Miozzi, Severina Corallo, Anna Floridia e Silvio Balsamo – che, pur sapendo del nostro invito a tenere in debita considerazione la novità rappresentata dalla convocazione in sede ministeriale, hanno scelto di confermare lo sciopero del settore industria con corteo a Siracusa. Noi non siamo d’accordo e ribadiamo per quel giorno, nel corso della riunione, la necessità di un presidio dinanzi al ministero in modo da far sentire e vedere la presenza dei veri protagonisti: i lavoratori di Lukoil e del petrolchimico siracusano. Questa è una vertenza di rilievo nazionale. Merita, quindi, di oltrepassare i confini territoriali e raggiungere i luoghi delle istituzioni politiche perché a esse spetta offrire soluzioni concrete e immediate”. Con il passare delle ore da Uil sono sopraggiunti altri distinguo: “Non ci convince che Cgil e Cisl chiedano il coinvolgimento delle controparti datoriali. Auspichiamo, allora, un ripensamento di Cgil e Cisl mentre annunciamo per il 18 un presidio di fronte al Mimit in attesa di conoscere gli esiti del confronto, a seguito del quale decideremo come proseguire con le iniziative che auspichiamo possano essere unitarie”.

Cgil e Cisl, come detto, hanno preso un’altra decisione. Confermando lo sciopero, la mobilitazione e il corteo di venerdì per le vie di Siracusa sino in Prefettura: “Abbiamo accolto con cauto ottimismo la convocazione del tavolo tecnico al ministero, ma la nostra mobilitazione poggia su una piattaforma più ampia dove la vicenda Lukoil è solo una parte”, hanno detto i segretari generali Roberto Alosi e Vera Carasi. Che hanno aggiunto: “Il nostro non è uno sciopero “contro”, ma una mobilitazione “per” e auspichiamo un ripensamento della Uil nelle prossime ore affinché l’unità sindacale resti valore imprescindibile”. I vertici di Cgil e Cisl saranno comunque al tavolo convocato dal governo. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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