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Oncologia cinque anni dopo resta ad Avola: all'Umberto I mancano gli arredi

Durante il Covid per diversificare gli accessi era stato trasferito. Ma per i pazienti è uno stress inaccettabile

04 Settembre 2025, 09:42

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A distanza di cinque anni e mezzo dovrebbe essere imminente il ritorno del l'Unità operativa di Oncologia medica all'ospedale Umberto I di via Testaferrata. Il trasferimento al nosocomio “Di Maria” di Avola si era reso necessario nel 2020 a seguito della diffusione del Covid.

Al posto di quel reparto, com'è noto, era stato collocato un secondo Pronto soccorso per diversificare l'accesso ed evitare contaminazioni con i pazienti affetti da Covid.

Un trasferimento temporaneo- almeno nelle intenzioni - in attesa che, superata la crisi pandemica, si attrezzasse il nuovo Pronto soccorso, operazione avvenuta poco più di un anno fa. I locali al pianterreno del nosocomio sono tornati disponibili ma Oncologia continua a rimanere ad Avola.
«Da notizie apprese appena qualche giorno fa – spiega Salvo Sorbello, presidente dell'Osservatortio civico – il direttore generale dell'Asp, Caltagirone, ha spiegato che per il ritorno a Siracusa di Oncologia occorre soltanto la fornitura degli arredi che dovrebbe avvenire in questi giorni. Ciò comporterebbe l'imminenza del trasferimento dell'intera unità nel nostro ospedale».

All'Osservatorio pervengono diverse segnalazioni di disagi per molti utenti, alcuni dei quali non hanno mezzi di trasporto per recarsi ad Avola per sottoporsi alle terapie.
«E' fondamentale che Oncologia torni all'Umberto primo al più presto – dice Sorbello – nel nostro territorio contiamo qualcosa come seicento pazienti oncologici, numero che, purtroppo, è in crescita. Basterebbe solo questo per indurci a velocizzare il ritorno dell'Unità operativa nel capoluogo, baricentrico rispetto ad Avola dove rimarrà il servizio ambulatoriale per tutta la zona sud della provincia».
Nella nuova rete ospedaliera sono previsti in provincia diciotto posti letto ordinari e quattro in day hospital per Oncologia.

All'Umberto primo sono destinati dieci posti letto e due in day hospital mentre ad Augusta il rapporto è di 8 con 2. A proposito di nuova rete ospedaliera siciliana, dopo le polemiche di maggio, la nuova bozza sarà valutata il 10 settembre dalla commissione Salute dell'Ars dopo i rilievi e gli aggiornamenti apportati dai commissari. «Terremo altissima l'attenzione anche su questo fronte – aggiunge Sorbello – abbiamo avuto la possibilità di consultare la bozza che dovrà essere esitata dalla Giunta Schifani prima di passare nuovamente in commissione per il parere non vincolante e siamo soddisfatti perché, rispetto alla bozza precedente, la terza riporta per il nostro nuovo ospedale la dicitura di Dea di secondo livello».

La lettera di un paziente

Da anni sono paziente oncologica e da anni, ormai dal 2021, che da Siracusa devo raggiungere Avola per le cure del caso. È da quando ho messo piede in quel reparto che sento parlare di ritorno nella struttura ospedaliera del capoluogo, eppure nulla si muove. Mi chiedo se i vertici dell’Asp hanno presente cosa possa significare per un malato di cancro affrontare le trasferte sanitarie, soprattutto quando si è in piena chemioterapia.

Vero che esiste l'accompagnamento, ma questo ben poco incide sulla condizione generale di salute in cui precipita un malato oncologico quando si trova in quel vortice infame fatto di forti malesseri, di dolori lancinanti, di nausee irrefrenabili. In questo girone infernale siamo tanti, direi persino troppi. E tutti lagniamo il medesimo disagio. Peraltro risulta incomprensibile il motivo per il quale Oncologia non è stata riportata nella sua sede originale: il nuovo Pronto soccorso - ampiamente pubblicizzato dall’Asp tramite i media locali - è stato completato e pertanto i locali “usurpati” nel 2020 al reparto oncologico per via del Covid, ritengo che ora siano nuovamente disponibili.

Quindi perché non si provvede? Perché non ci si cura con maggiore attenzione dell'esercito di malati di tumore che popola questa provincia? Non credo che il disagio riguardi solo i pazienti. Oltretutto sembra che anche lo stesso personale dell’Unità operativa sia ormai rassegnato a restare al Di Maria; ogni qual volta si chiede a qualcuno di loro se hanno sentore di rientro all’Umberto I, guardano con espressione incerta. Credo che ci sia troppa “leggerezza” nell'affrontare una questione così tanto delicata.

(lettera firmata)