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Sortino, miele “amaro” il poco che c’era lo hanno mangiato le api

Stagione da dimenticare per un fiore all'occhiello della produzione mellifera siciliana, il miele di zagara. Solo un kg ad alveare, non era mai accaduto

Di Paolo Mangiafico |

 A memoria d’uomo nessun apicoltore sortinese ricorda di non avere raccolto neppure una piccola produzione di miele di zagara d’arancio. In questi giorni, infatti, secondo la tradizione apistica si dovrebbero smielare le arnie del miele prodotto durante la fioritura degli aranceti. E grande è stata la sorpresa degli apicoltori quando si sono trovati ad una scena che ha dell’incredibile: non c’era stata nessuna produzione di miele di zagara. Infatti, quel poco che era stato prodotto, le api se lo sono mangiati per sopravvivere. Produzione di miele di zagara di arancio quindi, azzerata nella zona iblea siracusana. Il fenomeno non è stato isolato ma comune in tutta la Sicilia dove la produzione è stata letteralmente falcidiata: non più di un chilo di miele di zagara ad alveare.

Le associazioni degli apicoltori siciliani hanno chiesto alla Regione siciliana e al Governo nazionale la dichiarazione dello stato di calamità naturale. La causa della mancata produzione di miele è da ricercarsi nelle avverse condizioni meteorologiche delle scorse settimane, segno di un clima letteralmente impazzito. Freddo e vento fuori stagione, alternati, hanno limitato i voli delle api che hanno lasciato le arnie solo per poche ore al giorno limitandosi di fatto a raccogliere quanto è bastato per la loro sopravvivenza. Poi la pioggia di sabbia proveniente dal Sahara ha fatto il resto. Alla mancata produzione di miele di zagara si aggiunge adesso il rischio di perdere, dunque, anche quella del miele di millefiori perché neanche sulle miriadi di fiori che sono spuntati in primavera, gli apicoltori sono fiduciosi.

L’eccezionalità dell’annata, impone misure straordinarie, se non vogliamo lasciare nella disperazione i nostri valorosi produttori e se non vogliamo perdere questo patrimonio eccezionale, anche dal punto di vista della salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Sulla particolare situazione è intervenuto l’ex assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera. «Conoscendo la sensibilità del Governo regionale e avendo precisa contezza della capacità del dipartimento Agricoltura della regione siciliana – ha detto Bandiera – suggerisco di attivare, immediatamente, l’iter di modifica dell’attuale Programma di sviluppo rurale, che già negli scorsi anni abbiamo realizzato più volte, con successo, andando incontro, concretamente, ad alcune emergenze che attanagliavano comparti importanti della nostra agricoltura». Infatti, bisogna sostenere l’apicoltura per la preservazione della biodiversità. Pertanto per il suo sostegno sarebbe possibile erogare aiuti economici che, in base alle economie presenti e ai fondi assegnabili, potrebbero avere importi da 22 a 40 euro ad alveare, con tetti di 20-30 mila euro, per ogni singola azienda. Sostenere concretamente le nostre aziende attraverso l’impiego di fondi comunitari e senza gravare sul bilancio regionale è possibile».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA