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Sparatoria in agrumeto, altro guardiano in carcere dopo racconto del ferito

Di Redazione |

SIRACUSA – Deve rispondere degli omicidi volontari di Massimiliano Nunzio Casella, 47 anni e di Vincenzo Agatino Saraniti, 19 anni, e del tentato omicidio di Gregorio Signorelli, 36 anni, e di porto in luogo pubblico di arma comune da sparo. Luciano Giammellaro, 70 anni, è stato fermato dalla polizia perché la notte del 9 febbraio si trovava anche lui insieme a Giuseppe Sallemi, 42 anni, nel fondo agricolo di contrada Xirumi a Lentini, nel Siracusano, luogo della sparatoria mortale. Gli agenti della squadra mobile di Siracusa, si spiega dalla Questura, hanno subito intuito che Sallemi non aveva potuto agire da solo «nell’esecuzione dell’azione delittuosa, così cruenta e letale nei confronti dei soggetti che si erano recati nella zona per perpetrare il furto delle arance mature».

Gli investigatori, coordinati dal dirigente Gabriele Presti, hanno avuto la conferma dalle parole di Signorelli ricoverato in ospedale. L’unico superstite avrebbe raccontato che «mentre si trovava coi due deceduti per compiere un furto di arance nelle campagne di Lentini a confine con Scordia, era stato raggiunto da Sallemi e da un altro soggetto che quest’ultimo chiamava Luciano che effettuavano attività di guardiania per i terreni agricoli» e «i due esplodevano diversi colpi di fucile contro i tre». Grazie anche alle dichiarazioni dei proprietari terrieri della zona e dei familiari delle vittime, è stato identificato Giammellaro delineando un contesto «dell’abusiva attività di guardiania che si svolge in quella zona agricola, svolta da Sallemi in compagnia del Giammellaro, quest’ultimo, diversamente dal primo, non legato da alcuna dipendenza lavorativa con le aziende agricole e formalmente mero pensionato». Giammellaro, rintracciato nell’abitazione di conoscenti a Brucoli, da poliziotti del commissariato di Lentini, è stato trasferito nel carcere di contrada Cavadonna a Siracusa, in attesa della convalida del fermo da parte del Gip. 

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