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«Tenere “agganciata” la società isolana uno sforzo quotidiano quasi titanico»

Di Antonino Raspanti* |

Un compleanno per “La Sicilia” non privo di preoccupazione; che nasce da motivi opposti all’entusiasmo audace che segnò la sua nascita, il 15 marzo 1945. Un testacoda accomunato dal vento gelido della guerra. Dalla atroce distruzione dell’ultima grande guerra si usciva con la voglia di ricostruire, purificati dalle roboanti menzogne del populismo politico e determinati ad attestarsi sui principi della libertà e dei più alti valori morali.  Oggi siamo preoccupati non solo per le immagini di morte che arrivano dall’Ucraina, ma anche perché avvertiamo che l’edificio costruito dai nostri padri sulle macerie dell’ultima guerra è pieno di fessure profonde che si estendono alle fondamenta. Non solo non riusciamo a riordinare la vita pubblica, dalle amministrazioni di città e regioni all’amministrazione della Giustizia, dalla messa all’angolo della delinquenza alla corruzione dilagante, ma stentiamo a dare futuro a generazioni giovani motivate. Hanno spazio profittatori che rivendicano diritti esasperatamente individualistici, mentre si è timidi sulla moralità, sul senso del dovere, sul rispetto dell’autorità, sul sacrificio per un bene più grande e comune. Lamentiamo nei corridoi, nei salotti e nei convegni le crepe della democrazia liberale, che si rivela esanime dinanzi alla prepotenza di un invasore e rimuove costantemente il fatto che la gara del più forte del pianeta è giocata quotidianamente con le armi nei vari territori e non solo col gioco sportivo.  Una rimozione che potrebbe costarci cara, soprattutto perché dimentica colpevolmente che la libertà va difesa ogni giorno con la sana istruzione dei giovani, l’emulazione di alte figure morali, il rispetto delle leggi e dell’autorità, l’eliminazione delle ingiustizie e il sostegno ai deboli. Non debbo ripetere il valore del contributo che un quotidiano come “La Sicilia” ha dato e continua a dare alla società siciliana. Apprezzo lo sforzo del giornale, credo persino titanico, di tenere agganciata ogni giorno la società isolana, con i suoi avvenimenti e le sue prospettive, alla vita nazionale e internazionale, tramite le quali fecondarsi e rigenerarsi, non declassando il proprio apporto né spregiando la propria dignità. Difficile equilibrio da mantenere tra l’esaltazione dell’Isola più bella del mondo e la tentazione di considerarla una terra irredimibile. “La Sicilia” ci aiuta a mantenere l’equilibrio; per questo con animo grato auguro buon compleanno al giornale, al suo editore, a tutti coloro che vi lavorano. *Vice presidente della Cei

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