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L'intervista

Antonio Mannino, il papà di Etna Comics: «Organizzare eventi? Una roba da supereroi»

Il Festival della cultura pop a Catania dall'1 al 4 giugno con ospiti come Manara, Cristoforetti e Borghi. «La passione è tanta e siamo cresciuti ma la logistica rende tutto più complicato. Un biglietto Roma-Catania costa 700 euro»

Di Yvonne Malfa |

«L’organizzazione dell’evento in genere implica un impegno che inizia alla fine dell’evento precedente. Ci si sta un anno per pianificare una produzione così mastodontica e articolata come quella di Etna Comics. In alcuni casi, anche oltre l’anno, ad esempio già adesso abbiamo delle cose pianificate per il 2025. Questa è una delle peculiarità di un evento del genere, è una macchina che non si può mai fermare; perché coinvolge ospiti di caratura internazionale e realtà di livello importante, è logico che devono calendarizzare la loro presenza nei quattro giorni dell’evento, se ciò non è possibile, la partecipazione di un dato ospite si sposta all’anno successivo».Antonio Mannino, catanese doc e direttore generale ed artistico di Etna Comics, il Festival Internazionale del fumetto, del gioco e della cultura pop che quest’anno si terrà dal 1 al 4 giugno al centro fieristico Le Ciminiere di Catania, si racconta e racconta il dietro le quinte del Festival più grande del Sud Italia, ormai giunto alla sua 11° edizione.

Nato nel 2009 è diventato il Festival della cultura pop

Ideato nel 2009 come Festival del fumetto, negli anni è poi diventato il Festival della cultura pop e ha riscosso e continuare a riscuotere grande successo, dando alla Sicilia visibilità a livello internazionale.

Ci racconti delle origini di Etna Comics.«È nat0 in sordina, con delle aspettative sicuramente diverse, come Fiera del Fumetto.Negli anni ci siamo allargati al contesto della cultura pop. Abbiamo tanti primati, ad esempio, nel 2012 siamo stati i primi in Italia a dedicare una sezione alle Web Stars con la Youtube Valley, nel 2013 siamo stati i primi in Italia a lanciare una sezione dedicata unicamente agli sport che poi nel frattempo sono diventati una peculiarità importante nel mondo giovanile, con una delle più grandi arene che c’erano in Europa, abbiamo preso una sala delle ciminiere da 1200 posti e l’abbiamo trasformata in un immenso teatro con proiezioni e giochi live. Sempre nel 2013 abbiamo cambiato il claim di Etna Comics da Festival Internazionale del Fumetto a Festival Internazionale della Cultura Pop. Siamo diventati un Festival che racconta un po’ tutti quelli che sono gli aspetti culturali e quindi è proprio un festival di cultura popolare. Non è più solo un Festival del Fumetto. Poi abbiamo aperto anche la sezione dedicata al cinema. Insomma, ogni anno ci sono delle novità. Nel 2022, ad esempio, la novità è stata l’area dedicata al fumetto erotico».

“Ci saranno 12 aree tematiche”

E quest’anno cosa ci dobbiamo aspettare?«Quest’anno non ci saranno delle aree nuove, però abbiamo cambiato tutto l’assetto interno della manifestazione. Abbiamo cambiato la dislocazione logistica di alcune aree e certamente abbiamo implementato l’area games quella dedicata ai giochi da tavolo. Chiaramente abbiamo messo anche l’area family perché c’è una sezione tutta comics che è proprio dedicata ai ragazzi fino ai 13 anni con delle attività pensate proprio per loro. Ci saranno dodici aeree tematiche. È un festival che racconta la cultura popolare in termini molto semplici e immediati e per certi aspetti anche raffinati, con ospiti di varia natura da Milo Manara, attori, scienziati e grandi personaggi come Samantha Cristoforetti. È dunque un percorso nella cultura pop che sono certo piacerà».

Etna Comics è diventato, negli anni, il Festival più grande del Sud Italia: ci parli del dietro le quinte e in particolare di quanto sia complicato organizzare una manifestazione così importante in Sicilia.«Le difficoltà di organizzare un evento in Sicilia sono tantissime. Innanzitutto perché tutti gli ospiti devono viaggiare in aereo. In questo periodo stiamo comprando biglietti da Roma. L’andata e ritorno Roma- Catania costa 700 euro, come un biglietto per New York. Sono costi davvero improponibili. La cosa ancora più triste e che trovandoci in una parte dell’Italia periferica, i grossi espositori e le grandi realtà debbono affrontare costi non indifferenti per raggiungerci perché devono arrivare con i camion, le navi. Questa cosa ha giocato a nostro sfavore negli anni ma è un gap che stiamo cercando di recuperare. Noi organizzatori di eventi siamo dei grandi problem solver».

E se l’evento fosse altrove sarebbe, sempre in termini organizzativi, tutto più semplice?«Penso di sì. Anche il posto che ospita l’evento, cioè Le Ciminiere, pur essendo un posto stupendo, prezioso e prelibato perché è questa città dentro la città, a due passi dal centro storico, dalla stazione, dalla metropolitana, pur avendo tante caratteristiche positive, è un centro fieristico pensato negli anni 70 quindi chiaramente ha delle pecche legate a un progetto antico».Nonostante ciò, è ormai la casa di Etna Comics. Malgrado ci siano tante pecche nella nostra bella e dannata terra, l’accoglienza siciliana è imbattibile…«Il visitatore che viene a Catania per l’Etna Comics o per qualsiasi altro evento trova un’accoglienza che difficilmente troverebbe da altre parti e delle peculiarità che sono irripetibili in qualsiasi altra parte del mondo cioè il cibo, il mare, la montagna, il centro storico e archeologico. Abbiamo delle attrattive collaterali che a volte superano l’interesse stesso dell’evento in sé. Da questo punto di vista, siamo molto fortunati».

Il ritorno di Milo Manara che firma il manifesto

Il Manifesto di quest’anno raffigura Agata ed è firmato da Milo Manara…«Il Manifesto del 2023 conclude un percorso con cui abbiamo raccontato miti e leggende catanesi. Cominciato nel 2017 con il Paladino Uzeta. Poi nel 2018 abbiamo disegnato Eliodoro, nel 2019 il mito di Gammazita. Nel 2022 lo slogan è stato “Melior de cinere surgo”, con uno scorcio di Catania che è il fortino della Porta Ferdinandea. Quest’anno abbiamo ripreso quello che doveva essere il manifesto del 2020, cioè della X edizione, con l’immagine di Agata. Abbiamo voluto dedicare questo manifesto ad Agata, che rappresenta la bellezza, la raffinatezza, l’esplosione di colori di gioia di dolcezza, abbiamo deciso di affidare questo compito al più grande maestro mondiale del fumetto che racconta la bellezza da sempre nel miglior modo possibile che è Milo Manara che ci ha regalato un quadro di rara bellezza che insomma state vedendo adesso ovunque in città e che sono certo è apprezzato da tanti. Non rappresenta Agata in maniera offensiva ma di assoluto rispetto».E secondo lei che ne penseranno i devotissimi? Potrebbe essere vista come un’immagine offensiva della Santa?«Secondo me no. È una domanda che mi sono posto anche io. Noi non abbiamo mai voluto rappresentare Sant’Agata, noi abbiamo voluto rappresentare Agata cioè la donna, la ragazza, il suo simbolo di bellezza. Non il suo simbolo sacro. Non abbiamo ricevuto critiche, anzi abbiamo ricevuto complimenti all’Arcivescovado. L’Arcivescovo mi ha chiamato personalmente per complimentarsi per questa immagine così bella di Agata».E il manifesto Variant di questa edizione?«È di Davide Paratore, giovanissimo fumettista siciliano. Rende omaggio ai personaggi di Tex ed Eva Kant che celebrano rispettivamente i loro 75 e 60 anni. L’autore catapulta i due protagonisti nel paesaggio di una Acitrezza dominata dalla furia del gigante Polifemo. Di lui sono certo che, in futuro, ne sentiremo parlare».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA