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La musica e i botti: una magia unica Inni sacri e sinfonici e innovazione

L’impegno di Pietro Valguarnera direttore della corale Tovini 

Di Carmelo Aurite |

«Sono due anni che a causa del Covid non possiamo stringerci attorno alla nostra Patrona. Le strade, le piazze, i vicoli di Catania sono testimoni di una “assenza” che appare sempre più insostenibile. Non ci resta che affidarci alla potente intercessione di Sant’Agata affinché ci ottenga da Dio la definitiva liberazione».  Così il maestro Pietro Valguarnera, direttore della corale Tovini, sintetizza il sentire comune di tutti i catanesi, che nella festa in presenza riservano grande attenzione al concerto accompagnato dallo spettacolo di fuochi pirotecnici e piromusicali “da sira o’ tri”.  La corale “Giuseppe Tovini” è stata fondata a Catania nel 1970 dal compianto mons. Nunzio Schilirò, per coltivare lo studio e la divulgazione del canto corale. È uno dei cori amatoriali catanesi più longevi – ha superato il 50° anno di vita – ed è anche l’unico coro a conservare nel suo repertorio gli inni popolari dedicati a S. Agata. «Succedere a Schilirò è un onore e una responsabilità» afferma Valguarnera, che, nato a Palermo, dove ha compiuto gli studi classici e musicali, è approdato a Catania con incarichi prestigiosi, dopo una vivace e fortunata attività solistica svolta in Italia e all’estero.  «Per più di trent’anni sono stato presente da semplice spettatore al tradizionale concerto “da sira o’ tri” della corale Tovini, e mai, avrei immaginato di diventarne, nel 2016, il direttore». Sposare tradizione e innovazione è diventato l’impegno di Valguarnera.  «Quando si prepara il programma, la sinergia tra il presidente del comitato per la festa di S. Agata, il direttore, il consiglio direttivo della corale e il direttore dell’orchestra di Fiati “G. Miraglia”, è d’obbligo. L’obiettivo principale è rendere un buon servizio alla città e a tutti coloro che, da qualsiasi parte del mondo, seguono la festa attraverso i mezzi di comunicazione».  Il concerto prevede sia l’esecuzione di inni sacri e devozionali agatini che musiche classiche lirico-sinfoniche.  «Tra gli inni sacri ricordiamo: la “Cantata di S. Agata”, con inno, preghiera e cabaletta finale, composizione della fine del Settecento attribuita a Michele Giarrusso e rielaborata dal maestro Nunzio Schilirò; la “Coroncina in onore di S. Agata” composta dal sacerdote Giuseppe Maugeri e l’Inno popolare a S. Agata dei sacerdoti Rosario Licciardello e Antonio Corsaro.  Il programma lirico-sinfonico invece è costituito da brani d’opera, sia solistici che corali, di Rossini, Bellini, Verdi e Puccini. Da qualche anno il comitato per la festa di S. Agata ha inserito giovani cantautori ed artisti per dare un taglio più moderno alla manifestazione».  Ri-editare alcuni brani è una operazione dove si attinge al passato innovando. «Fin dal giorno in cui ho accettato l’incarico di direttore della corale Tovini mi sono impegnato per aggiungere qualche elemento di novità al programma tradizionale. Nel 2017 ho riproposto il brano “Oh S. Agata Radiosa” del compositore catanese Salvatore Riela e l’anno seguente, per ricordare la straordinaria figura di mons. Nunzio Schilirò ho inserito il suo inno “Orsù, Voi Devoti”, nella nuova strumentazione curata dal maestro Salvo Miraglia, direttore dell’orchestra di fiati “Gaetano Miraglia” di Acireale».  Quest’anno anche la musica sarà un elemento della festa a distanza. «La musica, quella vera, vive per essere eseguita “in presenza”. Piazza Duomo, a Catania, è il luogo dove i catanesi “celebrano” S. Agata ed esprimono la loro appartenenza come popolo, devoti e cristiani. Il concerto da “sira o’ tri” è un patrimonio immateriale straordinario che dobbiamo tenere nel dovuto rispetto e tramandarlo alle future generazioni». 

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