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zia lisa

La leggenda della bella fondacara

Insieme col marito gestiva una locanda e un giorno un brigante tentò di rapirla ma lei lo sgozzò   

Di Redazione |

Zia Lisa (Zza Lisa in dialetto catanese) è un quartiere di Catania a sud-ovest della città che si sviluppa lungo l'omonima arteria, che è la diretta continuazione di via Acquicella, a nord, e che continua nello stradale Gelso Bianco, verso sud-ovest.  Fa parte dal 2013 della VI Circoscrizione, risultata dall'accorpamento delle ex IX e X Municipalità di Catania, comprendente tutti gli agglomerati urbani a sud del centro abitato, e quindi San Giorgio, Librino, Villaggio Sant'Agata, Pigno, Fontanarossa (dove c'è l'aeroporto omonimo), Villaggio Santa Maria Goretti, Plaia, Primosole (dove sfocia il fiume Simeto), fino alla Zona industriale di Pantano d'Arci e Passo Martino. Ma, sapete perché il quartiere Zia Lisa si chiama proprio così? Ci troviamo in una posizione strategica della città, un punto nevralgico al limite, che può rappresentarne inizio e fine.  Un tempo era ricoperto da floride campagne, mentre oggi è costituito prevalentemente da abitazioni popolari e alcuni capannoni. Il nome Zia Lisa non è affatto casuale ed è legato a una leggenda. La protagonista è una bella popolana, di nome Zia Lisa. La donna era moglie del proprietario di un fondaco, ossia una locanda di basso livello. Insieme con il marito, zzu Cicciu Burritta Pilusa, gestiva questa attività al confine di Catania.  Il fondaco di Zia Lisa sarebbe stato collocato all’inizio della strada che porta a Gelso Bianco. Qui c’era un continuo viavai di gente, senza riguardo, a ogni ora del giorno e della notte. Ancora oggi, a tal proposito, si usa l’espressione “pari ù fùnnucu d’àzza Lisa”.  Quella locanda veniva gestita come se fosse a tutti gli effetti una zona franca. La donna ebbe diversi amanti e si narra che un brigante tentò addirittura di rapirla per farne la sua compagna. Lei, abilissima nella lama, lo sgozzò senza pietà. A quanto pare, sarebbe anche esistito un mezzo busto settecentesco di marmo, di autore sconosciuto, raffigurante la bella Zia Lisa. 

Si hanno testimonianze della sua esistenza soltanto fino agli anni Trenta.  Altre ipotesi sull’origine del toponimo Zia Lisa contemplano l’origine greca Theia Elysia, cioè Divini Elisi, per definire la bellezza della zona, porta di bellissime campagne, oppure l’origine araba Zisa, cioè palazzo maestoso, di cui Zia Lisa sarebbe una storpiatura verbale e popolare, per sottolineare la fine delle campagne e l’inizio della città.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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