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Enrico Castiglione, Il Trovatore di Verdi e il trionfo all’Opera di Hong Kong

Tutto esaurito per il ritorno della grande lirica anche in Oriente. Quindici minuti di applausi per il nuovo spettacolare allestimento firmato dal grande regista e scenografo italiano

Di Redazione |

Torna l’opera lirica in Oriente dopo le nuove chiusure dovute alla pandemia con il nuovo spettacolare allestimento de Il trovatore di Giuseppe Verdi andato in scena fino all’altro ieri con numerose recite tutte esaurite all’Opera di Hong Kong, dall’impronta tutta fortemente italiana, firmato dal regista e scenografo italiano Enrico Castiglione, alla sua quinta regia nella città più internazionale della Cina. Quindici minuti di applausi, ovazioni a scena aperta per le imponenti scene di massa e numerose chiamate alla ribalta per tutto il cast e soprattutto per Enrico Castiglione, primo regista e scenografo occidentale a riconquistare la ribalta internazionale della Cina con un personalissimo successo con la più monumentale tra le opere della cosiddettà trilogia popolare di Giuseppe Verdi, insieme al Rigoletto e a La Traviata.

Il trovatore è andato in scena all’Opera di Hong Kong con un cast misto di star italiane ed internazionali come il tenore Marco Berti, poderoso e acclamatissimo nel ruolo di Manrico, proprio di recente ascoltato al Teatro Bellini di Catania nella Lucia di Lammermoor, e Martina Serafin, struggente ed emozionante Leonora, coadiuvati da Simone Piazzolla, baritono tra i più apprezzati nel mondo nel ruolo del Conte di Luna, Daniel Giulianini, nel ruolo impervio di Ferrando, alternati da un cast che nelle varie recite ha visto alternarsi con Zhang Liping, autentica star della lirica in Cina, dall’impressionante tenore giorgiano Irakli Kakfidze e dall’elegante baritono italiano Mario Cassi, con una doppia Azucena interpretata mnagistralmente dalla decana Marianne Cornetti alternata da una convincente Guang Yang, sotto la direzione equilibrata ed insieme incalzante di Dejan Savic alla guida della Hong Kong Opera Orchestra e dell’entusiasmante Hong Kong Opera Chours diretto da Alex Tam.

Uno spettacolo definito spettacolare ed imponente dalla stampa cinese, messo in scena con taglio passionale ed insiene visivamente cinematografico da Enrico Castiglione, confermatosi ancora una volta “un grande regista di teatro musicale non solo nelle appassionate e drammatiche arie tra le più celebri delle opere di Verdi, ma anche nelle scene di massa e nel rapporto con la sua stessa concezione scenografica rotante, che ha permesso lo scorrere della complicata trama del Trovatore con enorme scioltezza, impressionando il pubblico delle recite con continui applausi a scena aperta, grazie anche alle suggestive luci disegnate dallo stesso Castiglione che ha potuto sfruttare a pieno le enormi potenzialità dell’enorme palcoscenico dell’Opera di Hong Kong, uno dei più grandi ed attrezzati del mondo”, come ha rilevato dal South China Morning Post.

Un successo certamente tutto italiano per la lirica iternazionale, che conferma ancora una volta come il brand artistico italiano sia vincente nel mondo anche con l’opera lirica, in questo caso di Giuseppe Verdi, ma anche di compositori come Giacomo Puccini, di cui il prossimo anno celebreremo il centenario della morte, e di Vincenzo Bellini, di cui proprio Enrico Castiglione è da anni acclamato ambasciatore proprio in Cina, dove nel 2012 a Shenzhen (città di oltre 14 milioni di abitanti), ha messo in scena per la prima volta la Norma, il capolavoro belliniano per eccellenza, mai prima di allora rappresentato nella Repubblica Popolare della Cina.

“Il successo di questo mio primo allestimento del Trovatore di Verdi – ha dichiarato Enrico Castiglione – si inserisce sulla scia della mia messa in scena dei principali titoli operistici nelle più importanti città della Cina, grazie all’Opera Hong Kong diretta da Warren Mok, che proprio con questa mia messa in scena del capolavoro verdiano festeggia quest’anno i suoi primi 20 anni di attività. Ma soprattutto si alterna alla messa in scena delle opere di Vincenzo Bellini, da ultimo i Capuleti e i Montecchi proprio ad Hong Kong, che proprio in Cina grazie al Bellini Festival hanno suscitato fin dagli anni precedenti alla diffusione del covid un incredibile ed entusiasmante favore da parte dello sterminato pubblico cinese, presso cui le tutte le opere di Bellini erano del tutto sconosciute prima delle proposte del Festival Belliniano”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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