Federico Vassallo e la "Fottuta Estate": Un inno alla rinascita tra suoni allegri e il dolore nascosto
Federico Vassallo rompe il silenzio artistico con la sua "Fottuta Estate", un brano che, fin dal titolo, promette di far ballare ma che, in realtà, scava a fondo nelle complessità delle relazioni umane. L'artista, con questa nuova uscita, non solo segna un'importante rinascita personale e professionale, ma ci invita a esplorare il contrasto tra sonorità frizzanti e un testo che narra l'amara verità di un amore logorante. "Fottuta Estate" è più di una semplice canzone: è un grido liberatorio che parla di addii difficili e di quel coraggio necessario per lasciarsi alle spalle ciò che fa male, anche quando il cuore fatica a farlo.
«"Fottuta estate" – spiega Federico Vassallo - è un brano dal sound ingannevolmente allegro, ma che in realtà cela il racconto dell'epilogo di una storia d'amore complicata e distruttiva. Parla di quelle relazioni che si trascinano per anni, in cui manca il coraggio di lasciarsi, trasformando il legame in qualcosa di nocivo. Musicalmente, il pezzo è stato alleggerito in fase di produzione, risultando ora più frizzante, ma la sua concezione originale era decisamente più cruda e aggressiva. Il testo esplora proprio quel senso di malessere che si prova quando si resta intrappolati in una storia che non ci appartiene più, per la semplice paura di troncare».
Quanto è stato difficile scrivere il testo di questa canzone?
«Scrivo al meglio nei momenti di dolore e introspezione: è in questi frangenti che i testi nascono più facili e spontanei, trovando spazio per la genuinità. Comporre mi riesce abbastanza naturale, ma la vera difficoltà arriva dopo: mi imbarazza molto parlare di questa storia e di questo brano così autobiografico».
Quindi la musica può essere anche terapia?
«La musica, per me, è stata da sempre un'ancora di salvezza, un rifugio che ho scoperto fin da giovanissimo, a soli vent'anni. È stato allora che ho imparato ad amarla profondamente, e ho capito che lei era sempre lì, al mio fianco, in ogni battito di gioia e in ogni abisso di dolore. Nel 1995, un lutto straziante ha segnato la mia vita: la perdita di mio fratello. In quel buio, la musica è emersa come una luce, e proprio da quella ferita è nata "Non mi capisco". È la prova tangibile che la musica non è solo note e parole, ma una vera e propria terapia per l'anima».
Il video di “Fottuta Estate” inizia con una chitarra galleggiate e il tuo afferrarla con forza, come nasce l’idea di questo mini cortometraggio artistico?
«Il video di "Fottuta estate" è nato dal desiderio di narrare un viaggio intimo alla ricerca di una nuova vita. Il vero protagonista è il mare, un'entità maestosa, a tratti incantevole e azzurra, a tratti capace di trasformarsi in un ostacolo insidioso. Questo mare imponente mi vede protagonista insieme a un viaggio senza meta a bordo di un maggiolone. Con le sue suggestioni visive, abbiamo voluto rendere omaggio anche al celebre film "Shining" di Kubrick».
La “Fottuta Estate” è gia “fuori”, adesso è in arrivo una “nuova estate”, cosa ti aspetti?
«Questa estate mi avvolge con una serenità ritrovata, portando con sé una vera e propria rinascita artistica. Dal 2015 ho mantenuto un profilo basso, ma ora è giunto il momento di far sentire di nuovo la mia voce. In questi anni non mi sono mai fermato: ho continuato a scrivere e a esibirmi dal vivo. Adesso, con il mio team discografico, sono pronto a rimettermi in pista a pieno ritmo. Non vedo l'ora di incontrare e abbracciare il pubblico durante i live. Sarà una nuova estate, ricca di musica ed emozioni».
Estate è anche sinonimo di vacanze e di Sicilia, qual è il tuo rapporto con la nostra Terra?
«C'è un richiamo profondo, un desiderio ardente che mi spinge verso la Sicilia. Verrei a viverci, la amo con ogni fibra. Non è solo un'isola, è un luogo intriso di magia, un santuario dove la mia anima misantropa trova pace, lontana dal clamore del mondo. Nonostante non sia una regione isolata, l'idea di essere immerso in quell'atmosfera isolana, in quel suo ritmo unico, mi incanta. E poi c'è Catania, un vero e proprio crogiolo di talenti, un territorio vibrante di fervore artistico che ha dato i natali a giganti come l'indimenticabile Franco Battiato, e poi Carmen Consoli, Levante, Mario Venuti. Io, genovese d'origine, cresciuto nella culla del cantautorato, sento un legame quasi mistico con Catania. Entrambe città di mare, entrambe fucine inesauribili di artisti. Vengo spesso in Sicilia, ma ogni volta riparto con la nostalgia, con il desiderio impellente di tornarci, magari per restarci per sempre».
