Gongjak, la spia che venne da Seul
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CANNES, 11 MAG - Chi ha detto che Cannes non ha le antenne sintonizzate anche sull'attualità e la politica ha sbagliato di grosso. Il tempismo con cui arriva sulla Croisette il film coreano GONGJAK di Yoon Jong-bin dimostra il contrario. Presentato come evento fuori concorso, è un thriller spionistico di grande tensione annunciata. Ma basterebbe scorrere la trama per sentire il fantastico tempismo con cui viene scoperto qui a poche settimane dall'annunciato incontro a Singapore tra Donald Trump e il dittatore coreano Kim Yong-un. Protagonista della storia è un ex poliziotto arruolato dai servizi segreti della Corea del Sud per infiltrarsi oltre il confine col nome in codice di "Black Venus". La sua missione è raccogliere notizie certe sullo sviluppo del programma nucleare della vicina Corea del Nord. Siamo agli inizi degli anni '90, ma poco sembra essere cambiato da allora a oggi sulla scena di un paese dove ogni parola è pericolosa e dove un indizio di colpevolezza può tramutarsi in condanna a morte.