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I “30 anni suonati” di Joe Barbieri a Palermo

L'appuntamento è per il 1° aprile al Real Teatro Santa Cecilia.

Di Simone Russo |

“30 anni suonati” è il titolo del nuovo tour che ripercorre l’itinerario artistico di Joe Barbieri, mettendo in scaletta per la prima volta accenni ai suoi brani d’esordio oltre ad alcune canzoni mai o poco eseguite prima d’oro dal vivo, il tutto sostenuto dall’irrinunciabile presenza di molti tra i maggiori successi del cantautore napoletano. Il suo tour, che sarà protagonista in tutta Italia, tocca anche Palermo. L’appuntamento è per il 1° aprile al Real Teatro Santa Cecilia.

«Non è un tour di ricordi o di nostalgie – ha spiegato Joe Barbieri – è un compleanno tondo sul quale mi fermo per poi riprendere tanti progetti nuovi. Ci sono ancora tanti territori da esplorare e scoprire. Sono trent’anni di scoperte. È una sensazione di vivere un perenne stato di stupore che, onestamente, non voglio abbandonare».

Lo scorso 7 ottobre è uscito “Tratto da una notte vera”, il tredicesimo disco pubblicato in una data importante. Esattamente trent’anni fa, in quel giorno, hai ricevuto “la fiducia” di Pino Daniele. Qual è il ricordo che hai di lui?

«Quando ero un ragazzo suonavo nei locali della mia città. Spesso facevo canzoni di Pino Daniele, era il mio idolo. Non a caso ho tentato la carta di mandare le mie prime canzoni proprio a lui. Quando pochi giorni prima dell’esame di maturità ho saputo che sarei entrato in studio di registrazione con lui, per il mio primo disco, vi lascio immaginare cosa ha potuto significare per me. Conservo gelosamente una sua chitarra che all’epoca mi regalò. Io e la mia famiglia non potevamo permetterci di acquistare uno strumento musicale professionale e lui ne prese una delle sue e me la regalò. Questo è lo spirito, l’attitudine e il modo in cui Pino si rivolgeva a chi, in qualche modo, amava la musica».

Cosa rappresenta la musica nella tua vita?«Sicuramente, molto banalmente, è il mio linguaggio di espressione. In assoluto. Mi considero abbastanza taciturno. Uno che fa fatica a parlare. Mentre attraverso la musica riesco ad aggirare questo ostacolo e a scoprire aspetti insospettabili del mio carattere».

In questi trent’anni hai creato un’alchimia con il tuo pubblico. Una grande famiglia unita nella tua musica. Come mai?

«Si è creata una relazione profonda nella quale ci si riconosce. Si esprime un comune modo di vedere il mondo. Questo rapporto che si è creato attraverso la musica è diventato amicizia e frequentazione. In un mondo in cui la musica è sintetizzata, le occasioni in cui ci si relazione in acustico diventa una occasione importante»COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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