I Pinguini Tattici Nucleari a Messina nell'unica tappa siciliana
Appuntamento domenica 30 luglio alle ore 21 allo stadio San Filippo di Messina. Uno spettacolo che sarà un susseguirsi di colpi di scena, spettacoli pirotecnici, luci stroboscopiche, proiezioni, citazioni
I Pinguini Tattici Nucleari il 30 luglio a Messina
Dopo sessantamila presenze alla data zero al Parco San Giuliano Mestre (Venezia) è partito ufficialmente il tour italiano negli stadi de “I Pinguini Tattici Nucleari”. È partito il conto alla rovescia per l’unica tappa siciliana. Appuntamento domenica 30 luglio alle ore 21 allo stadio San Filippo di Messina. Uno spettacolo che sarà un susseguirsi di colpi di scena, spettacoli pirotecnici, luci stroboscopiche, proiezioni, citazioni, momenti in cui si balla e momenti in cui ci si commuove: in oltre due ore di spettacolo è racchiusa la storia di una giovane band che negli anni ha saputo alternare grandi hit a brani cantautorali, capaci di far sorridere e di far pensare. La storia di una gavetta che parte dai piccoli club per riempire gli stadi e che, in dieci anni di concerti, ha conquistato un pubblico sempre più ampio e affezionato.
Ed è il racconto di questa storia, sentito e vissuto, quello che i ragazzi portano negli stadi: tra visual, fuochi d’artificio, laser, tatuaggi in diretta, racconti del passato e speranze per il futuro, aneddoti e confronti con i proprio fan, i sei ragazzi di Bergamo regalano uno show indimenticabile, in pieno stile Pinguini Tattici Nucleari. A completare lo spettacolo, il pubblico, attore fondamentale e indispensabile di questo show ma anche di una comunità e di un pensiero di cui sempre più persone sentono di fare parte. É un momento d'oro per la band che porta avanti la sua incredibile storia, fatta di un gioco di squadra che regala EP, album e singoli indimenticabili. Oltre un miliardo di stream, due anni ai vertici delle classifiche airplay e FIMI/Gfk Italia, il successo dell’album Fake News (due volte Disco di Platino) e di Rubami la notte, nuovo singolo uscito a maggio e già certificato Disco di Platino, che arriva dopo Coca zero, che ha conquistato il primo posto della classifica radio. «Noi veniamo neanche dal rock, in realtà noi veniamo dal metal, dalla musica diciamo laterale – ha spiegato Riccardo Zanotti, frontman del gruppo, durante una conferenza stampa - in nessuno di questi ambienti gli abiti di scena sono mai stati il fulcro di quello che è uno spettacolo. Non è vero, ci sono dovute distinzioni e via dicendo. Poi ci sono sempre i crossover con il pop in cui allora assume significato anche l'abito di scena. Ma io parlo per me. Io vengo dal metal, dal metal più puro e crudo. Neanche dai Metallica. Io vengo dagli Obscura, dai Cannibal Corpse, dal metal estremo. E lì era quasi visto come un downgrade salire sul palco con un abito studiato. Come a dire a questo che arriva vestito bene, ma che lì proprio ti devi vestire come il pubblico. E quella è diciamo un'estetica che abbiamo quasi sempre portato avanti. Poi a un certo punto però ci siamo detti “Fake News”: c'è tutto un concetto, ovvero parte da un avvenimento (quando sia detto che noi ci saremmo dovuti sciogliere). C'è fake news di mezzo, no? Quindi il rapporto fra realtà e finzione. Un abito di scena è in qualche modo un qualcosa che sancisce un certo rapporto tra realtà e finzione, quindi è funzionale. Finzionale e funzionale a quello che volevamo raccontare. Di conseguenza, alcune cose rispetto ai tour del passato sono diventate magnificenti, anche se noi non lo siamo.
Ci sono dei fuochi incredibili d'artificio e delle fiamme a CO2, i laser che sembra di essere a Berlino. C'è della sovrastruttura, che però secondo noi è funzionale ai momenti in cui la finzione di essere in un paradiso, la finzione di essere in un altro mondo serve. E poi da lì subito ci si abbassa, si ritorna al livello. Noi che vi raccontiamo qualche cosa, noi che potremmo trovarci in un localino di città alta, suonare da ubriachi alle due di notte di un sabato sera. Come fa Biffi spesso. Però c'è sempre questo tira e molla e anche i vestiti di scena rientrano in questo tira e molla tra vero finto-costruito-non costruito, perché alla fine secondo me ad esempio su “Pastello Bianco”, il momento più vero del concerto in cui si canta tutti insieme, in cui ci si mostra anche per quello che si è (commovente anche). Non vi spoilero ulteriormente, però sì, abbiamo ceduto ai vestiti di scena e ci si sta, sono anche molto “comodi”».