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Il ritorno dei Finley in Sicilia tra evoluzione musicale e sonorità

Unica tappa il 2 agosto a Zafferana Etnea, nell’ambito del Wave Summer Music

Vincenzo Santagati

23 Giugno 2025, 18:21

Il ritorno dei Finley in Sicilia tra evoluzione musicale e sonorità

Tanta attesa per il ritorno in Sicilia dei Finley, che porteranno quest’anno il “Tutto è possibile Tour” anche nell’isola con l’unica tappa il 2 agosto a Zafferana Etnea, nell’anfiteatro Falcone e Borsellino, nell’ambito del Wave Summer Music. La band, originaria di Legnano, tra le più originali del panorama italiano, è in attività da vent’anni e ha regalato al pubblico diversi successi indimenticabili come “Diventerai una star”, “Tutto è possibile”, “Fumo e cenere”, “Adrenalina”. «È da un po’ di tempo che manchiamo in Sicilia - dice Pedro (nome artistico del cantante del gruppo, Marco Pedretti) - dove abbiamo suonato tanto nei primi anni della nostra carriera. L’entusiasmo comunque è stato sempre alto e ci siamo sempre sentiti a casa. C’è voglia di musica». I Finley sono all’attivo, da un anno, con il nuovo album “Pogo Mixtape Vol. 1” (il settimo), che contiene collaborazioni tra gli altri con J-AX, Rose Villain, Fasma, Benji, e da qualche mese con i singoli “Bomber” (uscito il 24 gennaio) e “Quello sbagliato” feat Nina Zilli (dal 23 maggio su tutte le piattaforme).

Rispetto ai precedenti lavori, “Pogo” è un progetto diverso e carico di novità musicali e testuali.

«È un disco in cui abbiamo messo tutti noi stessi, le prime sonorità ma anche la loro evoluzione. I temi vanno dalla paternità al disimpegno, alla serata con gli amici, a soffrire per amore. È un album molto denso e pieno di spunti. Siamo stati bravi credo a trovare un ponte fra noi e l’artista, e per questo è stato un progetto molto ambizioso. Siamo partiti con questa idea ma non eravamo certi di portarla a compimento, nel senso che siamo riusciti a inserire artisti di cui eravamo fan o di cui avevamo stima. Chi scegli deve avere la stessa sinergia, perché decide di sposare una causa. Un album quindi che mantiene la nostra impronta nonostante i feuturing».

Il pubblico intanto freme per sentire dal vivo anche i brani con cui soprattutto la generazione degli anni ’90 è cresciuta e che ha impresso nella mente, ossia in particolare le canzoni tratte dai primi due album, “Tutto è possibile” e “Adrenalina”.

«Queste canzoni sono nate negli anni tra il 2002 e il 2006 - racconta Pedro - Non sono state subito pubblicate perché era il periodo di costruzione della band. Eravamo ragazzi, amici di liceo che nei ritagli di tempo si trovavano in un garage buttando i propri sogni e ambizioni nelle canzoni. Abbiamo costruito così la nostra fortuna. È stata sicuramente la fase più pura, perché arrivava dalla sola e semplice urgenza dei ragazzi di mettere i sogni nelle canzoni, in un lasso di tempo dilatato di tre, quattro anni».

Le penne principali della band sono Pedro e Ka (Carmine Ruggiero), chitarra e cori del gruppo. «Tutti poi aggiungono del proprio a livello compositivo». Il resto della band è composto da Danilo Calvio (batteria e cori) e Ivan Moro (basso e cori), quest’ultimo arrivato nel 2011 dopo l’uscita dal gruppo di Ste (Stefano Mantegazza). La vita dei singoli componenti dei Finley è cambiata molto da quando, ventenni, hanno cominciato l’avventura musicale. «Dal 2013 lavorativamente siamo anche speaker radiofonici, e questo ci permette di gestire il tempo in maniera diversa e ci ha dato una maggiore disciplina. Ancora prima, nel 2011, con la nostra etichetta indipendente - la Gruppo Randa - siamo entrati nel mondo degli adulti. Nel 2019 siamo entrati nel mondo genitoriale, io e Carmine, che è fatto di equilibri precari. Siamo nel filo sottile tra famiglia e impegni di lavoro, ma abbiamo scelto una professione che ci riempie di soddisfazioni. In tutti questi anni siamo riusciti a risultare sempre credibili e a portare avanti un identità».