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L'eresia del Sacro: Giovanni Allevi a Taormina, un concerto tra dolore e bellezza

Il 5 luglio al Teatro Antico, organizzato da Show Biz, Live Spettacoli, Concerto e Gamp

Simone Russo

08 Giugno 2025, 17:17

L'eresia del Sacro: Giovanni Allevi a Taormina, un concerto tra dolore e bellezza

Dopo il silenzio imposto dalla malattia, Giovanni Allevi torna a parlare al suo pubblico con il linguaggio più autentico che conosca: quello delle note. L’estate del 2025 segna il ritorno di un artista che ha attraversato il dolore e ne ha fatto melodia, che ha vissuto il buio e ha scelto di raccontarlo con la luce della musica. In Sicilia l’appuntamento è per il 5 luglio al Teatro Antico, organizzato da Show Biz, Live Spettacoli, Concerto e Gamp.


"Concerto MM22", nasce da un'esperienza profondamente personale e dolorosa. Come si è sentito nel trasformare in musica una parola come "mieloma", e qual è stato il processo emotivo e creativo dietro questa traduzione musicale?

« Appena ricevuta la diagnosi di Mieloma, una terribile neoplasia, dopo lo sgomento iniziale, non mi sono chiesto se sarei sopravvissuto o se il dolore già a tratti insopportabile sarebbe aumentato. No. Mi sono chiesto a quali note musicali corrispondessero le sette lettere della parola Mieloma. Qui inizia la mia storia di follia».

Lei ha dichiarato di aver utilizzato un metodo matematico, ispirato a Bach, per trasformare la parola "mieloma" in melodia. Come funziona questo processo e come si relaziona con la sua visione artistica?

«Quando ero giovane mi entusiasmai per un procedimento matematico usato da J.S.Bach nel Contrappunto XIV dell’Arte della Fuga, la sua ultima opera. Associando le lettere dell’alfabeto alle note di una scala musicale, Bach trasforma il suo stesso nome in una melodia di quattro suoni: Sib La Do Si. Ne fa addirittura il soggetto di una fuga che inizia a sviluppare, ma l’opera si interrompe poche battute dopo perché il compositore tedesco lascia questo pianeta. Utilizzando lo stesso procedimento ho trasformato in note la parola Mieloma ed ho scoperto che da essa si genera una melodia dolcissima di sorprendente bellezza. Da qui l’idea di comporre un concerto per Violoncello e Orchestra che avrebbe accompagnato tutta la lunga e sofferta degenza in ospedale. Comporlo mi ha dato l’illusione di averla vinta sulla malattia. L’avrei diretto se sarei sopravvissuto e questo momento si sta avvicinando». 


Il suo ultimo libro, "I Nove Doni", racconta del suo percorso di malattia e guarigione. In che modo la scrittura di questo libro ha influenzato la composizione del "Concerto MM22" e viceversa? C'è un dialogo tra le due opere?

«E’ come se avessi scritto il libro una volta uscito dall’inferno, per abbandonarmi ad una riflessione filosofica sul dolore e sui doni che la sofferenza può portare. Il Concerto MM22 è invece nato nell’inferno. E’ un diario che racconta in note tutte le emozioni che ho provato durante la degenza nel periodo in cui sono stato in bilico tra la vita e la morte: l’angoscia, la solitudine più profonda, il buio ma anche la speranza, la nostalgia, la gratitudine, l’incanto, la sete di infinito». 

Durante la sua carriera, ha sempre esplorato nuovi linguaggi musicali. Il "Concerto MM22" rappresenta un'ulteriore evoluzione del suo stile? Ci sono elementi nuovi o inaspettati che il pubblico può aspettarsi?

«A differenza dei miei due concerti precedenti, quello per violino e orchestra e quello per pianoforte e orchestra, MM22 non è in tre tempi, come vorrebbe la forma classica. Non potevo racchiudere tanti diversi stati dello spirito in una gabbia tripartita. Il concerto per violoncello esplode la forma classica disponendosi in 10 quadri dove ognuno è un mondo a sé stante, anche se non mancano continui rimandi interni. Nella partitura sono anche presenti numerose simbologie nascoste, giochi di numeri, crittogrammi, ma all’esterno appare come un magmatico flusso di coscienza con parti di pura follia». 

Lei è noto per la sua capacità di comunicare con il pubblico durante i concerti. Quanto è importante il rapporto diretto con chi ascolta la sua musica?

«Questo diventa un problema adesso perché la mia indole si è fatta silenziosa. Mi è molto faticoso parlare. Provo anche difficoltà ad espormi. Non so cosa accadrà davanti alle folle. Tuttavia i concerti di questo tour saranno solo quattro». 

Taormina è un luogo di grande suggestione e storia. C'è qualcosa di particolare che la lega a questa città o al suo Teatro Antico, e come immagina l'esecuzione del "Concerto MM22" in un contesto così unico?

«Ognuno dei 4 concerti sarà centrato su una dimensione dell’anima che ho incontrato durante la mia storia: l’eresia, il sacro, la follia, la bellezza. Ho voluto fortemente Taormina e la Sicilia per fare da scenario ad una riflessione sul Sacro, che affronterò sul palco dialogando con il teologo Vito Mancuso, prestigioso ospite. Questo appena prima dell’esecuzione del Concerto MM22. Immagino la Sicilia come crocevia di antiche culture, terra di profonde stratificazioni spirituali precristiane. Inoltre il vulcano ed il mare sono archetipi potentissimi che sentiremo vicini. Il Sacro è il punto di incontro tra cielo e terra, il luogo in cui il dolore si apre alla magnificenza della vita». 

C'è un luogo o un'emozione particolare che funge da costante fonte d'ispirazione per le sue composizioni?

«Per il momento il luogo sacro a cui non posso non pensare è quella scarna stanza d’ospedale, all’ottavo piano dell’Istituto dei Tumori di Milano, dove su un lettino, con una flebo attaccata 24h su 24, ho provato a trasformare la malattia in musica».