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Massimo Ghini e Paolo Ruffini, i “Quasi amici” in Sicilia

Lo spettacolo in scena al teatro Al Massimo di Palermo dal 10 al 18 marzo

Di Salvo Barbasso |

Un uomo molto agiato, ricco, molto ricco, troppo ricco, intelligente, affascinante; un uomo che vive di cultura e con la cultura vive, che si muove e conquista e soddisfa il proprio ego narcisistico con il cervellopiù̀ che con il corpo.Un uomo a cui il destino ha voluto, per contrappasso, relegare a solo cervello, facendolo precipitare con il parapendio e fratturandogli la quarta vertebra cervicale e riprendendosi il corpo. Quel corpo, che era solo un bagaglio della mente, ora nell’assenza, diventa il fantasma di un’identità̀ da inseguire e recuperare.

Massimo Ghini e Paolo Ruffini sono i protagonisti dello spettacolo “Quasi amici” in scena al teatro Al Massimo di Palermo dal 10 al 18 marzo, una storia di interazione, di rapporti sinceri che rende la commedia unica e piena di sorprese. Il primo vittima di un incidente ma con una intelligenza fuori dal comune, il secondo che entra ed esce di galera, con una intelligenza vivace e una cultura fatta sulla strada e nei film di serie b, con i quali è cresciuto.

Questi due uomini si incontrano per un caso e questo caso farà̀ sì che diventino uno per l’altro indissolubili, l’uno indispensabile alla vita dell’altro e lenitivo alla ferità fatale che ognuno ha dentro di sé. Non lo sanno ma loro possiedono un dono che ognuno può̀ donare all’altro: la leggerezza. Come in Pigmalione assistiamo per osmosi ad una educazione alla vita e alla cultura e un’istruzione alla leggerezza. È l’assenza di leggerezza, più̀ che la malattia, che tiene ancorato sulla sedia Philippe, la sua pesantezza della vita, della sua percezione del mondo, che lo inchioda a decisioni sbagliate con la figlia adottiva, con i suoi collaboratori, ma soprattutto con se stesso.

Nella versione teatrale i due ruoli saranno equiparati per poter scavare molto di più̀ nel loro rapporto e nella loro ricerca di questa leggerezza calviniana che ci faccia emozionare, godere e ridere fino alle lacrime se necessario e alle lacrime anche arrivare nelle emozioni profonde, sulle loro riflessioni, sulla loro vita e sulle loro backstory.

Ma la ricerca alla leggerezza passa anche per la comicità. Ridere sarà̀ il veicolo segreto per arrivare a comprendere ancora di più̀ i meccanismi che regolano la vita e i destini di questi uomini.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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