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Il legame tra i Modà e la Sicilia: «Suonavamo in feste di piazza quando non ci considerava nessuno»

Da poche ore è stato pubblicato “Buona Fortuna – Parte seconda”, il secondo capitolo del viaggio intrapreso dal complesso musicale lo scorso autunno con la pubblicazione del primo Ep “Buona Fortuna – Parte Prima”

Di Simone Russo |

C'è un forte legame tra i Modà e la Sicilia. «Lo abbiamo sempre detto e lo ricorderemo sempre – dice Francesco Silvestre, front men della band – i nostri primi live sono partiti proprio dalla vostra meravigliosa isola. Negli anni in cui non ci considerava nessuno, grazie a Radio Castell'Umberto e a Enzo Sirnia, abbiamo suonato in tante feste in giro per le piazze siciliane. Da lì, poi siamo arrivati nel resto d'Italia. Ogni volta che ritorniamo in Sicilia, è un po' come ritornare alle nostre origini. É una bellissima emozione, sapere che tutte quelle persone che negli anni sono venute gratis ad ascoltarci nelle feste in piazza, adesso pagano un biglietto per rivederci in un palasport. È una cosa meravigliosa e romantica, come la musica dei Modà». Musica che è ritornata protagonista nelle classifiche nazionali.

La band che può vantare 1 disco di diamante, 9 dischi di platino e 2 dischi d'oro, 15 singoli certificati platino e 6 certificati oro e un lungo elenco di palazzetti e stadi “sold out” è ritornata protagonista nella scena musicale italiana. Da poche ore è stato pubblicato “Buona Fortuna – Parte seconda”, il secondo capitolo del viaggio intrapreso dai Modà lo scorso autunno con la pubblicazione del primo Ep “Buona Fortuna – Parte Prima”. Come nasce questo progetto “diviso” in due parti?  «Con la velocità con cui va la musica in streaming – dice Francesco Silvestre, front men della band – si rischiava di rovinare un progetto a cui teniamo molto. Abbiamo deciso di dividerlo in due capitoli. Nella prima parte abbiamo affrontato degli argomenti magari un po' più tosti, come il bullismo mediatico e l'alzheimer. In questa seconda parte abbiamo voluto dedicare lo spazio all'amore, sotto ogni forma. L'amore dei bambini, l'amore padre figlio, l'amore per la donna immaginaria, l'amore per un ricordo che non svanirà mai, l'amore per mia moglie Laura». Filo conduttore l'amore, ma in un momento storico surreale come quello in cui stiamo vivendo, quanto credi che sia importante questo sentimento? C'è tanto bisogno di amore? «Non credo che ci sia un periodo più o meno adatto per l'amore. C'è sempre bisogno di vivere la vita con amore. Per quello che sta succedendo adesso non credo di avere le parole giuste. Stiamo ancora combattendo il problema della pandemia e c'è un problema ancora più grave come la guerra. Quando pensavamo di vivere in una società civile, in realtà ci siamo resi conto che di civile c'è ben poco>>. All'interno di “Buona fortuna – parte seconda” troviamo anche “Non ti somiglio”, un brano che racconta il rapporto difficile con tuo padre. Adesso, dopo tanti anni, possiamo dire che forse un po vi somigliavate? «Non un po', ma totalmente. Quando pensavo di non somigliargli per niente, forse invece ho capito che eravamo uguali. Quando sono diventato padre ho capito determinate cose che prima non riuscivo a comprendere. L'arrivo di mia figlia mi ha portato a capire concretamente quanta difficoltà esista a fare il padre. Un genitore ha sempre soluzioni e tempo. Lo deve fare per i propri figli. È un qualcosa che si capisce solo quando si diventa genitori». In “Tirami l'amore in faccia” racconti della donna perfetta, forse sei l'unico al mondo ad averla trovata? «In realtà si parla della donna perfetta, che ogni uomo sogna. È un continuo susseguirsi di citazioni di pura fantasia. Probabilmente quella donna esiste davvero ma solo dentro la fantasia di ogni uomo. Ho voluto raccontare anche l'amore per la donna immaginaria». Nella tua vita, però, c'è una donna perfetta: Laura. A lei hai dedicato “In tutto l'universo”.

«E' la canzone d'amore più bella che potessi scrivere a mia moglie. Al posto dell'anello le ho voluto regalare questa canzone, quando le ho chiesto di sposarmi. Un diamante è per sempre, ma anche una canzone». I due concerti al Pala Catania, il 13 e 14 maggio, sono l'anteprima del Wave Summer Music, il festival che arricchirà l'estate siciliana, organizzato da Giuseppe Rapisarda Management. Queste due date sono il recupero dei tre rinvii a causa della pandemia. Come vi state preparando? Come sarà questa ripartenza?  «Personalmente – continua Checco – sto cantando molto. Sto togliendo la ruggine dalle corde vocali. Da tre anni sono rimasto in silenzio. Con la band stiamo facendo tante prove e ci stiamo divertendo a creare la scaletta dello spettacolo. Insieme ai bravi dei nostri ultimi due Ep, ci saranno anche le canzoni di “Testa o Croce” e ci saranno, per forza, anche le hit che hanno accompagnato il nostro percorso. Non è semplice riuscire a fare una scaletta ma allo stesso tempo è molto divertente. Sarà una bella sfida. Per quanto riguarda il ritorno, abbiamo tantissima voglia. Non voglio neanche pensare a questi ultimi tre anni. La ripartenza, oltre a farci riabbracciare il pubblico è anche un segnale importante. Il ritorno nei palazzetti dello sport segna un momento storico che ci fa capire che sta succedendo qualcosa di importante. Esserci nei palazzetti vuol dire, forse, che qualcosa sta cambiando. Forse la normalità sta tornando. La normalità è la cosa che è mancata di più a tutti. Ritornare in Sicilia è un privilegio eccezionale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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