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Montinaro, per l’Eurovision un palco capace di unire

Scenografa all'ANSA, ''macchina scenica accoglie come l'Italia''

Di Redazione |

ROMA, 15 MAR – L’idea era semplice: rappresentare l’Italia, con il suo sole il suo mare, l’arte e la natura, ma soprattutto rappresentare gli italiani con la loro vocazione unica ad adattarsi e ad accogliere. Ne è uscita una creatura fantastica, metà tecnologica metà naturale, un universo di luci che galleggia nell’acqua e può trasformarsi, avvolgere ed esaltare, dal buio alla luce accecante, ognuno dei 40 team che si esibiranno sul palco dell’Eurovision Song Contest. Lo racconta all’ANSA in anteprima l’artista multimediale e stage designer Francesca Montinaro, che dal suo studio romano – dove sta lavorando alla realizzazione di due musei multimediali che nasceranno in Arabia Saudita – vola a Torino per iniziare la costruzione della scenografia da lei ideata per la 66/a edizione dell’Eurovision Song Contest, di cui Rai è Host Broadcaster. Partiranno in 40 alle semifinali del 10 e del 12 maggio al PalaAlpitour di Torino per arrivare in 25 alla finale del 14. Ma anche per dare spazio ai tre conduttori, Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, con la regia firmata da un tandem d’eccezione, Duccio Forzano e Cristian Biondani. ”Questo è un palco che come gli italiani deve saper accogliere le diversità e adattarsi, deve sapersi riposizionare come facciamo noi spesso, anche politicamente”. Un lavoro, quello della Montinaro, che in questo momento di guerra è ad alto tasso simbolico. ”Sì, ma l’idea c’era già dopo il covid – spiega – questi due anni che ci hanno fatto capire che solo stare uniti ci può salvare. L’unione è il futuro e questo palco, che mette in scena solo giovani, vuole portare solo segnali positivi. In questo senso il suo significato è ancora più forte in questo momento”. La scena poi, sovrastata dall’enorme quinta di archi rotanti, è a forma di goccia e davanti e intorno (”come l’Italia nel Mediterraneo”) è immersa nell’acqua. Davanti i salottini dove si fermano gli artisti sono ”un vero e proprio giardino barocco con piante vere che somiglia a quelli di Villa d’Este, Castel Gandolfo, Villa Lante e tanti altri simili sparsi nel nostro paese”.

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