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Teatro Bellini, una stagione tra classici e sperimentazione: si comincia con la “La bohème”

Il sovrintendente Giovanni Cultrera: «In cartellone anche “La fille du régiment”  di Donizetti assente da 50 anni»

Di Giovanna Caggegi |

Resistere al grigiore del nostro tempo, opporre l’arte come antidoto, celebrare la bellezza per farne patrimonio collettivo. Pensa prima di tutto al pubblico il Teatro Massimo Bellini con la nuova stagione che – inaugurata ieri la sinfonica con il concerto dedicato a Hector Berlioz diretto da Vitali Alekseenok – il 26 novembre alzerà il sipario su “La bohème” di Giacomo Puccini, lasciandosi alle spalle anni segnati dalla pandemia e un cartellone diluito nel tempo ma interamente recuperato sino a pochi giorni fa con le ultime repliche di “Tosca”. Tra i pochissimi nel panorama degli enti lirici a tener fede agli impegni, il “Bellini” non ha voluto interrompere il rapporto con gli abbonati.

«Abbiamo onorato un impegno, ottenendone un riscontro positivo –  spiega il Sovrintendente Giovanni Cultrera, che fa il punto sulla ripartenza – Cominciamo con entusiasmo perché manteniamo la fidelizzazione degli spettatori, laddove è lamentela generale nel centro-nord dell’Italia una stentata riconferma degli abbonati. Il Covid ha creato una inevitabile disabitudine. Noi siamo in controtendenza. Devo ringraziare il nostro pubblico che è esigente e attento». Mentre prosegue la campagna abbonamenti (a giorni si riaprirà per la sinfonica sino al secondo spettacolo previsto a metà dicembre; per la lirica si potrà accedere sino alla fine di novembre), la nuova stagione parte in un clima di ottimismo nel segno del rilancio dell’Ente che può finalmente contare sulla triennalità del finanziamento, conquista del passato governo regionale. «Forti di una programmazione di ampio respiro, possiamo annunciare, per esempio, l’inaugurazione nel 2025 con l’“Otello” di Verdi, e consentirci una maggiore sperimentazione. Su tutti, lo spettacolo diretto da Lavia sulla “Lupa” di Verga». 

Intanto si procede con cautela: scelte di tradizione e titoli di forte richiamo popolare, come “Bohème” e “Traviata” o come i balletti “Lo schiaccianoci” e “Giselle”, pur accanto a opere da tempo assenti dalla scena catanese. «Sì, è il caso quest’ultimo di “La fille du régiment” di Gaetano Donizetti che non si faceva da oltre 50 anni e che vedremo nella storica regia di Franco Zeffirelli ripresa da Marco Gandini. Quanto al concetto di ‘tradizione’, mi lasci dire che è relativo perché anche i titoli popolari possono offrirsi a nuovi sguardi registici e a contaminazioni con i linguaggi della contemporaneità. Produzioni del Teatro Massimo Bellini saranno l’amata “Adriana Lecouvreur” di Cilea e “Le nozze di Figaro” di Mozart, e importanti collaborazioni sono con il Massimo di Palermo e con il Macerata Opera Festival. Nel corso del triennio apriremo ancora di più a partnership internazionali”».

Dedicata ai giovanissimi la creazione di 4 recite speciali per assistere alle opere in versione pocket. «Crediamo nella necessità di accostare le nuove generazioni alla lirica. L’opera-pocket prevede momenti di introduzione alla storia, sorta di propedeutica per i piccoli spettatori. Confermiamo anche quest’anno il boom di abbonamenti delle scuole». 

Ampiamente articolata, la sinfonica propone su due turni un cartellone di 13 Concerti più 6 Recital. «I Recital possono conquistare chi non ha consuetudine con il repertorio classico. Ci saranno occasioni jazz, con Danilo Rea tra gli altri, contaminazioni tra classico e contemporaneo, e poi grandi nomi, come Uto Ughi, Alessio Boni che recita un testo di Arriva, e molto altro. Aperture al pop con il concerto con Incudine, Botto, Venuti, Antico, Lautari, Basile e Bordonaro». Questione sollevata più volte, anche in questa stagione salta all’occhio l’assenza di un titolo belliniano: mentre il Teatro Massimo di Palermo programma Norma, al “Bellini” il Cigno latita. «Non abbiamo Bellini in stagione perché abbiamo creato una intera stagione musicale per Bellini – ribatte Cultrera – Mi riferisco al Bic che ci consente di onorare Bellini con grandi risultati e con il minimo sforzo, essendo a carico della Regione. Facciamo ancora i conti con un recente passato infausto sotto il profilo economico. Vorrei si sottolineasse lo straordinario ritorno di immagine a livello internazionale delle due dirette televisive su Rai5, di “Norma” nel 2021 e di “Capuleti e Montecchi” quest’anno. Per non dire del fatto che l’incisione su disco de “Il Pirata” diretta dal maestro Carminati ha vinto l’International Classical Music Awards 2022, l’“Oscar” della musica classica. Per tutto lo scorso settembre, sino al 2 di ottobre, siamo riusciti a veicolare a un pubblico trasversale e numerosissimo il culto per Vincenzo Bellini. E inoltre, siamo pronti a riprogrammare fuori stagione le produzioni belliniane. Se poi pensiamo che operazioni di nicchia su Bellini hanno portato a teatro non più di 25 spettatori a recita, diciamo che non è più tempo per sprechi del genere. C’è ancora molto da recuperare sul piano economico. Bisogna risollevarsi con l’indispensabile apporto del pubblico». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA