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Un concerto gastronomico con pentole e tamburi per raccontare la Sicilia

Settimana della cucina italiana nel mondo, lo spettacolo ideato dallo chef Carmelo Chiaramonte e dal musicista Alfio Antico in prima mondiale il 19 novembre

Di Carmen Greco |

RAGUSA. Tintinnano le cozze in padella e sfrigolano i “piattini” dei tamburi a cornice. C’è un suono anche nel cucinare il cibo che incontra il ritmo e si fa armonia quando i protagonisti sono lo chef Carmelo Chiaramonte e il musicista Alfio Antico, “anime” d’artisti da sempre sulla stessa lunghezza d’onda, uno fra le pentole, l’altro fra i tamburi.  La loro ultima invenzione è un concerto gastronomico dal titolo evocativo “Aju fami” che i due eseguiranno per la prima volta in pubblico a Melbourne, il 19 novembre, invitati dall’Istituto italiano di Cultura nel corso della VII edizione  della Settimana della cucina italiana nel mondo.

Lo spettacolo, con la regia di Vincenzo Cascone, è una “partitura” per utensili di cucina, materie prime in trasformazione, pentolame vario, percussioni, canti e parole in cui Chiaramonte e Antico si “inseguiranno” a vicenda in gioco di improvvisazioni. Obiettivo: preparare un piatto, il cous cous di verdure, da servire al pubblico al termine del concerto. Il re dei tamburi e il performer gastronomico si faranno travolgere da suggestioni sonore, oltre che aromatiche, in uno spettacolo di 90 minuti (suddivisi in 5 tempi), mettendo in campo tutti i suoni dei mestieri artigianali, dal coltello che impatta sul tagliere per affettare la cipolla, al ritmare “sabbioso” di un pugno di chicchi di grano sulla pelle di capra di un  tamburo. Il concerto in programma all’Abbotsford Convent di Melbourne punta a rievocare l’origine espressiva del Simposio mediterraneo raccontato da Ateneo ed Epicuro.  

“Aju fami” è stato presentato ieri nella masseria Ventosa, a Ragusa. «È un’opera che per me rappresenta una fase identitaria importante perché c’è questo legame fra le arti che non è scontato – dice Chiaramonte – né solo un progetto cerebrale. È uno scambio fra artisti che diventa una forma d’appartenenza e anche di consapevolezza per guardare a un futuro più sereno e chissà anche una suggestione per i giovani».  «Io penso che la gente piangerà – prevede Alfio Antico – un mio vecchio amico di scuola che oggi vive a Melbourne mi ha chiesto “Ma allora farete Ciuri ciuri?”. No, gli ho risposto, il folclore non ci interessa, quello che ci interessa è la ricerca. È la terra stessa che ce lo chiede. A me i tamburi mi hanno chiamato, li ho costruiti e per me sono come dei figli. Andrò appresso a Carmelo, con i suoni gioiosi dei miei tamburi».

Lo spettacolo “Aju fami” non sarà l’unica performance scelta dalI’Istituto Italiano di Cultura di Melbourne. Per la “Settimana della cucina italiana nel mondo” (che quest’anno ha come tema “Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del pianeta”) sono previste una serie di iniziative dedicate alla Sicilia, “Giardino del Mediterraneo”, culla di biodiversità e complessità. Grazie al programma curato da Maria Chiara Di Trapani, esperienze gastronomiche unite a proiezioni, interventi artistici e musicali promuoveranno la cucina siciliana di qualità a partire dai suoi protagonisti: olio d’oliva, grani antichi, vino, miele, marmellate e cioccolato. Lo chef Carmelo Chiaramonte interverrà anche nel miglior ristorante italiano della città, Grossi Florentino, con le sue Perle gastronomiche, esplorando ricette e sapori dal III secolo a.C ad oggi.

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