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Aci Sant’Antonio la città degli artisti e del carretto

Si erge tra il verde lussureggiante delle Aci: dall’insediamento nella zona Jachium all’appellativo “totius Acis mater et caput” fino ad oggi

Redazione La Sicilia

30 Luglio 2025, 08:12

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Nel cuore del territorio, tra l’Etna e il mare, sorge Aci Sant’Antonio, la “Città del carretto siciliano”.
La leggenda vuole che, come le altri Aci che sorgono nel verde più lussureggiante della Sicilia, tragga le sue origini dalla mitica Xiphonia, e il suo nome sia collegato a quello del pastore Aci citato dai classici. Al di là della leggenda, le notizie storiche risalgono al 1169, quando il primo insediamento della zona di origine greca (“Jachium”) venne distrutto da un’eruzione: gli abitanti dei luoghi devastati ritirandosi in parte in una contrada ricca di vegetazione diedero vita al borgo del Casalotto.

La storia

Quasi cinquecento anni dopo, in seguito a una sempre più forte necessità d’autonomia, il borgo ottenne dal Vicerè di Palermo la scissione da Aquilia (oggi Acireale) che crescendo aveva inglobato diversi centri, che nel tempo riuscirono ad autodeterminarsi.
Nacque quindi Aci Sant’Antonio, che crebbe sempre più, tanto da meritare l’appellativo “totius Acis mater et caput”.

Nel 1826, poi, un Regio Decreto la separò da Aci San Filippo e Aci Catena, conferendo alla prima l’investitura di capo del mandamento.
Il XVIII secolo rappresentò un periodo fiorente, soprattutto nell’ambito del commercio, con il prospero sviluppo dei carrettieri che fece nascere l’arte del carretto, dalla costruzione alla decorazione, portata nei decenni al massimo livello dal maestro di fama internazionale Domenico Di Mauro, morto a 103 anni nel 2016.

Il carretto, divenuto quasi una tela per artisti il cui nome ha valicato mare, Alpi e continenti, ha oggi un museo dedicato, che oltre a diversi esemplari di grande pregio e valore conserva anche una piccola bottega nella quale operano alcuni giovani e già affermati maestri.
La connotazione definitiva del Comune, infine, risale al 1951, anno del distacco del territorio di Valverde.