La sfida
All’Onco-ematologia dell’Arnas Garibaldi Nesima la nuova frontiera per combattere le neoplasie del sangue
Farmaci biotecnologici: nuova arma contro i tumori
Anticorpi bispecifici, anticorpi monoclonali e linfociti geneticamente modificati (Car-T) sono le nuove armi per contrastare i tumori del sangue. E sono già a disposizione dei pazienti seguiti dall’Onco-ematologia dell’Arnas Garibaldi di Nesima. I farmaci biotecnologici sono la nuova arma per combattere i tumori del sangue che oggi rappresentano circa il 10% delle neoplasie diagnosticate ogni anno. Molto spesso quando si parla di un tumore al sangue si pensa alla leucemia. Ma non è così, oltre le leucemie ci i sono infatti linfomi, mielomi, e malattie mieloproliferative. Si tratta di tumori che modificano la produzione e la funzionalità delle cellule del sangue.
La maggior parte dei tumori nascono dal midollo osseo dove, a partire dalle cellule staminali, si producono le cellule del sangue: globuli rossi, bianchi e le piastrine. I tre elementi assolvono a compiti specifici: trasporto dell’ossigeno (globuli rossi), contrasto delle infezioni (globuli bianchi), coagulazione del sangue e rimarginazione delle ferite (piastrine). Un tumore del sangue, in campo medico definito ematologico, blocca il regolare processo di produzione e sviluppo delle cellule, con una crescita pressoché incontrollata di quelle cancerogene.
«Oggi – spiega il dottor Ugo Consoli, direttore dell’onco-ematologia dell’Arnas Garibaldi di Nesima – abbiamo più strumenti per combattere la battaglia contro i tumori. Fortunatamente la chemioterapia in molti casi può essere sostituita dai farmaci biotecnologici, riducendo così i fastidiosi effetti collaterali della chemioterapia: nausea, caduta dei capelli e vomito».
Negli ultimi dieci anni sono stati registrati dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) soltanto due farmaci chemioterapici a fronte di decine di farmaci biologici. Un trend che non accenna a diminuire. «Da circa cinque anni – spiega Consoli – grazie all’attivazione nella regione Sicilia di centri Car-T, siamo anche in grado di offrire ai nostri pazienti un trattamento che prevede il prelievo dei linfociti dal paziente con il tumore. Questi vengono modificati geneticamente per essere resi più aggressivi e più specifici nei confronti delle cellule tumorali e poi reinfusi al paziente offrendogli una terapia altamente specifica ed estremamente efficace. Questo artificio tecnologico consente di potenziare il sistema immunitario. Ed è sufficiente una sola seduta per ottenere in alcuni linfomi resistenti, la guarigione nel 50% dei casi. La regione Sicilia ha attivato già due dei tre centri identificati per il trattamento con cellule Car-T e noi inviamo regolarmente i nostri pazienti senza che siano necessari viaggi nel nord Italia. Ad oggi sono dieci i nostri pazienti già trattati, tra questi una ragazza di 28 anni che, dopo 5 linee di trattamento chemioterapici senza esito, con una sola re-infusione di linfociti modificati ha sconfitto un linfoma».
Da una recente indagine dell’università Bocconi è emerso che solo il 4% dei pazienti onco-ematologici siciliani migrano in strutture lontane dalla Sicilia. «Questo – spiega il direttore generale dell’Arnas Garibaldi, Giuseppe Giammanco – a testimonianza del fatto che l’offerta di assistenza sanitaria in questo campo ha fatto grandi progressi e non è più necessario recarsi altrove. Nel presidio di Nesima si adottano protocolli clinici con farmaci innovativi ad ampio spettro, in linea con il resto del mondo. Lavoriamo anche in un contesto multidisciplinare, garantendo al paziente la presa in carico contemporanea da parte di tutti gli specialisti che seguiranno il percorso diagnostico-terapeutico. Vi è pure – conclude Consoli – un costante supporto psicologico offerto ai pazienti e ai loro familiari. Con le altre ematologie della regione Sicilia abbiamo, inoltre, creato una importante rete ematologica. Programmiamo incontri periodici per un confronto costante, sviluppando protocolli diagnostici, terapeutici e assistenziali».
L’onco-ematologia del Garibaldi-Nesima – conclude Giammanco – ha ottenuto negli anni significativi risultati nel trattamento delle patologie onco-ematologiche. In particolare, si è registrato un aumento della sopravvivenza e un miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
