Iblea Acque, la mission è sensibilizzare e responsabilizzare
Si punta a ottimizzare il delicato processo teso a determinare la riduzione delle perdite idriche
La riduzione delle perdite idriche è un processo che richiede interventi puntuali, dati affidabili, manutenzione costante e investimenti programmati. Ma anche un cambio di mentalità: l’acqua che si perde è un fallimento collettivo. Per questo sono stati avviati programmi di sensibilizzazione e responsabilizzazione, non solo tecnici ma anche interni all’organizzazione. E’ il manifesto di Iblea Acque SpA, la società che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Ragusa, che della lotta agli sprechi fa una delle proprie azioni qualificanti. A cominciare dalla necessità di ridurre le perdite nella rete esistente.
«Perché – spiegano i vertici della società – ridurre le perdite significa aumentare la responsabilità di tutti: dell’azienda, dei dipendenti, dei cittadini. Questa è la direzione tracciata con pragmatismo e visione a lungo termine. Insomma, meno perdite non è solo un numero, ma un segnale di rispetto e rigore. Se vogliamo dimostrare che la gestione pubblica può funzionare, dobbiamo dare l’esempio. Deve diventare la nostra missione strategica. E, di certo, Iblea Acque non vuole essere un’eccezione, ma un modello replicabile. Il riferimento costante ai valori di trasparenza, competenza, affidabilità e vicinanza al territorio rende l’esperienza di questa azienda un caso virtuoso di gestione pubblica moderna. Con un’organizzazione snella, una guida tecnica consapevole e un approccio orientato ai risultati, il messaggio è chiaro: la gestione pubblica dell’acqua non solo è possibile, ma può essere un’eccellenza. Non è un caso se il territorio ha voluto che l’acqua restasse pubblica, perché è un diritto e non può essere trattata come una merce».
Tra gli altri aspetti che meritano attenzione quello dell’utilizzo dell’acqua in campo agricolo. La società riconosce l’importanza dell’acqua per il settore agricolo, ma pone l’accento sulla necessità di innovare: «O l’agricoltura si evolve con la tecnologia, o resta in un pantano. Di cosa parliamo? Dell’introduzione di soluzioni digitali, di centraline di controllo, di telelettura e strumenti di dosaggio intelligente: insomma, tutto ciò che rappresenta la via per rendere compatibile lo sviluppo agricolo con l’uso sostenibile della risorsa idrica. Il futuro è fatto di reti integrate, analisi dei fabbisogni, bilanci idrici e tecnologie che migliorano l’efficienza senza penalizzare le produzioni. Il ruolo del gestore è anche quello di accompagnare le filiere agricole in questo passaggio culturale e operativo. Ci poniamo, insomma, degli obiettivi ambiziosi. E non è un caso che in poco tempo Iblea Acque sia passata da start-up pubblica a solida realtà operativa. Oggi gestisce il servizio idrico in 11 comuni su 12 della provincia e presto completerà la copertura con Vittoria, dove è già in fase di attivazione. Il risultato? Abbiamo investito in nuove condotte, ottimizzato i sistemi di distribuzione, attivato serbatoi e riparato perdite. Non possiamo fare miracoli, ma con pochi fondi abbiamo fatto scelte intelligenti nei punti più critici».
Il 2024 è stato segnato da una siccità storica. Ecco perché la vera sfida non è solo fornire l’acqua, ma insegnare a rispettarla. «L’acqua non è infinita – sottolinea il direttore tecnico, ing. Renato Savarese – Non possiamo permetterci di trattarla come se lo fosse. Per questo stiamo portando avanti una campagna di sensibilizzazione profonda, rivolta a cittadini, istituzioni e agricoltori. Dall’uso parsimonioso nei giardini domestici (meglio una pianta grassa che un prato all’inglese) al riutilizzo dell’acqua del climatizzatore per lo sciacquone, fino al monitoraggio delle reti comunali, spesso trascurate per anni. Anche i Comuni sono chiamati ad adeguarsi. Mettere contatori anche nei plessi scolastici e negli immobili comunali non è accanimento, è, piuttosto, un modo per creare consapevolezza. Se si paga l’acqua, si impara a non sprecarla». Iblea Acque non si limita a erogare il servizio: lo controlla con rigore. I sopralluoghi sono continui, con l’obiettivo di scovare allacci abusivi e verificare lo stato delle reti e dei depuratori. «Chi ruba l’acqua, la sottrae a chi la paga onestamente – evidenzia Savarese – Abbiamo già presentato diverse denunce e continueremo ogni qualvolta ce ne sarà la necessità. L’acqua va pagata da tutti, anche per giustizia sociale». A questa mission si aggiunge la verifica sistematica della qualità dell’acqua, in collaborazione con l’Asp, per garantire il pieno rispetto delle norme sanitarie e ambientali. Il futuro è già tracciato. L’obiettivo è sostituire oltre 300 km di rete idrica, oggi afflitta da perdite che superano il 50%. Iblea Acque punta a ottenere 25 milioni di euro di finanziamento dalla Regione Siciliana per rendere possibile questo ambizioso piano. Nel frattempo, cresce la capacità di riscossione delle bollette, già passata dal 38% al 70%, con l’obiettivo di toccare il 95% entro il 2026.