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Chirurgia della mano, Intervista dr. Pivato Humanitas Istituto Clinico Catanese

Di Redazione |

Ogni mano è composta da ventisette ossa e ventuno tendini e tutto funziona in armonia, in un perfetto equilibrio di movimenti. Con le mani comunichiamo, dipingiamo, suoniamo strumenti musicali, lavoriamo, giochiamo, facciamo sport e la lista include una serie infinita di attività. Eppure, troppo spesso, ci accorgiamo della loro importanza solo quando fanno male o quando un trauma ne limita l'utilizzo. 

Dito a scatto, sindrome del tunnel carpale, morbo di De Quervain, Malattia di Dupuytren, rizoartrosi (nota come artrosi localizzata al pollice), fratture, cisti, sono solo alcune delle patologie che riguardano l'arto superiore, la cui risoluzione richiede l'intervento di uno specialista. 

"Negli anni la chirurgia della mano si è evoluta moltissimo – spiega il dr. Giorgio Pivato specialista in Chirurgia della mano e in Microchirurgia ricostruttiva degli arti – ed oggi la bassa invasività ci permette di lavorare con anestesie locali, con ricoveri che non durano oltre un giorno, con possibilità di ripresa immediata delle attività da parte del paziente. L’attivazione del percorso di recupero risulta fondamentale affinché si riappropri dell'utilizzo della propria mano e, quindi, della propria vita". 

Nel corso della sua lunga carriera all’interno di Humanitas e, dallo scorso ottobre dell’Istituto Clinico Catanese di Misterbianco, ha sviluppato particolare esperienza nel trattamento delle patologie degli sportivi e dei musicisti, con oltre ventimila interventi eseguiti.   La Sicilia quindi ha un punto di riferimento per la cura delle patologie della mano e questo permette alle persone di poter risolvere i propri problemi di salute delle mani senza allontanarsi dalla propria casa o rete sociale. Al profilo di rilievo internazionale si aggiunge anche una strumentazione all'avanguardia, attraverso un approccio mininvasivo che si basa sulla chirurgia endoscopica, tecnica che permette piccoli tagli e, di conseguenza, una migliore gestione da parte del paziente. “Le tecniche chirurgiche messe in atto sono conservative e finalizzate al miglior recupero della funzionalità dell'arto nel minor tempo possibile – aggiunge Pivato; la presenza del team multidisciplinare permette di creare percorsi personalizzati in base alle esigenze di ogni paziente". 

La parola d'ordine è sempre una, tempestività. Su una cosa è infatti certo Pivato: "I sintomi vanno ascoltati per poter intervenire anzi tempo nella risoluzione e cura di ogni patologia. Troppo spesso, quando si tratta di mano, pur nella sua estrema importanza, assisto ad un atteggiamento di assuefazione al dolore; il paziente sopporta rimandando la risoluzione del problema già in atto. L’intervento chirurgico ancora oggi è temuto e questo provoca l’amplificazione della patologia e la sua cronicizzazione. Si pensi al tunnel carpale: la tempestività permette di evitare che il nervo muoia e che non ci sia più risoluzione”.    L’importanza delle mani viene compresa e realizzata quando esse subiscono incidenti o sono segnate da difetti genetici. E’bene ricordare che esse sono il nostro “strumento” di lavoro, l’unico organo oltre il viso che non è mai scoperto e – conclude il dr. Pivato – per noi italiani sono il segno distintivo della gestualità con cui comunichiamo”. 

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