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Inflazione e guerra, il risparmio dei siciliani in cerca di protezione

Liguori (Banca Generali Private): «In due anni si è ribaltato il contesto economico e finanziario. Occorre agire bene e in fretta per proteggere i patrimoni dai rischi inflattivi e possibili escalation belliche»

Di Redazione |

Guerra in Ucraina e aumento dell’inflazione: sono questi i due principali motivi di preoccupazione per le famiglie siciliane. L’inizio del 2022 ha infatti quasi totalmente azzerato l’ondata di positività generata da un 2021 all’insegna della ripresa, rigettando così i nostri corregionali in una spirale di apprensione generale per il futuro più prossimo. Ma se i timori della guerra sono ormai di fatto assimilati nella quotidianità per via di un conflitto che si protrae da oltre due mesi, è soprattutto il forte aumento dei prezzi a spaventare le famiglie. E gettare forti incognite sul risparmio.

Secondo le stime preliminari pubblicate nei giorni scorsi dall’Istat, infatti, ad aprile l’inflazione faceva registrare un livello pari al 6,2% che non si vedeva dal 1991, ovvero da oltre 30 anni. Pur se in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto a marzo, questo dato rappresenta più di un campanello d’allarme. Prova ne sono gli effetti che si stanno già registrando nella quotidianità di migliaia di famiglie alle prese con i rincari nel carrello della spesa e delle bollette energetiche.

«I due anni di pandemia, le conseguenti strozzature nel rapporto domanda-offerta e, da ultime, la crisi energetica e la guerra in Ucraina hanno contribuito ad un rialzo dei prezzi su livelli che non si vedevano da anni ormai – commenta Corrado Liguori, Area Manager di Banca Generali Private in Sicilia, che aggiunge –. Per questo oggi ci troviamo di fronte ad uno scenario economico inedito in cui occorre muoversi rapidamente per fare l’unica cosa che conta, ovvero mettere al riparo i patrimoni che le famiglie hanno faticosamente costruito nel tempo».

Per capire fino in fondo la portata della situazione che stiamo vivendo, occorre guardare ai numeri. Ipotizzando un tasso medio di inflazione del 3-4% annuo per il prossimo quinquennio, la perdita di potere d’acquisto del patrimonio finanziario delle famiglie si aggirerà intorno al 15-19%. Ciò significa che una somma di 100mila euro posseduta oggi varrà nel 2027 l’equivalente degli odierni 80-85mila euro circa. Se poi l’inflazione sarà ancora più alta, superiore al 5%, quel capitale iniziale di 100mila euro sopra menzionato dopo 5 anni avrà lo stesso potere di acquisto di 77mila euro odierni. Questo scenario, già di per sé molto preoccupante, rischia di avere effetti ancora più importanti nel contesto del risparmio siciliano. Secondo le ultime rilevazioni di Bankitalia, infatti, in tutta l’Isola le famiglie tengono attualmente fermi sui conti correnti oltre 90,3 i miliardi di euro.

Muoversi alla svelta non è quindi più una opzione, ma una necessità, anche se lo strumento preferito dai siciliani – ovvero la ricerca del reddito fisso – oggi sconta diverse insidie per via delle incognite sui tassi e sulla stessa inflazione. D’altro canto, i mercati azionari sono alle prese con livelli di volatilità elevata dovuti anche alle cronache che arrivano dal fronte in Ucraina e che condizionano gli umori dei listini. Non tutto però è negativo, anzi.

«Le complessità generali si stanno riversando oggi anche sui mercati dove il livello di volatilità va di pari passo con le incognite economiche e geopolitiche. È quindi più che mai fondamentale affidarsi ad esperti in grado di analizzare l’intero patrimonio familiare e le prospettive a medio-lungo termine, aiutando i risparmiatori a pianificare nella maniera corretta e con i giusti orizzonti. In questo, i consulenti finanziari rappresentano un alleato fondamentale» aggiunge ancora Liguori.

Come fare quindi per mettere i risparmi al riparo in uno scenario di questo tipo? L’evoluzione del contesto macroeconomico è stata seguita dal mondo degli investimenti con diverse nuove soluzioni che oggi possono essere sfruttate in ottica conservativa per proteggere il capitale dall’inflazione.

«Oggi ci sono diverse soluzioni che possono essere sfruttate anche per i risparmiatori più prudenti. Basti pensare ad esempio al mondo delle soluzioni di parcheggio temporaneo della liquidità o a quelle legate agli investimenti progressivi che consentono di mitigare l’esposizione al rischio e il prezzo di acquisto dei titoli. Una cosa è certa: chi vuole difendere la propria ricchezza dall’azione erosiva dell’inflazione, oggi non può stare alla finestra, parcheggiandola in liquidità» conclude Liguori.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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