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La storia

“Occhio” alla innovazione tecnologica per prestazioni d’eccellenza

Centro oculistico europeo fa all-in sulla qualità delle cure per evitare i viaggi della speranza

Di Redazione |

La transizione anche nella medicina, nell’offerta di nuovi servizi all’utenza con l’obiettivo di dare risposte ai pazienti, offrire prestazioni d’eccellenza e diventare punto di riferimento territoriale. Con questo obiettivo il Centro oculistico europeo nel tempo ha cambiato volto. Ne abbiamo parlato con il direttore amministrativo Federico Basile.

Direttore, potrebbe raccontarci brevemente la storia del Centro Oculistico Europeo e come è avvenuta la transizione da poliambulatorio che offriva 11 branche a mono specialistica?«Il nostro centro è nato come poliambulatorio nel 2012 con l’obiettivo di offrire una gamma completa di prestazioni sanitarie, coprendo diverse specializzazioni e rispondendo alla domanda di assistenza sanitaria privata in continua crescita. Con il tempo, ci siamo accorti che l’ambito oculistico era quello in cui ricevevamo la maggiore richiesta da parte dei pazienti e in cui avevamo maturato competenze e tecnologie di alto livello, avendo già di base una storia ben nota lunga oltre 40 anni. L’azienda nasce nel 1979 con il dott. Francesco Zagari ed è stata un punto fermo negli anni 80 e 90 per tutto il meridione nel trattamento di casi complessi. Da qui la decisione di concentrare tutte le nostre risorse e competenze su un’unica area specialistica, l’oculistica, per garantire ai nostri pazienti un servizio ancora più dedicato, efficiente e all’avanguardia».

Quali sono stati i motivi principali dietro la decisione di focalizzarsi sulla mono specialistica in oftalmologia?«Abbiamo scelto di focalizzarci in un’unica branca perché crediamo nella qualità, nella profondità dell’offerta e nell’innovazione tecnologica. L’oculistica è una branca in continua evoluzione, che richiede aggiornamenti costanti, attrezzature di ultima generazione e un alto livello di specializzazione da parte del personale medico. Concentrandoci esclusivamente su questo settore, possiamo garantire standard elevati sia nella diagnosi che nella cura, offrendo ai pazienti un’esperienza altamente professionale e personalizzata».

Quali vantaggi ha portato questa transizione ai pazienti del (prima) Poliambulatorio? Come hanno risposto alla nuova offerta di servizi?«La mono specializzazione ci ha permesso di essere più veloci nell’erogazione dei servizi, più precisi nella diagnosi e più efficaci nei trattamenti, e la standardizzazione di procedure con protocolli d’eccellenza. I pazienti oggi trovano un centro completamente dedicato alla salute visiva, dove possono contare su tecnologie avanzate, percorsi di cura personalizzati e un team di professionisti dedicato esclusivamente all’oculistica. La risposta è stata molto positiva: abbiamo notato un incremento delle richieste e una maggiore fiducia da parte dei pazienti, che apprezzano la nostra capacità di seguirli in modo completo, dalla prevenzione alla chirurgia specialistica».

Come ha reagito la clientela alla nuova specializzazione? Ci sono stati feedback significativi o cambiamenti nell’afflusso di pazienti?«I pazienti hanno accolto molto bene la nostra scelta. Molti hanno espresso apprezzamento per la chiarezza della nostra proposta e per la qualità dei servizi. Abbiamo registrato un aumento dei pazienti non solo provenienti dalla zona, ma anche da territori limitrofi e nazionali, proprio grazie alla nostra reputazione di centro altamente specializzato. I feedback ci dicono che si sentono seguiti con attenzione, in un ambiente professionale ma anche umano, in cui si dà valore all’ascolto e alla personalizzazione del percorso di cura. Ed in cui, lasciatemi dire, il paziente ha un nome».

Quali sono i vostri progetti futuri per continuare a migliorare i servizi offerti ai pazienti del Centro?«Il nostro obiettivo è continuare ad investire in tecnologia e formazione. Stiamo lavorando insieme ad una software house di Catania per automatizzare le prenotazioni ed essere più rapidi nel dare un appuntamento. A breve introdurremo nuovi strumenti diagnostici di ultima generazione e stiamo ampliando l’offerta di trattamenti chirurgici mini-invasivi. Inoltre, puntiamo molto sulla prevenzione, avvicinando anche le fasce più giovani e sensibilizzando su problematiche oculari che possono essere intercettate precocemente. Stiamo anche valutando l’introduzione di un percorso di telemedicina per garantire continuità di assistenza anche a distanza, anche se per la nostra branca non è cosi semplice».

Qual è stato l’impatto della vostra trasformazione sulla comunità locale e sul panorama sanitario della zona?«Crediamo di aver colmato un’esigenza sentita dalla comunità locale: quella di avere un punto di riferimento specialistico dedicato alla salute degli occhi, senza doversi spostare in grandi città. Anzi ultimamente notiamo un inversione di tendenza da Nord a Sud, e questo ci rende particolarmente orgogliosi. Siamo diventati un polo attrattivo che collabora anche con altri professionisti del territorio, favorendo una sinergia positiva all’interno del sistema sanitario locale. Il nostro impegno è quello di essere un valore aggiunto per il territorio, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche umano e relazionale. Il nostro motto? Lavorare».

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