Acireale col fiato sospeso, sul futuro ci sono più dubbi che speranze
Circolano voci relative al mancato pagamento delle spettanze (per l’iscrizione occorrono le liberatorie) e l’ex direttore sportivo Minguzzi conferma pesanti ritardi. La frustrazione dei tifosi granata
Non è decisamente il momento migliore per l’Acireale, alle prese con una serie di indiscrezioni che stanno facendo vacillare quello che durante la stagione conclusa sembrava essere un caposaldo gestionale ovvero la copertura delle spettanze a tesserati e prestatori d’opera. L’impalcatura ha cominciato a scricchiolare quando sono cominciare a trapelare le voci di calciatori non pagati, aspetto più rischioso considerato che l’iscrizione al prossimo campionato di Serie D va corredata delle cosiddette “liberatorie”.
Pare che su questo fronte la società granata stia operando, ma manca ogni minima comunicazione in tal senso, concordando transazioni che, come da consolidata tradizione, i calciatori accettano, rinunciando sino a metà dei loro crediti.
Le parole di Minguzzi
Non è il caso dell’ex direttore sportivo Enzo Minguzzi, che in esclusiva al nostro giornale, ha affermato – senza ricevere alcuna smentita – di avere ricevuto appena due stipendi su sette, praticamente ha rimesso soldi di tasca sua, considerato che ha dovuto pur vivere ad Acireale nel corso del lasso di tempo in questione, i sette mesi cui fa riferimento il suo contratto che, a differenza di quello dei calciatori, pare non goda delle stesse garanzie, nel senso che per iscrivere la squadra non serve la liberatoria del direttore sportivo.
Tifoseria in subbuglio
I tifosi continuano a rumoreggiare, dalla Curva Sud alla Nord, dalla Est alla Ovest è un coro di disappunto nei confronti della società acese che, probabilmente, sta operando sotto traccia per definire l’organico, considerato che avverte forte il timore che ogni calciatore contattato possa farsi condizionare dalla ridda di voci che indicano l’Acireale Calcio come un soggetto non alacre dal punto di vista dei pagamenti. Una sorta di “Crif” virtuale che consiste nel “tam tam” che viene attivato da tecnici e calciatori avvicinati dai dirigenti granata e pronti a chiedere referenze ad ex tesserati. In questo contesto non è facile mettere a punto un organico di prim’ordine, perché questo chiede la piazza, ma al massimo si può iscrivere la squadra in Serie D, come pare scontato debba avvenire.
La comunicazione stride
Per il resto, in termini di comunicazione, stride – e non poco – la diffusione di notizie che non interessano ad alcuno, compreso il saldo dei prodotti dello “store” granata (sic!), una delle due notizie apparse sulla pagina Facebook dell’Acireale Calcio nel mese di luglio e che ha fatto registrare un record in termini di commenti negativi, in quanto considerata un’autentica provocazione; l’altra, ulteriore “sic” d’obbligo, riguarda nientepopodimenoché un “open day” riservato ai portieri del settore giovanile. Insomma, basta e avanza per comprendere come la gestione del nuovo Acireale risulti parecchio travagliata, anche perché in un tempo anche recente la comunicazione è stata il fiore all’occhiello della società e, invece, adesso sembra segnare il passo per la “chiusura dei rubinetti” che, di fatto, fa aumentare la “comunicazione parallela”, quella legata ad ipotesi e congetture che in una piazza come Acireale, nella quale è forte l’interesse nei confronti della principale squadra di calcio, trovano inevitabilmente spazio in assenza di notizie ufficiali.