Aiuto, la crisi del Catania svuota il Massimino! I numeri certificano la fuga dei tifosi
Le curve non mollano, ma negli altri settori si registrano assenze pesanti: anche gli abbonati se ne vanno
Il “Massimino” si sta gradualmente svuotando. Partita dopo partita le presenze diminuiscono in modo vistoso. Il Catania che non vince e che occupa una classifica anonima in una Serie C che sembrava accessibile - visti progetti, nomi e potenzialità della squadra - ha beccato fischi e contestazioni verbali. Adesso, ed è un limite ormai valicato abbondantemente, si è sconfinati nell’indifferenza. Numeri a parte, il particolare che allarma in maniera più che mai evidente è proprio questo.
Le cifre bisogna leggerle nella maniera giusta. Esempio: nell’ultima gara coloro che hanno acquistato il tagliando singolo sono stati 1.330, ma dei 12.873 abbonati (poi diventati 12.894) la metà non hanno preso posto allo stadio e si notava a occhio nudo. A osservare Catania-Foggia c’erano poco più di ottomila persone. Una cifra da minimo storico davvero. Se le curve assicurano sempre un pienone, la tribuna B si sta svuotando in maniera “spaventosa”. Anche Tribuna A e Vip, spesso sold out adesso mostrano vuoti enormi.
Paganti
Perchè contro il Foggia i paganti erano davvero pochi? Si è passati dal successo ottenuto a Monopoli datato 9 febbraio ai pareggi con la Casertana in casa e con l’Altamura fuori. Una squadra che batte la capolista di quel momento a domicilio e non vince le successive due contro formazioni di modesto cabotaggio scatena rabbia e, peggio ancora, indifferenza. La rabbia dei gruppi organizzati che da una parte (la Nord, che aveva anche dedicato striscioni ai ragazzi foggiani morti mesi fa in un incidente stradale) abbandona la propria postazione prima del fischio finale in segno di protesta; dall’altra parte (la Sud) che nei 10’ finali espone uno striscione molto chiaro su quello che è l’attuale pensiero della gestione societaria. L’indifferenza è di chi occupa gli altri settori e non vede una svolta in campo e fuori dal rettangolo.
I dirigenti stanno facendo di tutto per rimediare: si parla di un’offerta al tribunale fallimentare per riaprire un’asta e far rinascere una delle strutture più belle del Meridione chiusa dal 9 aprile del 2022, giorno del fallimento della società con matricola 11.700. Si parla dell’arrivo di un direttore generale (Zarbano, ex Genoa, ma anche Diego Foresti, ex del Catanzaro, nome circolato già in estate) che però reclama carta bianca e non vuole dipendere da nessuno, diciamo così. Si parla da tempo di un’offerta già formulata per acquisire il logo storico, dei lavori che stanno per iniziare nella struttura di Nesima a spese di Ross Pelligra e della sua famiglia.
Segnali
Tutto in divenire, mentre il pubblico vuole segnali concreti da tempo. Adesso. Anzi li chiedeva già “ieri”. In assenza di tutti questi elementi ecco che il Massimino si svuota. Gli ultrà continuano a seguire in trasferta la squadra, a tifare e a fischiare quando c’è da fischiare. E in casa ci sono sempre, ma chi non fa parte dei club organizzati decide (anche) di rimanere a casa.
Le parole del tecnico Mimmo Toscano sono sempre all’insegna della resistenza umana e sportiva: «Non posso perdere l’equilibrio adesso, dobbiamo fare di tutto per risalire». E le prossime tre gare (Latina fuori, Turris in casa ammesso che si giochi, e Messina fuori casa) contro tre avversarie più che mai alla portata saranno una sentenza: o il Catania si risolleva con tre successi di fila - ottenuti solo una volta a cavallo tra fine settembre e ottobre contro Monopoli, Casertana e Altamura nel girone di andata - o concluderà la stagione nel più totale anonimato in classifica e senza il sostegno del pubblico.