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Atletica: Annarita Sidoti, 10 anni senza lo "scricciolo d'oro" dello sport italiano

Marciatrice e donna a tutto tondo, partendo da San Giorgio di Gioiosa Marea, è stata una leggenda, una delle più grandi atlete azzurre, ha vinto tutto, ma nel 2015 a soli 45 anni ha perso la lotta contro un male incurabile

Lorenzo Magri

21 Luglio 2025, 18:38

ITALY'S ANNARITA SIDOTI CELEBRATES HER WIN IN THE 10KM WALK IN BUDAPEST

BUD29D:SPORT-ATHLETICS:BUDAPEST,20AUG98 - Italy's Annarita Sidoti celebrates her win at the finish line of the women's 10 km walk final at the 17th European Championships in Athletics in Budapest August 20. Sidoti won the race in a time of 42:49 minutes. sb/Photo by Jerry Lampen

Dieci anni fa ci lasciava Annarita Sidoti, una delle più grandi campionesse dell’atletica italiana, una delle più vincenti in assoluto. Lo "scricciolo d’oro” il 21 maggio del 2015 a soli 45 anni aveva perso l’ultima gara, battuta da un male crudele che dal 2009 ne aveva minato il fisico ma non la testa.

Annarita Sidoti d'oro agli Europei di Budapest (PHOTO/ANJA NIEDRINGHAUS)

Il 25 prossimo Annarita Sidoti, una leggenda dell’atletica e dello sport italiano, campionessa, atleta, marciatrice, donna a tutto tondo, avrebbe compiuto 56 anni e rimane ancora oggi forte il suo ricordo, le straordinarie imprese di una delle più grandi campionesse dello sport italiano, una ragazza di Sicilia che non conosceva ostacoli. Numero uno della marcia italiana (47 maglie azzurre), numero uno del «tacco e punta» mondiale con un titolo iridato in carriera ad Atene 1997 e due doppi titoli continentali a Spalato 1990 e Budapest 1998, tre maglie azzurre ai Giochi Olimpici, Barcellona '92 (7ª), Atlanta '96 (11ª) e Sydney 2000 (ritirata) e una serie straordinaria di successi e medaglie internazionali.

Annarita Sidoti d'oro agli Europei di Spalato 1990

Partendo dal suo paese natale, San Giorgio di Gioiosa Marea, aveva cominciato a muovere i suoi primi passi nell’atletica con le prime gare dei corsa con la sua prof. di Educazione Fisica la mitica Carmela Aiello, prima che sbocciasse l’amore per il “tacco e punta” con le prime gare di marcia inserite nel programma dei Giochi della Gioventù con accanto il tecnico che l’ha plasmata, l’ha fatta crescere e diventare una grande campionessa della marcia mondiale: il prof. Salvatore Coletta.

E con i colori della Tyndaris Pattese, in una specialità come la marcia che in Sicilia già poteva contare su una grande tradizione, ha cominciato una carriera dove riuscì a vincere tutto e perso solo la gara più importante: la gara della vita.

Nonostante la sua statura, 1,50 di altezza e un peso forma di 42-44 kg, Annarita rappresentò l’Italia in bei sei edizioni dei Mondiali con l’oro ad Atene 1997 e in tre edizioni dei Giochi Olimpici con il miglior piazzamento il 7° posto a Barcellona 1992 e il cruccio che ci confessava sempre, quello di non essere arrivata al meglio alle Olimpiadi per ottenere l’unico podio che mancava nel suo palmares.

Agli Europei è stata presente in 4 edizioni con due vittorie, nel 1990 a Spalato e nel 1998 a Budapest e un 2° posto nel 1994 a Helsinki. Ha vestito 47 volte la maglia azzurra e con la mitica saltatrice in alto Sara Simeoni, rimarrà nell’olimpo dello sport femminile rosa italiano.

A San Giorgio di Gioiosa Marea dove è nata e ha vissuto era stata anche assessore allo Sport e ricordiamo anche l’esperienza sul set, attrice nel film, «Le Complici» di Emanuela Piovano. Ma il film della vita di Annarita rimarrà un kolossal inimitabile.

Annarita Sidoti con la medaglia d'oro alla fine della 20 chilometri marcia dei Mondiali di atletica di Atene del 1997 (AP Photo/Doug Mills, File)

Di Annarita ricordiamo sempre le sue visite in redazione anche quando stava combattendo contro questo male e con il suo solito sorriso ci rassicurava e mi diceva sempre che lo avrebbe battuto. Ha sempre dato dimostrazione di forza e di grande generosità, una campionessa a tutto tondo che ci ha fatto emozionare per le imprese sportive e per la sua dolcezza.

Annarita adesso non c’è più ma non la dimenticheremo mai, campionessa dello sport, moglie e mamma affettuosa del marito Pietro e dei figli Federico, Edoardo e Alberto e con a fianco le sorelle Maria, Nadia, Eliana e Lina e la mamma Sara, cinque donne, cinque rocce che l’hanno sostenuta fino alla fine e nella mia mente rimarranno impresse le tue imprese come quella volta a Spalato 1990 quando ti ho seguito fino all’arrivo del primo alloro continentale della tua carriera o quando scavalcando transenne ed evitando steward, mi hai abbracciato subito dopo aver tagliato il traguardo ai Mondiali di Atene ’97 con al collo l’oro. Ora Annarita non ci sei più, ma non ti dimenticheremo mai, faremo ancora il tifo per te che adesso ci guardi dall’alto.