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Basket e volley e pallanuoto pensano ad un campionato all’aperto con la supercoppa giocata nella Valle dei Templi

Di Redazione |

C’era una volta. Come una favola, lo sport che vuole uscire dall’emergenza coronavirus e ripartire sogna un ritorno alle origini o alle sue radici più popolari. Ai tempi dei playground, delle sfide in mare e delle schiacciate sui campi outdoor: la nuova frontiera infatti può essere il basket all’aperto o la pallanuoto in acqua di mare.

Lo sport insomma si volta indietro, fino ai giorni del pionieri scozzesi dell’ aquatic hand ball, del campionato italiano di pallanuoto nelle acque di mare di fronte a Rapallo o delle migliaia di canestri di strada della passione americana, per guardare con fiducia avanti. L’emergenza coronavirus lo impone.

Chiusure generali, limitazioni in serie, protocolli di sicurezza hanno ormai monopolizzato la scena sportiva mondiale, non solo italiana. Per ipotizzare una ripartenza a breve termine che sfrutti i mesi estivi dopo la lunga pausa serve quindi andare oltre la logica degli stadi, dei palazzetti, degli impianti al coperto il cui utilizzo implica problemi legati soprattutto al rispetto delle norme sanitarie e di distanziamento sociale.

La risposta è una sola: tornare a giocare all’aperto. E discipline come basket, volley e pallanuoto ci stanno già pensando, in un mix tra passato e futuro.

«Per affrontare la ripartenza della pallacanestro sto pensando alla possibilità quest’estate, in caso di restrizioni e nel caso le autorità lo permettano, di riportare questo sport alle origini: giochiamo all’aperto – ha spiegato all’ANSA il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci -. Il nostro sport si presta. In particolare nel tre contro tre, ma anche nel basket giocato a cinque giocatori. Il clima in Italia ci aiuta. Perché non sfruttare questa opportunità per evitare il più possibile i rischi da contagio?». Lo scorso anno la Fip ha lanciato una sezione sul proprio sito con all’interno una mappa di tutti i playground d’Italia, un vero e proprio censimento di oltre 4.000 campi sparsi sul territorio nazionale che adesso potrebbe tornare estremamente utile.

Inoltre, Petrucci ha ribadito anche di aver commissionato al Politecnico di Torino lo studio di una mascherina specifica che consentirebbe di prevenire il contagio fra i giocatori, senza gravare troppo sulla performance sportiva e garantendo una buona respirazione.

La stessa strada la sta battendo la Federvolley, pronta a collaborare anche lei col Politecnico per la realizzazione di strumenti di protezione personale creati ad hoc per la pallavolo, come appunto mascherine in grado di adattarsi al viso degli atleti senza pregiudicarne le prestazioni. E il primo evento ufficiale post-lockdown sarà all’aperto. «Stiamo immaginando una ripresa della stagione a fine agosto con la Super Coppa giocata all’Arena di Verona o in un altro sito archeologico come può essere la Valle dei Templi di Agrigento – le parole dell’ad della Lega Volley maschile, Massimo Righi – In quel caso anche a porte chiuse perché lo scenario sarebbe fantastico e avrebbe spessore anche a livello televisivo. Già da luglio però se fosse possibile vorremo riprendere a organizzare alcuni eventi in giro per l’Italia, qualche match esibizione per riallacciare filo e restituire la pallavolo alla gente».

E se le norme dovessero continuare a prevedere anche a settembre stadi e palazzetti a porte chiuse, ecco l’idea di giocare l’intera prima giornata del prossimo campionato magari al Foro Italico spalmandola in una tre giorni di grande spettacolo. In cerca di modalità alternative per ripartire c’è anche la pallanuoto che, complice la bella stagione, potrebbe decidere presto di rituffarsi in acqua. Non in piscina, ma direttamente in mare, magari per disputare una Summer League in qualche località turistica. Nell’ambiente se ne sta discutendo e, se dovessero venire meno alcuni paletti, potrebbe ipotizzare di programmare una parte della stagione in acque salate. D’altronde, già nel 1946, dopo la seconda guerra mondiale, il campionato si disputò in mare a Rapallo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA