Calcio, l’Acireale ostaggio del presidente Di Mauro
Non è ancora chiaro se il club verrà iscritto al campionato di serie D o se il titolo sarà ceduto. Rompe gli indugi il sindaco Roberto Barbagallo: «La clausola di riservatezza non ha senso senza mostrare i bilanci»
Via via che trascorrono i giorni, cresce il clima di preoccupazione per le sorti dell’Acireale Calcio, ancora sospese a quasi un mese dall’annuncio del presidente Giovanni Di Mauro, il quale il 20 maggio scorso ha comunicato l’intenzione di non iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie D oppure, addirittura, di cedere il titolo ad altra piazza.
«Non ci sono le condizioni per continuare. Non iscriverò la squadra, attendo offerte», aveva dichiarato, aprendo alla possibilità di una cessione o, in alternativa, come successivamente specificato, al trasferimento del titolo sportivo in un’altra città, in assenza di interlocutori ritenuti adeguati. Quindi, si sono susseguite comunicazioni ambigue e poco chiare, senza che emergesse una linea definita da parte della società. A oggi, in effetti, non è noto se esista un piano concreto di continuità oppure se esistano trattative in corso con soggetti che possano essere interessati all’acquisizione. Un clima di profonda incertezza che non lascia affatto tranquilla la tifoseria e le istituzioni. In questo contesto si inquadrano anche le riflessioni più recenti del sindaco, Roberto Barbagallo, il quale giorni fa si è espresso così: «Non potrei mai dare indicazioni o scegliere chi potrebbe essere il sostituto del presidente Di Mauro, sbaglierei. Credo, però, che sia il momento di fare chiarezza, poiché ritengo non ci siano società pronte a firmare un patto di riservatezza a quelle cifre e termini su dei bilanci pubblici».
Il riferimento del primo cittadino era collegato alla richiesta di prevedere una penale di ben 100mila euro che avrebbe dovuto corrispondere la parte che avrebbe rivelato eventuali dettagli delle altrettanto eventuali trattative. «Quindi – aveva aggiunto il sindaco Barbagallo - bisogna capire come si intende andare avanti, mi chiedo e vi chiedo qualora ci fossero società disponibili a trattare e/o acquisire la società ma non disponibili a firmare patti di riservatezza cosa si fa? Come si va avanti?».
Interrogativi legittimi quelli del sindaco che, poi, di fatto, sono quelli degli sportivi acesi, fortemente preoccupati per il futuro della gloriosa società, posto che si avvicinano varie scadenze e già è stato abbondantemente superato il limite del 10 giugno che era stato posto dall’attuale proprietà come termine ultimo per il passaggio di mano. A complicare il quadro, una procedura di vendita apparsa quindi poco lineare, con condizioni modificate nel tempo e richieste giudicate non trasparenti. Tra queste, la sottoscrizione di patti di riservatezza particolarmente stringenti, anche su documenti che in contesti simili sono solitamente consultabili, come i bilanci societari, che risultano non depositati dal 2022. Un elemento che ha scoraggiato la maggior parte dei potenziali investitori. Sul piano sportivo, i numeri delle ultime due stagioni raccontano una gestione caratterizzata da forte instabilità: 6 allenatori, 7 figure tra direttori generali e sportivi e 75 calciatori tesserati.
L’ultima stagione si è conclusa con una salvezza raggiunta nei minuti finali dei play-out, senza che emergesse un progetto tecnico duraturo. In attesa di indicazioni ufficiali, resta da capire se l’Acireale sarà regolarmente iscritto al prossimo campionato o se si aprirà un altro scenario, come il già citato trasferimento del titolo. Il club, fondato nel 1946, ha alle spalle 79 anni di storia e rappresenta una realtà importante del panorama sportivo siciliano. In questa fase, chiarezza, trasparenza e comunicazione restano elementi imprescindibili per orientare il futuro della società