Catania, a Taranto ultima chiamata per ricucire lo strappo coi tifosi e ridare fiducia all'ambiente
L'avversario sulla carta non dovrebbe presentare difficoltà ma proprio con le “piccole” i rossazzurri hanno lasciato spesso a desiderare
Quasi metà dei 22 gol fin qui segnati sono stati realizzati dal centravanti Inglese (6) e dal trequartista Stoppa (3). Il bottino in fase realizzativa è molto esiguo se rapportato alle ambizioni iniziali di una squadra che in fase offensiva finalizza una minima parte di quel che crea. E se da un lato c’è da sperare che chi va in zona conclusione, non solo le punte, riesca ad aggiustare il tiro, dall’altra c’è la rabbia per le occasioni perdute che hanno allontanato il Catania dalle zone nobili così come s’era detto e sperato in avvio di annata agonistica.
Taranto diventa l’occasione definitiva. A guardare la classifica sembra davvero un match con difficoltà pari a zero. E dovrebbe essere in questo modo per via della condizione difficile che vive il club pugliese. Ma il Catania con le avversarie abbordabili ha stentato parecchio: chi si chiude e riparte mette in difficoltà i rossazzurri. Messina, Latina, Cavese sono gli ultimi esempi e così la squadra di Toscano ha dilapidato un patrimonio di punti che avrebbe potuto “coprire” i problemi economici che si erano palesati in estate al momento di permettere al ds Faggiano di completare la squadra annunciando un paio di attaccanti che avrebbero dovuto e potuto fare la differenza.
Inglese è un acquisto operato in emergenza ma sulla validità e sulla serietà del calciatore non ci sono dubbi. Inutile, adesso, rimpiangere Cicerelli (andato via per far quadrare i bilanci in sede di spese), Cianci (s’era presentato in ritiro sovrappeso e s’era anche fatto lievemente male: poi non è riuscito a legare con i nuovi dirigenti e col tecnico) e lo stesso Di Carmine. Quest’ultimo, dopo una stagione tra gol importanti e infortunati, era stato recuperato dallo staff medico (che aveva anche pubblicamente ringraziato in una intervista di qualche giorno fa a un giornale trentino) e una volta guarito sta facendo le fortune del club allenato da Tabbiani.
Campare sulle statistiche degli ex è inutile. Fa male, sono stati commessi errori di valutazioni, ma se si vuole in qualche modo aggiustare il percorso tecnico e tattico c’è da concentrarsi sulla prossima gara e attendere segnali dalla proprietà australiana in merito alle spese che potranno essere affrontare quando - e manca davvero poco - riaprirà il mercato. E sarà un mercato non di rivoluzione altrimenti si rischierebbe di commettere lo stesso errore dell’anno passato. Ma cinque rinforzi servono, così come servirebbe alleggerire il lotto dei fuori rosa che - il segnale in occasione della Coppa è stato chiaro - non saranno reintegrati.
Certo, a proposito, fa ancora riflettere il caso Celli: prima messo fuori lista insieme a coloro che mai e poi mai sarebbero rientrati. Poi richiamato. Subito s’è fatto male e non sta rientrando. Insomma anche questo è stato un errore considerevole. Sarebbe stato meglio rimettere dentro un Rapisarda o un Salvatore Monaco, nello stesso reparto. Oppure fidarsi di un giovane. Col senno di poi siamo tutti bravi a discutere, ma Celli al Catania è stato e sarebbe stato utile?
Ormai non si può più rimediare, ma organizzare il confronto di Taranto grosso modo con gli stessi giocatori messi in distinta per contrastare la Cavese. Non ci sarà Anastasio, a Taranto non andranno tifosi per i divieto di trasferta. E a proposito di tifosi, ieri a rispettare l’appuntamento con un altro sponsor sono intervenuti Bethers, Carpani e Raimo. A dire il vero sono intervenuti pochi sostenitori nell’ordine di decine e questo è un distacco che deve fare riflettere e crea una qual certa paura di rimaner soli. Senza il sostegno della città non si va da nessuna parte. Ecco perchè aspettiamo segnali concreti da parte del presidente Ross Pelligra, facendo salvo il lavoro del suo vice Vincenzo Grella che - come è successo nei giorni clou dell’estate - sta cercando di far quadrare conti e programmazione a breve termine. Di più, fino a novità concrete, non potrà tentare.