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Catania Calcio, «Ci sono nuovi possibili investitori. Due gruppi stranieri hanno già i documenti»

Di Giovanni Finocchiaro |

CATANIA – Gaetano Nicolosi, maggior azionista della Sigi, ieri ha guidato a Torre del Grifo un gruppo di investitori stranieri interessati al Catania. Ed è uno dei molteplici tentativi che in queste ore tutti e 24 i soci della cordata stanno effettuando per rilanciare il club. Nicolosi non s’arrende, ma conferma che il tempo per mettere ogni cosa al proprio posto è davvero poco.

Nicolosi, partiamo da Tacopina: capitolo chiuso?

«La porta è ancora aperta ma solo su una proposta concreta che deve realizzarsi nel più breve tempo possibile. Siamo in ritardo e Joe lo sa. Se mai vorrà dialogare con noi, lo faccia adesso».

In caso contrario?

«Abbiamo intrapreso dialoghi con più gruppi. Ci sono investitori che stanno valutando l’ingresso in società. Abbiamo consegnato incartamenti nelle scorse ore ad alcuni gruppi stranieri».

Ci risulta che due di questi hanno inviato i propri rappresentanti al Village.

«Sì, sono stati a discutere con noi a Torre del Grifo. Ora dovranno valutare tutto il dossier».

Ci sono stati altri abboccamenti?

«Proprio in queste ore (ieri, ndr) si è paventato un gruppo che s’era presentato tempo fa e abbiamo riaperto il dialogo».

Possibile, invece, un aumento di capitale degli attuali soci?

«C’è grande compattezza, inutile ribadirlo. Ma ci sono i presupposti per farlo. Tutti i soci stanno dialogando con imprenditori per fare in modo che entrino nel nostro progetto».

Perchè non s’è portato avanti un piano B?

«Le altre richieste ci sono sempre state, ma il patto di esclusività col gruppo Tacopina ci ha portati a trattare con un solo acquirente. E’ un fatto di serietà professionale e imprenditoriale».

Servono quattro milioni per iscrivere il Catania entro il prossimo mese. Ma condizione che Mascalucia e Ufficio Entrate diano risposte immediate. Una cifra enorme.

«Attendiamo la risposta dal Comune di Mascalucia e dall’Ufficio delle Entrate, fondamentali per affrontare l’iscrizione al campionato con parametri sopportabili».

Il 17 sarà reso noto il P.A e servono soldi subito.

«Se raggiungiamo i parametri prefissati, servono intanto 3-4 milioni entro fine mese. Nel non sappiamo cosa sarà inserito. Ma si prevede che la cifra da garantire sarà quella».

Tutti i debiti contratti come verranno smaltiti?

«Auspichiamo l’intervento di finanziatori, di sponsor, l’apertura stadi, dello stesso village che nell’ultimo anno è rimasto chiuso causando un danno involontario inestimabile».

I 24 soci possono ricapitalizzare?

«Ripeto: la Sigi è compatta e tutti vogliono fare la propria parte. Bisogna andare verso questa direzione, vale a dire la ricapitalizzazione. Con questo ragionamento possiamo andare avanti. Sono fiducioso per quel che riguarda l’ingresso dei nuovi soci, la ricapitalizzazione, fiducioso verso l’ingresso di eventuali partner esterni».

Catania è inferocita, delusa, preoccupata.

«Faccio un appello ai professionisti catanesi: legatevi al progetto, in molti il 22 luglio ci davano per retrocessi. Invece stiamo ancora cercando di rilanciare il Catania. Non ci sono speculazioni, nessuno voleva fare cassa, nessuno voleva ingannare Tacopina. C’è rammarico nell’essere additati come responsabili. Qualche mese fa eravamo eroi».

Parliamo di cifre, dott. Nicolosi.

«Ad oggi una riduzione del debito c’è stata. Dai 65 milioni togliamo i 26 delle rate di Torre del Grifo. Ne rimangono 39. Abbiamo ridotto a 18 milioni il debito con privati e istituzioni. E siamo in attesa della risposta dell’Agenzia delle Entrate. Consideriamo che non abbiamo incassato un euro da abbonamenti e dal Village. Sul campo siamo arrivati quinti in C con un monte ingaggi ridotto, abbiamo riavviato il vivaio (Primavera 3 e Under 17 stanno disputando la stagione agonistica, ndr) l’Academy e anche la squadra femminile che ci sta riservando soddisfazioni. Non abbiamo licenziato una sola persona. Abbiamo rifatto il prato del Massimino dopo le piogge che avevano causato lo spostamento di partite e sostenuto le spese di sicurezza legata al Covid. Abbiamo restaurato il Village nonostante sia rimasto chiuso al pubblico per l’emergenza pandemia».

La Card, lanciata subito dopo aver salvato la matricola, alla fine non ha prodotto utili.

«E’ andata malissimo, era stata ideata per avere un aiuto dagli imprenditori. La risposta è stata pari a zero o quasi. I tifosi storici sì, le curve hanno risposto e per questo a loro dico grazie».

Si può ancora salvare il Catania?

«Stiamo tentando non solo di salvare il Calcio Catania ma di rilanciarlo, ricordando alla città che i debiti sono stati ereditati dalla precedente gestione e non certo causati da Sigi».

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