Di Tacchio, capitano coraggioso del Catania: «Il campionato si vince così»
«Le rivali? Salernitana, Benevento ma anche Crotone, Trapani, Monopoli, Potenza»
Francesco Di Tacchio ha cominciato il suo secondo ritiro estivo con il Catania con la consueta determinazione che lo contraddistingue. Nella quiete dell’Umbria, tra le colline di Norcia, il centrocampista pugliese si sta allenando insieme ai suoi compagni con grande intensità e partecipazione. L’esperienza accumulata negli anni, in categorie superiori e in piazze calde, oggi si traduce in leadership silenziosa e costante presenza in campo. Nei primi allenamenti si è fatto notare non solo per la solidità fisica, ma anche per la capacità di guidare i compagni nei movimenti, nei tempi di gioco, nei ritmi della manovra.
È il classico centrocampista che non fa rumore, ma c’è sempre. E si fa sentire quando conta. Il tecnico Toscano punta forte su di lui. Non solo per l’equilibrio tattico che è in grado di garantire, ma anche per quella mentalità da professionista vero che trasmette al gruppo. In una squadra che cerca riscatto e vuole ritrovare identità dopo una stagione complicata, Di Tacchio rappresenta un punto fermo. È evidente che voglia ritagliarsi un ruolo da protagonista in questa stagione. Vuole essere il fulcro del centrocampo. E parla già da capitano.
Di Tacchio, è appena iniziata la sua seconda stagione in rossazzurro. Qual è l’atmosfera di questo ritiro?
«Le sensazioni sono ottime, abbiamo iniziato questa nuova stagione con il giusto spirito, i primi giorni di lavoro sono stati positivi e stanno arrivando giocatori che sicuramente ci daranno una grossa mano. Vogliamo dare continuità al buon finale della scorsa annata. Sarà una stagione tosta e difficile per tutti, con il tempo si creerà il feeling giusto e cercheremo di migliorare».
Lei lo scorso anno ha avuto qualche stop imprevisto a causa di infortuni che l’hanno limitata, quali sono le sue ambizioni personali per la stagione 2025/2026?
«La mia prima stagione a Catania è stata travagliata: ho subito un infortunio importante, sono rientrato nel girone di ritorno, mi sono dovuto fermare nuovamente e poi sono tornato a disposizione. Ho cercato di dare una mano e mi è dispiaciuto non esserci stato per tanto tempo. Le mie ambizioni personali coincidono con quelle collettive».
Alcuni sono già arrivati, altri forse arriveranno, che squadra sta sorgendo?
«Una squadra di grandi lavoratori e uomini, anzitutto, e poi di bravi calciatori: è quello che siamo ed è quello che serve per fortificare il gruppo, insieme a una mentalità che possa consentire durante la stagione di superare le difficoltà».
Quali sono gli obiettivi dichiarati dal club? L’obiettivo è vincere il campionato?
«Vogliamo migliorare quanto è stato fatto l’anno scorso e creare i presupposti per poter vincere il campionato, chiaramente, ma per questo non servono le parole, occorre una verifica partita dopo partita e avere sempre la voglia di migliorarsi, quando dico sempre, intendo anche durante gli allenamenti».
Lei è un veterano, un leader, ha grande esperienza e grande conoscenza del calcio. Le hanno dato i gradi di capitano? Cosa vuol dire essere un leader di una squadra?
«Leader vuol dire responsabilità e la responsabilità ha un peso. La fascia è la sintesi di tutto questo ed è poi un onore e un privilegio. Se dovessi essere il capitano del Catania, penserei anzitutto a rappresentare nel migliore dei modi il club e la città».
Quali sono gli errori che il Catania ha commesso lo scorso anno e che non dovrà ripetere?
«Sicuramente bisogna avere la giusta continuità, che viene con il lavoro e l’applicazione, poi durante il campionato gli alti e bassi ci sono. Abbiamo bisogno del supporto di tutti, specialmente dei tifosi: faremo di tutto per creare un blocco di cemento con tutti, per arrivare al meglio ad aprile».
Il Catania ha un nuovo dg e un nuovo ds, che impressione le hanno fatto Zarbano e Pastore (che lei già conosceva)?
«Già l’anno scorso erano vicini alla squadra e sempre presenti, sono punti di riferimento e valori aggiunti, lavorare con loro è un piacere».
Ha avuto modo di parlare con Grella e con i vertici?
«Non ancora, aspettiamo il vice presidente in ritiro a breve e per il gruppo sarà importante, come sempre, il suo messaggio».
Chi sono le rivali più accreditate al salto di categoria? C’è la Salernitana del vostro ex ds Faggiano?
«Come la Salernitana, lotterà per il primo posto il Benevento ma ci sono anche il Crotone, il Trapani, il Monopoli che ha fatto bene e lo stesso Potenza. Anche le più piccole, poi, quando giocheranno con il Catania daranno poi qualcosa in più e noi dovremo farci trovare pronti».
Tema libero: il club ha lanciato la campagna abbonamenti NOI, dica qualcosa ai suoi tifosi.
«Li aspettiamo numerosi come sempre, sappiamo che ci daranno una spinta in più. Ai tifosi abbiamo poco da dire e tanto da dimostrare e trasmettere, per far sì che si possa creare quel blocco di cemento. Lo slogan mi piace, è semplice e diretto: “Noi” mi fa pensare al senso di insieme e unità, quello che può portarci lontano».