Nba, Oklahoma trionfa in gara 7 contro Indiana e vince il suo primo titolo
Finale senza storia. Protagonista il canadese Shai Gilgeous-Alexander MVP delle Finals
Da Oklahoma City al tetto del mondo della pallacanestro a stelle e strisce. I Thunder hanno vinto il titolo Nba in una storica finale contro gli Indiana Pacers conclusasi soltanto in gara 7 con un netto 103-91. Per chi segue il campionato professionistico made in Usa di basket la vittoria di Oklahoma non è una sorpresa: programmazione, creazione di un gruppo affiatato con un allenatore giovane come il 40enne Mark Daigneault, e soprattutto la leadership del canadese Shai Gilgeous-Alexander forte a tal punto da essere nominato MVP della stagione regolare e delle finali. L’ultimo a realizzare l'accoppiata è stato Stephen Curry nel 2015 con i Golden State Warriors. Gli unici altri a permettersi questo lusso sono campioni come LeBron James, Tim Duncan, Shaquille O'Neal, Michael Jordan, Hakeem Olajuwon, Magic Johnson, Larry Bird, Moses Malone, Kareem Abdul-Jabbar, Willis Reed, Wilt Chamberlain e Bill Russell. Insomma i migliori di sempre.
Gilgeous-Alexander trascinatore
Gilgeous-Alexander ha realizzato una media più di 30 punti nelle sette partite di finale e nei quattro turni degli spareggi, dopo essere stato il miglior marcatore della stagione regolare (32,7 punti) dove ha spinto i Thunder in testa alla classifica con 68 vittorie e 14 sconfitte. Il 26enne canadese, come molte star dell’Nba, ha una storia particolare. E’ nato nel 1986 ad Hamilton, un sobborgo di Toronto, dove ritorna ogni estate per seguire un personale piano di allenamento, tra una palestra locale e i pesi nel suo garage, circondato dagli amici di sempre. Le sue eccezionali qualità fisiche le ha ereditate dalla madre Charmaine Gilgeous che, dopo aver corso i 400 m ai Giochi Olimpici di Barcellona nel 1992 per l’isola caraibica di Antigua e Barbuda, è poi diventata una lavoratrice sociale a basso reddito. Problemi che ovviamente non ha più grazie al figlio che da oggi indosserà l’anello dei campioni Nba.
Tyrese Haliburton eroe
L’altro eroe della serie finale è Tyrese Haliburton: trascinatore degli Indiana Pacers fino all’ultimo atto, tanto bravo quanto sfortunato a livello fisico. Al settimo minuto della gara decisiva si è nuovamente infortunato - si teme la rottura del tendine - ed è uscito in lacrime: per la sua squadra non c'è stato modo di restare in gara.
La franchigia trasferita da Seattle
E’ il primo titolo per Oklahoma ma non per la franchigia che nel 1979 si è laureata campione con i Seattle SuperSonics: l’Nba ha regole complicate sugli acquisti che favoriscono l’equilibrio del campionato e prevede che i proprietari dei club possano trasferirsi da una città ad un’altra portando con sé palmares, nickname e giocatori. Il caso più famoso sono i Los Angeles Lakers: nel 1957 i proprietari della franchigia decisero di spostare la squadra dal Minnesota, la terra dei 10mila laghi, alla California e si portarono dietro titoli e soprannome. I Thunder sono arrivati ad Oklahoma City nel 2008 e da lì hanno iniziato a costruire la squadra ora campione Nba. Già nel 2012 si era qualificata in finale. Nel 2019 l’arrivo del giovanissimo Gilgeous-Alexander. Al suo fianco Jalen Williams e Chet Holmgren. Nel roster in evidenza anche il pivot Isaiah Hartenstein, Alex Caruso e Luguentz Dort. La squadra ha una età media molto bassa di circa 25 anni.
Thunder Indiana una finale inedita
Quella tra Thunder e Pacers è stata una finale inedita per l'Nba ma ha dimostrato ancora una volta che nel campionato americano vige un sostanziale equilibrio, grazie al criterio delle prime scelte, e che con una attenta programmazione tutte le squadre possono aspirare al titolo. Oklahoma è il settimo campione diverso negli ultimi sette anni.