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Il Giappone a scuola di velocità dal prof. Di Mulo

Una troupe della Nippon Broadcasting Assocciation a Catania per studiare il "metodo" del tecnico etneo artefice dell'oro della 4 per 100 azzurra ai Giochi di Tokyo

Di Lorenzo Magrì |

Un uomo dietro alla staffetta 4 per 100 maschile dei sogni, oro ia Giochi di Tokyo. E' Filippo Di Mulo, un professore mite, misurato, un catanese orgoglioso, un perfezionista, l’esaltazione stessa dello studio, del lavoro e del metodo. Filippo Di Mulo è il responsabile della velocità azzurra che in Giappone ha qualificato cinque staffette su cinque e quattro su cinque hanno ottenuto il record italiano. Se aggiungiamo che all’oro di Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu, c’è stata la grande festa per la memorabile impresa di Jacobs oro sui 100, la gara regina delle Olimpiadi, il cerchio si chiude confermando il settore della velocità azzurra leader al mondo grazie anche al lavoro del tecnico etneo.

E di questi risultati si sono accorti anche le superpotenze dell’atletica mondiale come Gran Bretagna e Francia che già in passato hanno avuto Filippo Di Mulo ospite per stage e aggiornamenti. Succede così che dal Giappone è partita una troupe inviata dalla Nippon Broadcasting Association per provare a conoscere cosa c’è dietro il "metodo" vincente del prof. Di Mulo.

«Sono stati giorni intensi – ci dice il prof. Filippo Di Mulo, un perfezionista del lavoro e del metodo – con la troupe guidata dal giornalista Kamio Mitsuomi che mi ha seguita nei miei momenti a casa con la mia famiglia e in campo alla Cittadella del Cus Catania. Ore interminabili con domande e dimostrazioni pratiche per provare a fare capire ai giapponesi come quel bastoncino della 4 per 100 sia arrivato in fondo più veloce di tutti chiudendo con uno straordinario oro al collo. Come staffettiste che hanno fatto da cavie per le prove dei cambi analizzate nei dettagli dai cameramen che non si sono fatti sfuggire nessun movimento, ho utilizzato quattro mie allieve, le due azzurre Chiara Torrisi e Alessia Carpinteri, Giulia Magno e Beatrice Scuderi».

«Alleno staffette dal 1988 – spiega – la migliore prestazione italiana juniores della 4×100 è ancora della mia Libertas Catania dal 1999. Con il tempo ho costruito e affinato un modello matematico, un foglio excel con un programma informatico, che mi permette di elaborare parametri legati alla velocità di ingresso, alla velocità di accelerazione, alla perdita progressiva di velocità. Inserisco i dati di qualsiasi allenamento e di qualsiasi atleta passi per i raduni, ne approfondisco le caratteristiche, le qualità, i difetti. Ecco cosa c’è alla base di questo trionfo, un percorso e tanto studio. E la capacità di dire la parola giusta al momento giusto. I fenomeni non bastano, se non si sanno gestire, integrare e canalizzare verso un unico obiettivo».

«Dalla mia prima Olimpiade sono passati 21 anni – conclude il prof. Di Mulo – allenavo due atleti, Ciccio Scuderi e Alessandro Cavallaro, facevo parte soltanto dell’area giovanile azzurra e quindi pagai il biglietto di tasca mia per volare in Australia. Lo scriverò in un libro, ci sto pensando seriamente. Il titolo? Da Sydney a Tokyo, cronaca di una vittoria».

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