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L’Italia si gioca il mondiale in Irlanda, il nemico è l’ansia

Gli Azzurri devono vincere a Belfast: tante assenza e quel precedente del 58' che non ci sorride

Di Redazione |

Novanta minuti per allontanare i fantasmi dei play off. A Belfast, nell’unica città d’Europa dove rimane in piedi un muro, l’Italia deve scavalcare il suo, di ostacolo, fatto di avversari e paure. Roberto Mancini si gioca infatti domani la possibilità dell’accesso diretto al Mondiale in Qatar, e ha chiara in testa la chiave vincente: «Non dobbiamo ripetere l’errore commesso con la Svizzera, in partenza: di farci prendere dall’ansia. Non è una partita da cattivi pensieri: pensiamo a giocare palla a terra e veloci, e così evitiamo di dover ricorrere all’esame di riparazione, i play off di marzo». Contro l’Irlanda del Nord che in casa, al Windsor Park, non ha mai perso in queste qualificazioni, va in campo una nazionale con difficoltà a segnare e l’obbligo di vincere con tanti gol di scarto. Eccola lì, allora, la paura degli azzurri: ripetere i passi falsi commessi contro la Svizzera – doppio rigore sbagliato da Jorginho in testa – potrebbe essere fatale. 

Pesa più questo del precedente di 63 anni fa, quando una sconfitta nello stesso stadio costò la prima, dolorosa mancata qualificazione al Mondiale. «Non sono andato a rivedere le cronache, ma conosco la storia: evitiamo di andare così indietro nel tempo..», è lo scongiuro di Mancini, il cui principale sforzo in questo momento «difficile, il primo da tre anni», è tenere lontano il suo incantesimo un pò affaticato da qualsiasi pensiero che non sia il mantra del gioco e del divertimento.   In contemporanea con la partita di Belfast, infatti, a Lucerna la 'Natì di Yakin che è pari merito con gli azzurri proverà a battere la Bulgaria con tanti gol per cancellare l'ultimo piccolo vantaggio che resta all’Italia, il +2 in differenza reti. «Non conterà avere un vero o un falso nove – dice Mancini – ma giocare con la mentalità giusta, sin dal primo minuto. Sapendo che l’Irlanda del Nord è avversario davvero difficile: qui loro non hanno mai perso e non hanno mai preso gol». 

 Per questo servirà un’altra Italia rispetto a quella post trionfo Europeo. «All’Europeo questa squadra magnifica ha avuto uno spirito particolare – dice il capitano, Bonucci – Nessuno cancellerà mai quel che abbiamo fatto quest’estate, ma ora dobbiamo ritrovare quello spirito di squadra e moltiplicarlo per cento».

A difesa del suo gruppo, spende parole in questo senso anche Mancini: «Da tre anni, questa nazionale ha fatto qualcosa di impensabile, a cui nessuno credeva: ora è arrivato il primo momento di difficoltà vera, ma i ragazzi non devono mai dimenticare quel che hanno fatto». A cominciare dal gioco: «Loro sono alti e grossi, noi normali: lanci lunghi e traversoni non servono: bisogna giocare palla a terra e in velocità. Così si vince. E senza cercare a tutti i costi la goleada, che quella viene come conseguenza del gioco». 

Le otto assenze accumulate da inizio ritiro costringono il ct azzurro a qualche modifica ("bisogna esser bravi anche nella sfortuna"), anche rispetto alla partita dell’Olimpico: Belotti affronta ancora le scorie dell’infortunio, Tonali si candida a un posto da titolare come Berardi, che a Roma si era procurato il rigore e magari avrebbe voluto anche batterlo. Domani, in caso, dal dischetto c'è il capitano, Bonucci. Vista l’emergenza terzini (aggregato Zappacosta dopo il ritorno a casa di Biraghi e Calabria), la linea difensiva è confermata gioco forza. A centrocampo, Mancini assicura che di aver visto un Barella recuperato dall’affaticamento col quale era arrivato in ritiro. "E' recuperato, sta bene: anche meglio che con la Svizzera». Quanto a Tonali, «sta facendo cose importanti in questi ultimi tempi, e sì, penso potrebbe partire dall’inizio. In attacco, invece, decideremo domani», le parole prima della rifinitura.   «I ragazzi si stanno riprendendo dopo venerdì, soprattutto dalla fatica», conclude Mancini. L’impressione, insomma, è che la nazionale sia alla ricerca di una scintilla che riaccenda la magia degli ultimi due anni. «Chi batterà il rigore dopo l'errore di Jorginho? No, il primo rigorista non sono diventato io – ha spiegato Bonucci – abbiamo deciso di lasciare tutto immutato, poi in caso si vedrà». Anche in questo caso, tra Irlanda e Italia saranno 90' thrilling.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA