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Leon Sipos, l’eroe della porta accanto: «Catania, questo è solo l’inizio»

L'attaccante croato autore di una doppietta all'Andria: «Società e tecnico hanno permesso di integrarmi subito, che emozione sentire i tifosi gridare il mio nome, ora si pensa a Pagani»  

Di Giovanni Finocchiaro |

Re per una notte. Si spera la prima di una lunga serie. I due gol all’Andria hanno catapultato Leon Sipos nella copertina delle speranze rossazzurre. Il centravanti croato adel Catania ha firmato il successo della possibile svolta. Certamente ha cancellato i cattivi pensieri dopo l’esordio di Monopoli. Il resto lo vedremo solo vivendo.  Certo è che oggi, Sipos è sulla bocca di tutti coloro che hanno visto la partita rientrando allo stadio dopo un’astinenza che durava dal primo giorno di marzo del 2020, e sulla bocca di chi non c’era ma ha letto e visto la storia dei due gol, ma anche e soprattutto della sua prestazione. Ieri Sipos ha riposato, oggi riprenderà con i compagni la preparazione, e ha raccontato a La Sicilia sensazioni e prospettive. Il suo profilo social, Leon, è preso d’assalto dai sostenitori catanesi. Immaginiamo quanto abbia trillato il suo telefonino. «Ho ricevuto centinaia di messaggi e tanti complimenti, li apprezzo ma tutto questo non deve rimanere nella mia testa un minuto di più; è stata una bella vittoria, abbiamo festeggiato, l'umore è buono ma basta così, perché la partita di sabato appartiene al passato». Lei ha scritto che è solo l’inizio. «E quando affermo questo, intendo dire che dobbiamo fare meglio tutti insieme e che penso già a martedì (domani, ndr), giorno in cui riprenderemo ad allenarci, e a domenica, quando giocheremo a Pagani. Dobbiamo lavorare duramente in settimana e seguire sempre il nostro allenatore, per riuscire a giocare meglio e segnare anche di più». "Only the beginning": soltanto l'inizio. dopo una notte da… Leon, caratterizzata da una doppietta. «Spero lo sia. Da ragazzino, lo avevo raccontato proprio a voi il giorno del mio arrivo in Sicilia, avevo tante volte ammirato, estasiato, le giocate dei rossazzurri in Serie A, specie la partita contro l’Inter. Ora ho esordito allo stadio, al Massimino. Sono felice». Leon, lei ha anche esclamato, nel dopogara quel "Beautiful…Unforgettable” che conferma come la serata di sabato sarà indimenticabile da qui alla fine della sua carriera. «Ho vissuto una serata indimenticabile, certamente, ed è stato così soprattutto grazie al tecnico Baldini che mi ha dato una chance da titolare e ai miei compagni, che mi hanno messo nelle condizioni di esprimermi al meglio: sento la fiducia di tutti, anche della società, e questo è molto importante, per noi giovani in particolare». Eppure il campionato non era cominciato bene. Neanche per lei. « Dopo la partita di Monopoli, nonostante la brutta sconfitta, non avevo dubbi sulle nostre potenzialità e credevo in un immediato riscatto. Così è stato: contro la Fidelis Andria abbiamo giocato bene e abbiamo meritato la vittoria». Due gol importanti, realizzanti con enorme freddezza. «Il momento del primo gol è stato fantastico, Tommaso Ceccarelli mi ha dato una grande palla e la gioia del pubblico mi ha trasmesso ulteriore carica per il prosieguo del match. Ho provato una sensazione indescrivibile. Dopo la seconda rete, ero semplicemente felice per tutto quello che stava succedendo». A un certo punto del match, prima dell’intervallo e pure alla fine del match, il pubblico l’ha acclamata. Non succede spesso, a Catania, di esaltare un singolo. «Quando i tifosi del Catania hanno scandito il mio nome in un coro, ho sentito i brividi sulla mia pelle, così come al momento della sostituzione, quando ho ricevuto gli applausi e ringraziato. Sono felice che i tifosi siano tornati allo stadio». L’addetto stampa, Angelo Scaltriti, che ha gentilmente fatto da tramite per questo colloquio e la conosce ormai bene, l’ha ribattezzata Iceman, come il pilota Raikkonen. «Dite che sono stato bravo a rimanere freddo quando mi sono trovato a tu per tu con il portiere? Io "Iceman" come Raikkonen? Sì, l'accostamento mi piace, ma credo che la lucidità e la freddezza sotto porta siano fondamentali, per un attaccante». 

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