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Pelligra spinge in alto il Catania: «Squadra valida, lottiamo insieme per uscire dal pantano della Serie C»

«Completeremo un organico già forte. «Vi spiego i progetti per valorizzare Torre del Grifo, il Massimino e il centro sportivo»

Giovanni Finocchiaro

24 Agosto 2025, 09:23

Ross Pelligra, patron del Catania Calcio

Ross Pelligra, patron del Catania Calcio

Ross Pelligra è un capitano non giocatore che vive la vigilia dell'inizio del campionato con emozione immensa. L'incontro nella redazione del nostro giornale che sancisce gli accordi tra la società editrice e il Catania (La Sicilia è da quest'anno media partner del club) serve a lanciare un patto all'insegna della sicilianità valorizzando i progetti delle due aziende che investono sul territorio.
Accolto dal nostro direttore, Antonello Piraneo, dal capo dei servizi sportivi Nunzio Casabianca e dalla redazione, Pelligra ha approfondito alcuni grandi temi che intende sviluppare nell'immediato futuro: potenziamento della squadra, il rafforzamento del gruppo dirigenziale, l'eventuale gestione di Torre del Grifo, la costruzione di un centro sportivo (idea che non ha mai abbandonato), la gestione del Massimino e del campo di Nesima, l'attività del vivaio.

Presidente Pelligra, Catania-Foggia è l'inizio di un nuovo percorso. I tifosi chiedono il completamento dell'organico.

«Sarà una stagione difficile come è logico che sia un campionato di Serie C meridionale. La realtà dei fatti è che ci sono alcuni dettagli relativi al potenziamento della squadra che stiamo sviluppando. Prima che si chiuda il mercato agiremo investendo com'è giusto che sia».

Il budget che ha previsto per il mercato è limitato dagli investimenti per rilevare e sistemare Torre del Grifo così come gli altri impianti?

«Assolutamente no. Sono due capitoli separati. Quel che serve per ultimare la squadra sarà portato a termine, così come abbiamo una previsione di investimento per le strutture».

Torre del Grifo, innanzitutto. Si tratta di un impegno non indifferente.

«A ottobre sapremo se potremo utilizzare la struttura per la quale c’è stata un’offerta unica da parte del Catania FC. Il Village è una nostra assoluta priorità, così come il logo. Fa parte della storia della città».

E se Torre del Grifo dovesse andare ad altri imprenditori?

«Abbiamo un piano B, abbiamo un piano C che non sono ripieghi improvvisati. Nella mia carriera di imprenditore nel settore edile mi succede spesso di acquistare più di un terreno rendendolo fruibile e anche al passo con i tempi e le esigenze di chi lo utilizza. Sottolineo come Torre del Grifo sia una parte importante nella storia del calcio a Catania e abbiamo già in testa un piano per sistemare le varie zone, cominciando dai campi in erba naturale».

Il suo vecchio pallino resta il centro sportivo.

«Nei piani futuri del Catania FC, per come si è evoluto il mondo del calcio, c'è bisogno di un numero maggiore di campi per fare allenare i giovani. Ci sono dunque desiderio e speranza di poter comprare altre strutture».

La sua idea di realizzare un centro avveniristico con 11 campi di calcio resta attuale?

«Quando ne ho parlato la prima volta qualcuno ha ironizzato anche sul numero di campi. Invece confermo: l'idea andrà di pari passo con la possibile gestione di Torre del Grifo».

In questo modo incrementerà il settore giovanile.

«Senza campi di calcio l'attività dei giovani e delle ragazze del Catania Women sarebbe limitata. L'idea è sempre quella di costruire una struttura in città o nelle immediate vicinanze. Vogliamo creare valore tecnico, sociale e territoriale, ma anche andare incontro alle esigenze delle famiglie che non possono impiegare un'ora per andare fuori da Catania per accompagnare i propri figli. Si perderebbe un intero pomeriggio».

Lo stesso progetto lo ha relizzato a Dubai e a Perth, nella West Australia.

«Una decina di campi di calcio con un indotto che tiene occupate 300 persone. Ho la stessa idea per Catania».

Un anno fa ha anche impegnato una somma (600-700 mila euro circa) per sistemare il campo di Nesima.

«La struttura va restaurata all’interno. C'è anche un progetto che abbraccia l'intero quartiere. Con il Comune di Catania vorrei rivitalizzare Nesima allargando gli interventi con zone verdi e con un palasport che servirebbe per altre discipline che non siano il calcio».

La gestione dello stadio Massimino prevede interventi per rendere la casa del Catania ancora più fruibile.

«Vorremmo ampliare e modernizzare la struttura. Non ho un progetto di immediata realizzazione perchè ci stiamo focalizzando sulle altre operazioni. Ma abbiamo un'idea da qui a tre anni. Sintetizzo: lo stadio ha una capienza non sufficiente alla richiesta del pubblico e manca dei comfort degli impianti con licenze Uefa. Serve anche allinearsi ai moderni intrattenimenti con un sistema audio e luci di eccellenza. In futuro non voglio leggere news sui tifosi che non sono riusciti ad entrare per le gare ufficiali. Quindi, penso a uno stadio più ampio, sicuro, comodo, pulito e funzionale che sia all’altezza del bacino d’utenza di Catania e di gran parte della Sicilia. Un impianto più moderno, dotato di parcheggi, negozi per il merchandising e per i tifosi e sale hospitality, che può vivere diversi giorni alla settimana e che si può utilizzare anche per altri eventi al di là delle gare sportive. Lo stadio deve crescere di pari passo con il club e creare valore sociale e sviluppo economico».

Ma quante spese ha previsto?

«Tante, ma ho voglia e capitali per agire».

Certo che in Serie C va a spendere sempre più denari.

«Ecco perchè vorrei andare via da questa categoria. In C piango per la situazione che la città non merita e per il mio portafogli che resta sempre aperto».

La società ha un nuovo assetto.

«L'arrivo di Zarbano come dg, Pastore nuovo ds, Sapienza a capo dei media e della strategia di comunicazione, la conferma di Grella come vice presidente e uomo di rappresentanza. Rispetto alle passate stagioni abbiamo imparato dagli errori commessi e dalle cose buone che siamo riusciti a costruire. Abbiamo inserito figure che possano seguire la mia visione e quella del CdA per portare il Catania più in alto».

Tornando all’esordio in campionato con il Foggia: il Catania è stato inserito nel lotto delle favorite.

«La Serie C è un campionato difficile, vincere è complicato. Parlando dell’esperienza vissuta nelle scorse stagioni dico che non basta un attaccante da 20 gol per garantirci la promozione. In Australia abbiamo preso la punta più prolifica ma non abbiamo conquistato il primo posto. L’ago della bilancia resta la prima squadra. La punta è importante e la prenderemo. Ma non soltanto un centravanti può fare vincere il Catania».

Il pubblico va sempre a sostegno.

«E quella del tifo è una componente essenziale, indispensabile. Non finirò mai di ringraziare i catanesi e chi soffre per la squadra anche se abita lontano dalla Sicilia».

La conferma di Toscano è il segno della continuità che vi siete imposti.

«La squadra sembra ben costruita. Ho incontrato il tecnico e l’ho incoraggiato. Abbiamo parlato del lavoro da portare avanti in campionato. Sono fiducioso».