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Scontri Catania-Padova, la vedova Raciti: «Pene esemplari e chiusura dello stadio»

Marisa Grasso che nel 2007 ha perso il marito a seguito dei disordini durante il derby Catania-Palermo commenta quanto accaduto allo stadio Euganeo

Francesco Bianco

20 Marzo 2024, 15:32

LA POLIZIA DI STATO DI CATANIA HA RICORDATO FILIPPO RACITI NEL 17ESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE - 2

«Sono passati 17 anni dalla morte di Filippo,17 anni di vita per ricostruire. Un uomo che non c'è più, una famiglia distrutta, anni a lottare e proprio ieri, la festa del papà. Stamattina poi mi sveglio con articoli di giornale che mi riportano indietro con la mente e mi fanno pesare ancora di più quello che e' successo. Non posso accettare questa brutta e triste realtà». Lo afferma all'AdnKronos, in merito ai disordini di ieri allo stadio Euganeo di Padova, Marisa Grasso, vedova dell'ispettore di polizia Filippo Raciti che perse la vita il 2 febbraio del 2007 a seguito degli scontri fuori dallo stadio Massimino tra tifosi etnei e le forze dell'ordine durante un derby calcistico tra Catania e Palermo.

«La vita di Filippo - aggiunge Marisa Grasso - si è spenta il 2 febbraio del 2007 e ci furono prese di posizione segnandolo come anno zero. Certe cose non dovevano più avvenire''. ''Invece - continua la vedova Raciti- leggere e vedere scene di violenza dei tifosi del Catania a Padova, colleghi di mio marito che intervengono. Per me tutto questo pesa, dopo 17 anni, e all'indomani della festa del papa' ancora di più pensando anche allo stato d'animo dei miei figli».

«Piangere ancora - evidenzia commossa Marisa Grasso - è inaccettabile. La violenza di pochi distrugge il lavoro di tanti che piano piano si costruisce nel tempo». Per la vedova dell'ispettore Raciti, infine, ''ci vogliono pene esemplari, certe e rigide affinchè qualcosa possa cambiare. Se necessario chiudere le porte dello stadio, chiudiamole».